Calcionews24
·19 de septiembre de 2025
Di Gregorio sotto pressione: 4 errori in 2 partite. La Juve gli dà fiducia a scadenza

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Partite pirotecniche, ricche di gol ed emozioni, perfette per gli spettatori neutrali ma capaci di generare più di un’ansia nei tifosi. Le ultime due uscite della Juventus di Igor Tudor, il 4-3 sull’Inter e il rocambolesco 4-4 con il Borussia Dortmund, sono state esattamente questo: uno spettacolo travolgente con ben quindici reti segnate, ma anche un campanello d’allarme. Se da un lato i quattro punti conquistati contro avversari di alto livello rappresentano un bottino positivo, dall’altro le sette reti incassate in 180 minuti hanno inevitabilmente acceso i riflettori su Michele Di Gregorio, guardiano della porta bianconera.
Come scrive La Gazzetta dello Sport nessuno intende addossare all’ex portiere del Monza la colpa esclusiva di ogni gol subito; è evidente che l’intera fase difensiva orchestrata da Tudor necessiti ancora di importanti registrazioni. Tuttavia, in diverse occasioni, sia in campionato che in Champions League, Di Gregorio è apparso insicuro e meno reattivo del solito. Contro l’Inter, pur senza colpe evidenti, ha dato l’impressione di poter fare di più su almeno due delle tre reti nerazzurre, al netto delle amnesie difensive che hanno liberato Calhanoglu al tiro e lasciato Thuram indisturbato in area di rigore.
La serata contro il Borussia Dortmund, però, è stata decisamente più problematica. Incolpevole sulla prodezza balistica di Adeyemi, Di Gregorio aveva già fatto tremare l’Allianz Stadium con un’uscita avventata che aveva portato al palo di Beier. Successivamente, è rimasto immobile sulla conclusione non irresistibile di Nmecha per il momentaneo 1-2 e ha commesso l’errore più grave sul gol del 2-3, quando Yan Couto lo ha fulminato sul suo palo, un peccato capitale per un portiere del suo livello.
In casa Juventus, tuttavia, non è tempo di processi. La dirigenza e lo staff tecnico intendono proteggere un giocatore su cui hanno investito in modo massiccio: un’operazione da quasi 37 milioni di euro tra cartellino, commissioni e ingaggio lordo per cinque anni. L’investimento testimonia la fiducia nel potenziale di Di Gregorio, ma alza inevitabilmente l’asticella della pressione. La maglia della Juventus ha un peso specifico diverso e, in una fase in cui il club punta a ripristinare le sue storiche ambizioni, non sono ammessi margini d’errore prolungati. Ora spetta a Michele isolarsi dalle critiche, concentrarsi sul lavoro e ritrovare quella serenità e quella sicurezza che sono un requisito imprescindibile per difendere la porta della Signora. Tornare al suo miglior livello non è un’opzione, ma un obbligo.