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·12 de noviembre de 2025
Fiorentina, il nuovo allenatore Paolo Vanoli si presenta: “Dobbiamo riconquistare la fiducia dei tifosi”

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·12 de noviembre de 2025

Il nuovo tecnico della Fiorentina, Paolo Vanoli, è stato presentato alle ore 18:00 al Viola Park insieme al nuovo DS Goretti. Queste le prime parole in maglia viola per il tecnico ex Torino dopo il 2-2 contro il Genoa.
L’allenatore viola, che ha preso il posto di Stefano Pioli, ha parlato così in conferenza. Ecco le sue parole riportate da Tmw:
“Voglio iniziare a fare le condoglianze ad Amir perché ha avuto una perdita importante (il padre, ndr). Perché una sfida? Perché so cos’è Firenze e so che la società ha dimostrato di avere una grande crescita. Queste sfide mi motivano, mi danno energia, ma soprattutto non mi fanno paura. So che la strada sarà lunga e difficile ed è per questo che dovremo essere lucidi. Per uscire da questa situazione servirà tempo, sacrificio e lavoro. Lasciamo stare il mercato di gennaio. Ho sentito molte cose sulla preparazione estiva: non mi voglio paragonare a una persona che qua ha fatto cose per il bene della Fiorentina (Pioli, ndr), parlare di questo o del mercato non sarebbe corretto. Pensiamo alla prossima partita, che sarà per noi importante e difficile”.
“Noi dobbiamo lavorare di partita in partita. Il campionato ha un obiettivo diverso, mentre la Coppa ha un altro obiettivo. Adesso l’errore è pensare a cosa possiamo fare. Noi dobbiamo fare piccoli passi: in campionato pensiamo al campionato, in Coppa alla Coppa. Diamoci piccoli traguardi, altrimenti richiamo di “uscire”. Io ai giocatori ho detto che siamo in fondo alla classifica e che adesso dobbiamo metterci sotto, io in primis. Una prima risposta l’ho avuta a Genoa, ma dobbiamo continuare a giocare. Io sono stato in squadre vincenti e lì c’era l’umiltà del vincente, non la supponenza del vincente. Questo posto, il Viola Park, che a me emoziona, deve diventare un mezzo per arrivare a vincere, per dare tutti qualcosa in più. È inutile guardarci indietro, guardiamo avanti”.
” È come avere dei figli. Il sociale di oggi è così, la società ne deve essere consapevole e bisogna insegnare come comportarsi. A volte il giocatore sbaglia, sbaglio anche io che non sono capace a usarli i social. Bisogna prenderlo, far sedere il responsabile, capire il perché e fargli capire come ci si comporta. Anche questa è una crescita“.
“Se guardiamo i dati bisogna ammettere che dobbiamo lavorare un po’ su tutti. Prima vogliamo ripartire dalle cose più semplici, dalla compattezza. Prendiamo tanti gol da calcio piazzato e in un allenamento ho provato la marcatura a uomo sui corner. Dobbiamo avere più attenzione, si è visto anche sui gol presi a Genoa. Cambio di assetto? L’anno scorso sono partito con delle idee, poi con l’infortunio di Zapata ho capito che dovevo cambiare qualcosa. Oggi però ripartiamo dall’ABC, poi possiamo cambiare e pensare anche a qualcosa di nuovo. A Genoa non siamo stati bravi a chiudere la partita, ma abbiamo capito che il pareggio almeno dovevamo portarlo a casa. Noi dobbiamo provare a vincere, ma non dobbiamo perdere”.
“Dobbiamo insegnare anche come comportarsi. I giocatori sono ragazzini, che ogni tanto sbagliano perché sono dentro ad un ‘Grande Fratello’. Quando ci sono errori dobbiamo semplicemente prendere il giocatore, farlo sedere e dirgli come comportarsi. Anche quella dev’essere una crescita: capire perché un ragazzo fa un determinato errore”.
“Non so se è fortuna o sfortuna vivere certe situazioni. Oggi dobbiamo essere noi a riconquistare i nostri tifosi facendogli vedere sul campo sacrificio, voglia e grinta. In queste situazioni dobbiamo prenderci le nostre responsabilità: noi siamo finiti in questa situazione e noi dobbiamo uscirne”.
“Non devo capire io lui, deve capire lui me… e anche velocemente. Lui come Fagioli sono giocatori importanti perché hanno qualità. Lui ha un vantaggio: a Genova lottava per salvarsi. Lui è un un giocatore importante, su cui puntiamo, ma oggi ognuno deve lottare per i compagni: gli attaccanti devono essere i primi difensori e i difensori i primi attaccanti”.
“Io ai ragazzi ho detto ai ragazzi che abbiamo un’opportunità di scrivere una pagina nuova. Nella vita se succedono queste cose qua vuol dire che si è sbagliato, ma il calcio ti da anche modo di rifarti. A Genova il primo tassello c’è da lavorare per metterne altre. A pensare indietro ci uccideremmo da soli. Un messaggio per il futuro? Che domani mattina facciamo forza e domani pomeriggio pedaliamo…”.
“Il nostro parco attaccanti va sfruttato. La società ha lavorato bene e adesso sta a me amalgamare il tutto. Oggi devo capire come mettere in condizioni gli attaccanti di fare gol. Piccoli e Kean hanno caratteristiche simili, ma in prospettiva futura non escludo possano giocare insieme. Adesso non è quella la priorità ma se giocano insieme dovranno essere bravi ad essere l’uno al servizio dell’altro. La maglia della Fiorentina è pesante e tanti ragazzi giovani, che vengono da realtà diverse, devono capire che arrivano in una piazza che vuole vincere e che ha tifosi esigenti”.
Giocare in uno stadio vuoto è una difficoltà in più? “Sicuramente, ma è un passaggio che sapevamo e che non deve essere un alibi. I tifosi ci sostengono sempre, anche a Genova lo hanno fatto. Oggi siamo noi a dover dare delle dimostrazioni”.
Raffaele Morra
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