ESCLUSIVA PSB – Aglietti: “Pagliuca-Empoli, è mancata alchimia. Donati avrà altre chance, Foti conosce l’ambiente. D’Angelo? Una partita in più può salvare” | OneFootball

ESCLUSIVA PSB – Aglietti: “Pagliuca-Empoli, è mancata alchimia. Donati avrà altre chance, Foti conosce l’ambiente. D’Angelo? Una partita in più può salvare” | OneFootball

In partnership with

Yahoo sports
Icon: PianetaSerieB

PianetaSerieB

·23 de octubre de 2025

ESCLUSIVA PSB – Aglietti: “Pagliuca-Empoli, è mancata alchimia. Donati avrà altre chance, Foti conosce l’ambiente. D’Angelo? Una partita in più può salvare”

Imagen del artículo:ESCLUSIVA PSB – Aglietti: “Pagliuca-Empoli, è mancata alchimia. Donati avrà altre chance, Foti conosce l’ambiente. D’Angelo? Una partita in più può salvare”

Alfredo Aglietti, forte di numerose esperienze alle spalle nel campionato cadetto e guidato da una enorme voglia di ritornare in pista, si è concesso in esclusiva alla nostra redazione per analizzare il campionato di Serie B. Di seguito le sue parole:

Mister, vorrei partire con una prima considerazione generale riguardo l’attuale campionato di Serie B. Che idea si è fatto fin qui?


OneFootball Videos


“Il campionato è sempre il solito: complicato e tendendo verso un livello alto. Ci sono squadre importanti. A livello di partite ancora non c’è tanto spettacolo. Qualche squadra sta già producendo un calcio interessante, altre sono in fase di rodaggio nonostante la stagione sia partita da un po’. Diciamo però che, nel complesso, fin qui non ho visto molte partite interessanti”.

L’Empoli, dopo la retrocessione dalla Serie A, ha deciso di affidare a Pagliuca un progetto nuovo, innovativo. Che squadra ha visto in queste prime otto giornate? Come si spiega questo esonero immediato? Dionisi è l’uomo giusto da cui ripartire, vista l’ultima complicata stagione a Palermo?

“L’Empoli è una squadra molto giovane, hanno cambiato tantissimo rispetto alla passata stagione. Hanno fatto un reset quasi totale, inserendo tanti giovani come nella loro tradizione solitamente avviene. Hanno affidato la squadra a un allenatore bravo come Pagliuca. Il mister probabilmente non è riuscito a trovare l’alchimia giusta sia con la squadra che con l’ambiente, come invece gli era capitato a Castellammare. Non dimentichiamo che l’Empoli aveva deciso di esonerare Pagliuca dopo una vittoria, quindi qualche problematica doveva esserci di già. La società ha deciso di intervenire dopo Bolzano per cambiare le cose. A Empoli sanno quello che fanno. Pagliuca è un ottimo allenatore, probabilmente non è scattata la giusta alchimia con la società. Dionisi? Le stagioni complicate ci sono per tutti. Conosce molto bene l’ambiente, lì ha vinto un campionato. Non si erano lasciati bene, ma per il bene della squadre sia il mister che la società hanno fatto un passo indietro e hanno deciso di ritornare insieme. Sono curioso di vedere quello che potrà dare all’ambiente. È uno che fa giocare bene le sue squadre, che ricerca sempre il gioco. Nella prima uscita stagionale ha avuto poco tempo per lavorare con il gruppo, quindi ha cambiato poco, com’era giusto che fosse. Nelle prossime partite vedremo se cambierà qualcosa a livello tattico o se proseguirà sulla strada tracciata da Pagliuca”.

L’Entella, che lei conosce molto bene, nonostante l’avvio di stagione a singhiozzi si è resa protagonista di una vittoria pesantissima nel derby contro la Sampdoria. Quale ruolo può avere nell’economia generale della loro stagione questo successo? Guardando all’organico e al modo in cui questo ha approcciato al nuovo campionato, quante chance salvezza si sente di dar loro?

“La vittoria contro la Samp, per tutto l’ambiente dell’Entella, è una tacca da mettere in bacheca. Il presidente Gozzi è un grande tifoso, un appassionato della Sampdoria, quindi avrà esultato in maniera importante. È una soddisfazione enorme battere i blucerchiati, a maggior ragione se avviene come ha fatto l’Entella, con una vittoria schiacciante. Può essere una vittoria importante, oltre che per la classifica, soprattutto per l’entusiasmo. Può trasmettere al gruppo quel qualcosa in più che poi può portare alla salvezza. Ci sarà da combattere perché non sono stati fatti acquisti di altissimo livello, ma sono stati presi giocatori interessanti, con voglia di mettersi in mostra. A Chiavari si può lavorare serenamente, facendo crescere calciatori dal futuro importante. Salvezza? Ora è presto per dirlo, il campionato è lungo. La proprietà è forte, se ci fosse il bisogno di fare qualche innesto a gennaio per puntellare la rosa, sono certo che avverrà. Ma la B non dipende dai nomi, non servono per raggiungere la salvezza. Ci saranno alti e bassi, ma a Chiavari questi momenti li sanno gestire molto bene”.

Poi la Sampdoria, che merita un capitolo a parte. Nuova stagione, altri interpreti, problemi sempre uguali. Perché? Cosa sta succedendo nel mondo blucerchiato? È stato corretto esonerare Donati?

“Le dinamiche le si conoscono solo dall’interno. Dall’esterno vediamo solo i componenti della rosa, la squadra per intero. La Samp ha tanti tifosi, un seguito pazzesco anche in trasferta. Allo stesso modo, vestire questa maglia non è una cosa scontata in Serie B. Quindi si innescano delle responsabilità che in questo momento, forse, i calciatori fanno fatica a sopportare. Basti pensare alla passata stagione. La squadra era forte, si pensava potesse competere per qualcosa di importante, invece non è stato così. Quest’anno la squadra ha qualcosa in meno in termini di qualità, ma può sempre lottare per arrivare ai play-off. La partenza non è stata positiva, c’è stato subito un cambio allenatore. Vediamo Foti, che conosce bene l’ambiente, cosa riuscirà a trasmettere. È la prima occasione da capo allenatore, bisogna capire cosa riuscirà a fare. Sta di fatto che è un’occasione molto importante per lui. Donati? Dopo la partita con il Pescara sembrava che qualcosa fosse cambiato, invece si è incappati in un’altra sconfitta, a Chiavari. Allora la società ha deciso per il cambio. Dispiace per Donati, che avrebbe potuto dimostrare il suo valore, ma avrà altre chance. Era la prima volta in Serie B, può aver pagato un pizzico di inesperienza, ma è normale. L’esperienza la si fa sul campo. Le tempistiche brevi possono essere dovute al fatto che l’ambiente si aspettava qualcosa in più. Come ci si aspettava qualcosa in più dalla squadra. Dunque adesso bisognerà capire cosa accadrà “.

Ci parli di Foti, lei che lo ha avuto come calciatore nella Primavere proprio della Sampdoria. Crede che questa situazione con Gregucci possa risultare ambigua in un ambiente già poco sereno?

“A livello burocratico bisogna rispettare alcune regole, dunque capita che accadano queste cose. Si nomina un capo allenatore, ma poi bisogna capire chi effettivamente guiderà il gruppo. Non penso che ciò possa rappresentare un problema. Foti ha bisogno di gente più esperta, come Gregucci, che ha fatto tanta Serie B. Penso che faranno le cose insieme e magari Foti deciderà un po’ di più. Poi c’è il discorso della panchina, ma vedremo. Ultimamente c’è la moda di far alzare il secondo al posto del primo, quindi non credo rappresenti un problema. Credo che la società ha ben messo in chiaro quelle che sono le gerarchie per quanto riguarda le decisioni della squadra”.

Ci sono altre due panchine fortemente a rischio in Serie B, quelle di Aquilani e Caserta. Chi dei due, fin qui, ha maggiormente deluso? Chi, secondo lei, rischia di più?

“Parlare dei colleghi, quando si è fuori, è sempre complicato e difficile. Bisognerebbe trovarsi all’interno per analizzare. Bari e Catanzaro vengono da due campionati differenti. I calabresi sono reduci da due play-off, quindi si sta dando anche continuità a questo discorso. Il Bari ha fatto un anno esaltante e uno in cui ha rischiato. Quindi c’è da resettare e ripartire. Aquilani ha meno esperienza di Caserta ma è un allenatore che ha idee interessanti, magari ha solo bisogno di tempo. Idem per Caserta. Bari è un ambiente difficile, sappiamo che la piazza non è serena, viste le contestazioni nei confronti della società. Non è facile gestire questa piazza, ma piacerebbe a tutti allenarci perché assieme a Palermo e Napoli è la più importante al sud. Penso comunque che entrambi abbiano sia le qualità, sia delle buone squadre per invertire la rotta”.

A proposito di ambiguità, come si gestisce una situazione come di La Spezia? D’Angelo era ormai esonerato, mancava solo la comunicazione ufficiale. Poi, saltato Pagliuca, ecco il dietrofront. È una situazione passeggera o il tecnico può giocarsi ancora le sue chance di permanenza?

“A me dicevano sempre che una partita in più può sempre salvare. D’Angelo è tornato in sella dopo che per 24/48 ore sembrava fuori dai giochi. Credo che possa avere un’altra possibilità per ripartire. Giocano ad Avellino, non sarà semplice. D’Angelo è uno di quelli che in B ha fatto molto bene negli ultimi anni. Probabilmente la delusione della finale persa, quando si era con un piede in Serie A, è stato un contraccolpo per tutti. Per la società, per l’allenatore, per il gruppo. Non è semplice ripartire. Adesso il mister ha questa possibilità, io penso che sia contento. Vediamo anche come risponde il gruppo, la squadra mi sembra abbastanza legata a lui. Penso faranno di tutto affinché resti”.

In ottica promozione, invece, quali sono le squadre maggiormente attrezzate per il salto? Ne vede qualcuna particolarmente favorita rispetto alle altre?

“Penso ch Palermo, Monza e Venezia siano quelle che a livello di organico hanno qualcosa in più rispetto alle altre. Poi c’è il Modena, che ha un’ottima rosa, e poi vediamo le sorprese. C’è il Frosinone che era partito bene, con tanti giovani interessanti. Anche se adesso si è un po’ fermato. Penso comunque che le due promosse dirette saranno tra Palermo, Modena, Monza e Venezia”.

Lei è pronto a tornare in pista? Ci sono stati contatti per un suo ritorno su qualche panchina nell’ultimo periodo?

“Sono in attesa di poter ripartire. Mi manca il campo, la possibilità di allenare e di misurarmi per dimostrare ancora quello che posso dare. Non guardo alla categoria, anche in serie C ci sono piazze importanti che hanno voglia di fare calcio nella maniera giusta. Sto guardando tutti i campionati per aggiornarmi, per osservare quelle che sono le idee degli altri colleghi per prendere spunto, se c’è qualcosa di interessante. Resto in attesa di una chiamata. La categoria non fa differenza, lo fa il modo in cui si può lavorare. Contatti? Veri e propri no. Qualche contatto, qualche voce, ma non si è andato avanti su niente”.

Ver detalles de la publicación