Juventusnews24
·14 de septiembre de 2025
Giovanni Albanese rivela dopo Juve Inter: «Quattro belle storie nella gloriosa serata dello Stadium! Ve le racconto così»

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·14 de septiembre de 2025
Su Sportitalia.com, il giornalista Giovanni Albanese ha espresso il suo pensiero dopo Juve Inter. Cosa ha scritto dopo il 4-3 dell’Allianz Stadium.
PAROLE – «Il campionato non si vince e non si perde alla terza giornata. Certo il derby d’Italia qualcosa ha detto, seppur solo all’inizio della corsa. L’Inter di Chivu rischia un po’ più di quella di Inzaghi: cade, si rialza, poi non regge e perde. E per quanto Chivu voglia accendere i riflettori sugli aspetti positivi della prova dei suoi, la seconda sconfitta nelle prime tre giornate pesa tanto. La Juve è a punteggio pieno e certo non basta per sentirsi dentro alla corsa scudetto senza riserve: il derby d’Italia ha ridotto le distanze da una delle squadre più forti della nostra Serie A, ma bisogna comprendere ora quanto sia in effetti distante l’Inter dal Napoli campione d’Italia.
Nelle quattro reti che hanno reso gloriosa la serata allo Stadium per la squadra di Tudor ci sono quattro belle storie, più le quinta dello stesso Tudor. L’allenatore è arrivato qualche mese fa in piena emergenza, mai però aveva vinto un big match come quello con l’Inter davanti ai propri tifosi. Il gol di Kelly fa rientrare un po’ di dubbi su uno degli acquisti di Giuntoli che hanno convinto poco. La marcatura di Yildiz tiene al centro della scena uno dei talenti più puri del calcio di oggi: la Juve ha voluto tenerlo stretto nonostante gli squilli di mercato. Thuram ha esultato a differenza del fratello Marcus, e si è preso anche l’abbraccio virtuale di papà Lilian che a Torino è un’icona. Mentre Adzic è uno di quei giovani che la Juve ha accompagnato all’ultimo step di crescita nella Next Gen. Un successo non cambia tutto ma racconta abbastanza: migliora ulteriormente l’aria attorno al lavoro che è in pieno svolgimento alla Juve, la spinge verso le prime della corsa e la mette in una posizione di forza rispetto alla necessità di continuare a credere su Tudor».