ESCLUSIVA PSB – Dai provini con Spezia e Bologna al Team Altamura. Doumbia raccontato da chi l’ha scoperto: “Giocatore moderno, un miracolo lavorare con Mangia” | OneFootball

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·16 de diciembre de 2025

ESCLUSIVA PSB – Dai provini con Spezia e Bologna al Team Altamura. Doumbia raccontato da chi l’ha scoperto: “Giocatore moderno, un miracolo lavorare con Mangia”

Imagen del artículo:ESCLUSIVA PSB – Dai provini con Spezia e Bologna al Team Altamura. Doumbia raccontato da chi l’ha scoperto: “Giocatore moderno, un miracolo lavorare con Mangia”

Chi mastica la Serie C non può non averne incrociato il cammino: Chec Bebel Doumbia è uno dei talenti più chiacchierati della categoria nelle ultime settimane. Ragazzo dalla storia che porta il calcio nella sua dimensione più umana, il centrocampista classe 2007 ha offerto prestazioni altisonanti e distribuito momenti di finissimo talento nel corso delle sue prime apparizioni con il Team Altamura, club che l’ha prelevato dal settore giovanile del Casarano. Dopo aver approfondito la genesi del ragazzo, abbiamo chiesto ulteriori aneddoti e spiegazioni a Roberto Nitto, suo consulente legale, intervenuto in esclusiva ai nostri microfoni.

Roberto, in questi giorni l’attenzione attorno a Chec Bebel Doumbia è cresciuta a dismisura. Ti va di fornirci un ritratto di questo centrocampista così talentuoso?


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“Dal punto di vista tattico ha assolutamente i tratti del giocatore completo, sembra un veterano. Sa muoversi, trova gli spazi giusti da occupare, interpreta il gioco in base alle necessità della squadra. Sono doti, queste che ho appena elencato, che mi hanno colpito sin da subito. È un profilo moderno, box to box, partecipa sia in fase difensiva che offensiva. Può giocare play, mezzala, nei due di centrocampo: la mediana è il suo habitat naturale”.

Come si sono incrociati i vostri cammini?

“Un mio caro amico aveva a sua volta un conoscente, incrociato anni addietro, che gli aveva segnalato tre ragazzi. Mi è stato chiesto di visionarli, ergo li vidi in un allenamento a Villa Convento. Tra questi c’era Bebel. Avevano struttura fisica, capacità atletica e tecnica, dunque per me fu naturale organizzare una partita per metterli alla prova. La genesi è stata questa, abbastanza genuina”.

Casarano prima, Altamura ora. Come mai queste scelte?

“Bebel aveva sostenuto dei provini con Spezia e Bologna. Detto ciò, l’Altamura è stata la società che più di tutte ha creduto nell’iter procedurale: essendo un rifugiato politico, il ragazzo aveva una dichiarazione di protezione sussidiaria, di conseguenza è stato necessario ricorrere a una delle cinque eccezioni FIFA che consentono ai minori, in questo caso in Italia, di giocare nel professionismo. Bebel è del Burkina Faso, dunque si è ritrovato in tale situazione specifica”.

Parliamo di un talento dalla prospettiva notevole, ma è chiaro che ai rumors sulla Serie A già emersi vada affiancata un’attenta gestione del presente e della notorietà. Qual è, a tal proposito, la tua idea?

“La vision è molto semplice: lui, oggi, è un calciatore del Team Altamura, ed è un miracolo che lì possa lavorare con un allenatore come Mangia. Parliamo di un ragazzo con due partite da titolare all’attivo, il percorso necessità inevitabilmente di altre fasi da attraversare prima di arrivare ad alti livelli. Una formazione di questo tipo sarà certamente aiutata da Mangia, come dicevo, e da Lauriola, Direttore Sportivo che ha avuto modo di lavorare anche in Serie B. Ti dirò, non sono convinto che saltare subito da un palcoscenico più gestibile a uno molto esposto sia sempre la cosa migliore, anzi. Doumbia, a mio avviso, dovrebbe finire questo campionato e farlo con attenzione a ogni particolare utile alla sua crescita. Dopodiché si potrò valutare il percorso in grado di valorizzarne al meglio le qualità e la prospettiva. Non ne farei una questione di mercato, ma di gestione del momento e di analisi del contesto. Altamura, a tal proposito, è la realtà ideale in questo momento”.

Roberto, in questo momento sei inevitabilmente esposito per parlare di Doumbia, ma nel tuo percorso c’è anche altro.

“Ci sono altri ragazzi che seguo e che secondo me avranno un futuro importante, come ad esempio Latif Ouedraogo della Virtus Francavilla, terzino sinistro anche lui 2007. In merito al mio percorso, tutto parte da un sogno, che era quello di lavorare nel mondo del calcio: sono stato per tre anni parte dell’ecosistema Atalanta, di cui ero consulente legale per la progettazione sportiva, e al contempo ho ottenuto l’abilitazione come Direttore Sportivo FIGC e come intermediario presso la Federazione spagnola, oltre ad aver svolto attività di docenza nei corsi di Diritto e Management dello Sport tenutisi presso l’Università del Salento. Sto cercando di formarmi a 360°, occupo tra l’altro ruoli come quello nel Consiglio Direttivo di Avvocaticalcio. Nasco avvocato, ma ritengo che la mia figura sia moderna: non voglio sbagliare e per farlo è necessaria una cultura calcistica da distribuire su più ambiti”.

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