Milannews24
·27 de noviembre de 2025
Garlando esalta Maignan: «Le mani tornano gli attrezzi principali, basta con la moda del ‘Non solo’». Poi la frecciatina a Guardiola

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Sulle colonne della Gazzetta dello Sport, Luigi Garlando utilizza una brillante metafora commerciale per analizzare l’evoluzione, e la recente involuzione, dei ruoli nel calcio moderno. Un tempo, le cose erano semplici: se la mamma ti mandava a prendere il latte, andavi in latteria. L’insegna non mentiva. Poi è esplosa la moda del “Non solo”, generando confusione tra l’insegna e il prodotto reale: negozi che vendevano un po’ di tutto, come la celebre bottega di Renato Pozzetto che offriva “tacchi, dadi e datteri”.
Nel calcio, l’artefice di questa confusione creativa è stato Pep Guardiola. È stato lui ad appendere metaforicamente un cartello innovativo sulla porta del suo estremo difensore: “Non solo parate”. Al portiere moderno si chiedeva di costruire dal basso, di lanciare, di fare il libero aggiunto; al Bayern, Pep sognava addirittura Neuer a centrocampo. Eppure, nota Garlando, è stato proprio lo stesso Guardiola a “riportare ordine a bottega” recentemente. Ha chiamato al Manchester City l’italiano Gigio Donnarumma, scaricato da Parigi proprio perché non usava i piedi come un regista. Sulla porta di Donnarumma, Pep ha fissato una nuova, vecchia insegna: “Qui si para”.
È un ritorno all’essenziale confermato dai migliori interpreti del nostro campionato, Svilar e Maignan. Sebbene il francese abbia piedi educati, la differenza la fanno le mani, tornate ad essere gli «attrezzi principali del mestiere». Le statistiche sugli expected goals dimostrano che il loro vero tesoro è evitare gol fatti, non impostare l’azione. Davanti a questo calcio ibrido, dove si vedono Koopmeiners terzino e troppi falsi nove, Garlando suggerisce che forse tutte le “botteghe” del campo andrebbero riordinate, recuperando l’antica saggezza di Nereo Rocco. La chiusura è affidata proprio alla celebre massima del Paron sulla divisione dei compiti: «Una squadra perfetta deve avere un portiere che para tutto, un assassino in difesa, un genio a centrocampo, un ‘mona’ che segna e sette asini che corrono».









































