Juventusnews24
·27 de octubre de 2025
Esonero Tudor (La Stampa): pazienza terminata, Udinese ultima spiaggia. Il club gli imputa queste colpe e Comolli guarda anche a soluzioni estere

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La notte amara dell’Olimpico ha segnato un punto di non ritorno per la Juventus. L’assoluzione, e quindi la permanenza in panchina, o la condanna all’esonero per Igor Tudor dipenderanno dalle profonde riflessioni che la dirigenza ha avviato una volta per tutte, senza più esitazioni. La pazienza sembra terminata. A meno di clamorosi e repentini colpi di scena, l’imminenza della sfida casalinga di mercoledì contro l’Udinese dovrebbe garantire al tecnico croato un’ultima, disperata prova d’appello davanti al proprio pubblico.
Eppure, il progetto iniziale della società era diverso. Qualche giorno fa gli era stato concesso un credito di almeno quattro partite per giocarsi la conferma sul campo: Udinese, Cremonese, Sporting Lisbona e il derby contro il Toro. Un calendario che, nei piani, doveva servire a rilanciare la squadra e che ora il tecnico rischia di non completare mai.
L’aggravarsi della crisi, esplosa fragorosamente con il terzo KO consecutivo, ha cambiato radicalmente le carte in tavola. Ora, la dirigenza non esclude più soluzioni drastiche, attuabili persino in tempi molto più brevi del previsto. Sul banco degli imputati c’è lo stratega croato, nonostante un contratto che lo lega alla Juventus fino al 30 giugno 2027. Gli viene addebitata una generale mancanza di equilibrio: troppi sistemi di gioco cambiati, troppi giocatori “sballottati” da un ruolo all’altro senza coerenza e, soprattutto, un’identità di squadra ancora non trovata. Lo riferisce La Stampa.
Questi segnali inquietanti di involuzione hanno costretto i piani alti a dragare il mercato degli allenatori svincolati. Il mercato italiano, seguito dal dt Modesto, propone Raffaele Palladino (una sua vecchia conoscenza ai tempi del Monza) e gli ex CT Luciano Spalletti e Roberto Mancini. Il canale estero, che potrebbe essere approfondito dal DG Comolli, offre soluzioni come Terzic, Rose, Xavi e Southgate. In questa notte di tante incertezze, emerge però un’unica certezza: Thiago Motta, sebbene sia ancora un dipendente a libro paga della Juventus fino al 2027, non verrà richiamato sul posto di lavoro. Il suo ritorno è categoricamente escluso.









































