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·1 de mayo de 2025
🗣️ Fabregas: “Io tra Pep, Mou e Conte, ma cresciuto con Wenger. Convinto della mia filosofia di gioco”

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·1 de mayo de 2025
L’allenatore del Como, Cesc Fabregas, ha rilasciato un’intervista per il Corriere dello Sport – Stadio in cui ha parlato della sua avventura sulle rive del lago e del suo stile di gioco come tecnico. Di seguito le sue parole:
I MAESTRI – «Io tra Pep, Mou e Conte ma cresciuto con Wenger. Arsène è stato il più importante, otto anni che non dimentico. Il resto lo devo a tre fenomeni che non sono così distanti come molti pensano. Il mio futuro lo deciderò a fine stagione quando mi confronterò col club. Altri mi hanno cercato, lo trovo normale» IL FUTURO – «Sono giovane e credo di sapere come gira. Quando José scherzava con noi ripeteva “non mi frega niente dei momenti brutti, visto che mi mancano trent’anni da allenatore”, ci faceva capire che è un lavoro molto usurante. Guardiola si è fermato un anno, e Mourinho una volta sei mesi». GUIDARE UNA BIG – «Non lo so, è presto per parlarne. Io ti posso raccontare solo la mia esperienza a Como dove siamo un gruppo. Il presidente, il direttore Charlie ed io. E poi c’è Osian Roberts, che è un po’ il responsabile del settore giovanile, una persona della quale mi fido ciecamente e che tante volte mi è d’aiuto sui temi più delicati. Sì, sono molto fortunato perché qui mi garantiscono tanta libertà». IL GIOCO – «Ci sono tanti modi di fare calcio e non se ne può escludere uno. Simeone vince alla sua maniera, Guardiola alla sua, così come José e Conte. Io mi adatto a quello che abbiamo e poi provoa trovare tutte le soluzioni per andare a vincere. Però è vero che stiamo giocando praticamente il 70% della stagione con Da Cunha, Perrone e adesso Caqueret a centrocampo che sono esterni, numeri 10, numeri 8, non c’è un play tipo Rodri del Manchester City, o Paredes, uno che è più fisico e posizionale. Questa te la racconto».
LA DIFESA – «Dopo aver vinto la B mi ritrovai a cena a Trento con Pecchia e Capello. Fabio mi disse: “Cesc, adesso non puoi più giocare così eh, adesso ti devi difendere di più”. Insistette sulla difesa, difesa, difesa. Quella sera andai a dormire più convinto che mai, che avrei seguito la mia strada e la mia filosofia». CONTE – «Antonio è un fenomeno, un fenomeno. Potrei giocare e allenare giorno dopo giorno come fa Antonio? Sicuramente no. Però ho imparato tantissimo».
GUARDIOLA E MOURINHO – «E a Mourinho anche, io l’ho ripetuto in tante interviste. Mourinho e Guardiola diversi? Ma diversi in cosa? Sul campo forse, ma fuori sono malati di vittoria».