PianetaSerieB
·6 de noviembre de 2025
Garbato, ma non troppo – In Italia abbiamo la fobia dei giovani: Popov in panchina a Empoli è un’assurdità

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·6 de noviembre de 2025

Per spiegare quanto il calcio italiano sia avverso ai giovani è estremamente facile utilizzare come esempio la parabola di Bohdan Popov. Il prodotto del settore giovanile dell’Empoli è stato lanciato come primo cambio all’esordio in questa Serie B col Padova e ha ripagato con una clamorosa doppietta. L’attaccante ucraino è stato confermato anche nelle due gare successive, siglando altre due reti. Alla quarta giornata col Pescara, invece, è stato deludente come tutta la squadra che ha infatti perso 4-0.
Da quel momento il diciottenne non ha mai giocato una partita da titolare e ha collezionato appena 112 minuti in 7 gare. Nonostante ciò, ha messo a referto un’altra rete decisiva nell’1-1 contro la Sampdoria. Senza i gol del classe 2007 la squadra toscana sarebbe ultima in classifica con 7 punti, in solitaria poiché Spezia e blucerchiati ne avrebbero invece 9 con gli scontri diretti vinti. La croce non va gettata su Alessio Dionisi, ma sulla nostra mentalità italiana.
Popov aveva infatti smesso di giocare anche con Guido Pagliuca, il quale non lo aveva fatto neppure subentrare nell’ultima uscita col Südtirol. Un parallelismo che sovviene subito è quello con Ettore Gliozzi, capocannoniere di questa Serie B con 7 gol. Anche lui partiva come underdog in un organico ambizioso, che ha alternative di livello come Pedro Mendes o lo stesso Gregoire Defrel. Nonostante 6 delle 7 reti siano arrivate da penalty, essendo in fiducia in un contesto in cui tutto funziona non viene toccato.
Andrea Sottil ragiona giustamente così forte del primo posto, ma è da vedere come si comporterebbe se il suo attaccante avesse 10 anni in meno. Nessuno pensa che Popov sia già un calciatore totalmente pronto, ma ha talento, fame, fiducia e senso del gol. In una squadra in difficoltà serve chi risolve problemi e lui ha dimostrato di essere uno dei pochissimi in grado di funzionare anche in un ambiente ora pesantissimo. Serve un cambio di mentalità, a Empoli nel caso specifico ma anche e soprattutto nel panorama italiano.









































