Ex Sampdoria, Bazzani: «Ecco come perchè arrivai in blucerchiato, con Flachi ci completavamo. L’addio fu una scelta della società, ma…» | OneFootball

Ex Sampdoria, Bazzani: «Ecco come perchè arrivai in blucerchiato, con Flachi ci completavamo. L’addio fu una scelta della società, ma…» | OneFootball

In partnership with

Yahoo sports
Icon: Sampnews24

Sampnews24

·7 de mayo de 2025

Ex Sampdoria, Bazzani: «Ecco come perchè arrivai in blucerchiato, con Flachi ci completavamo. L’addio fu una scelta della società, ma…»

Imagen del artículo:Ex Sampdoria, Bazzani: «Ecco come perchè arrivai in blucerchiato, con Flachi ci completavamo. L’addio fu una scelta della società, ma…»

Fabio Bazzani, ex attaccante della Sampdoria, ha parlato a 360 gradi del suo passato nel mondo del calcio: ecco le sue dichiarazioni

Fabio Bazzani, ex attaccante della Sampdoria, ha parlato a 360 gradi del suo passato nel mondo del calcio svelando in particolare alcuni dettagli sulla sua esperienza vissuta in blucerchiato. Ecco le sue dichiarazioni rilasciate alla Gazzetta dello Sport.

INCONTRO CON SABATINI«Era l’estate del 1999, avevo 23 anni e venivo da una stagione ombrosa con il Varese, ma lui disse al mio agente che aveva intravisto le qualità di una punta in grado di reggere il girone B di Serie C. Segnai 20 gol e la mia carriera cambiò rotta. Forse senza di lui sarei tornato in eccellenza».


OneFootball Videos


FIGLIO NICOLÒ«Non è male, ma gli dico sempre che gli manca la “cazzimma” che avevo alla sua età. Sgomitavo con i difensori e incassavo botte dappertutto».

GAVETTA«È stata fondamentale. A 16 anni giocavo in promozione, a 17 in Eccellenza e così via: ho chiuso in D a Mezzolara, nel mezzo C2,C1, B e A e tre presenze in Nazionale. Quando ho debuttato in Polonia-Italia 3-1 ho pensato a quando correvo sui campi in terra».

PIANO B«Mai. Sono nato in una famiglia umile che mi ha sempre spronato: mia madre lavorava in una pelliceria, mio padre in una ditta. A 17 anni uscivo con i miei compagni, mangiavo una pizza e tornavo a casa a dormire. Loro andavano a fare serata».

SVOLTA AD AREZZO«Si, anche se appena arrivato rimedia un’espulsione in amichevole».

SERSE COSMI«Mi protesse. All’epoca c’erano altre regole, a causa di quel rosso saltai la prima di campionato conto la Juve Stabia. Lui e Walter mi cazziarono in malo modo, mi alzarono lo scudo davanti ai tifosi incavolati. Quell’anno segnai anche 4 gol al Giulianova. A fine anno tornai a Venezia in B e vinsi il campionato con Prandelli».

ARRIVO AL PERUGIA«L’affare andò in porto l’ultimo giorno. Era un venerdì. Portai i bagagli in albergo, feci la rifinitura e partii per Perugia. Il sabato segnai al debutto nel 3-1 contro il Milan. Non dimentico la telefonata di Gaucci: “Bazzani, complimenti, ma se perde un chilo e mezzo sarà ancora più fuori forma. E così fu. Ci si ricorda di lui per le sfuriate, i ritiri massacranti e perchè caccio il povero Ahn dopo aver segnato all’Italia, ma è stato un intenditore di calcio».

SAMPDORIA«Estate 2002, avevo segnato 10 gol a Perugia. Mi cercavano il Chievo e l’Udinese, ma mentre ero a Formentera mi chiamò il mio agente, Silvano Martina. “Ti vogliono alla Samp in B”. Pensai fosse un passo indietro, ma poi mi illustrarono il progetto: Novellino in panchina, Garrone presidente e Flachi davanti. E accettai».

COPPIA FLACHI/BAZZANI«Ci completavamo. Io alto e grosso, forte di testa, lui tecnico. Un numero 10 eccezionale. I tifosi ci ribattezzarono “I gemelli del gol”, come Mancini e Vialli. Ancora oggi ho i brividi. È stato un talento pazzesco, uno che univa qualità e forza, estro e duttillità. Un 10 puro. Ricordo quando arrivo la notizia della sua positività alla cocaina dopo quel Sampdoria-Inter del 2007. Ci presentammo subito a casa sua. Il mio rimpianto è stato quello di non averlo potuto aiutare prima. Quando arrivai Francesco era i leader rimasto nonostante le offerte. Salimmo subito in A, segnai 16 gol. La Samp è stato un colpo di fulmine».

INCONTRO CON ALESSIA MERTZ«Andai in vacanza con Stefano Bettarini, all’epoca era sposato con Simona Ventura. Ricordo una cena in cui finimmo vicini di posto, quando incrociai il suo sguardo capii subito che c’era qualcosa di diverso. Stiamo insieme da 20 anni».

ADDIO ALLA SAMPDORIA«Nel 2005 andai in prestito alla Lazio per contrasti con Novellino poi chiariti: io a Roma, Simone Inzaghi in blucerchiato. L’addio definitivo fu una scelta della società, ma devo precisare due cose: la prima è che tra il 2005 e il 2007 sono stato fermo un anno e mezzo per l’infortunio. La seconda è che Marotta si dimostrò un signore: il ciclo era finito, ma precisò che non fossi riuscito a trovare squadra mi avrebbe rinnovato il contatto a cifre più basse».

LIVORNO«I tifosi pensavano fossi di destra, assurdo. Avevo chiuso un accordo di tre anni con Spinelli, ma alla terzultima giornata, durante Samp-Livorno, i tifosi cantarono contro di me. Pensavano che per il mio passato alla Lazio e il tatuaggio con l’aquila della Fortitudo potessi essere di destra. Io sono il più apolitico di tutti. Volevo serenità, non passeggiare con mia moglie e preoccuparmi di chissà cosa, così andai da Spinelli e lascai tre anni di contratto».

RIMPIANTI«Gli infortuni mi hanno tolto qualche gol. Verso la fine della carriera non ero più io. Poi sono stato vicino al Newcastle e al Milan nel 2002, l’anno della vittoria della Champions, ma presero Tommasson. L’unico neo della carriera e non aver giocato nel Bologna, la squadra della mia città. Neanche nel settore giovanile. Anche se ho avuto l’onore di far parte dello staff di Mihajlovic nel 2022. Ricordo le sue chiamate dall’ospedale in cui ci trasmetteva forza. Una grande lezione».

IL CALCIO DI OGGI«Godevo nel vedere l’esterno fare un traversone. Ne ho avuti tanti di crossatori forti: Ze Maria, Grosso e Bettarini. Ho giocato in un calcio dove la concorrenza era più alta. Oggi le punte come me le cercano meno, ma avrei fatto la differenza».

Ver detalles de la publicación