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·11 de octubre de 2025
❗️ Ibra: “Quanti litigi con Allegri e Leão tra i migliori al mondo: ha vinto lo Scudetto da solo! Modric, Cardinale, Guardiola e a chi avrei dato il Pallone d’Oro…”

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·11 de octubre de 2025
Zlatan Ibrahimovic, oggi Senior Advisor di RedBird Capital Partners, è intervenuto a margine del Festival dello Sport in corso a Trento. Ecco quanto raccolto da MilanNews.it e GDM.com:
Cosa fa oggi Ibra nella vita?
“Oggi sono un rappresentante di RedBird, fondo proprietario del Milan. Cerco di aiutare tutti a fare meglio. Poi mi alleno sempre e ho altri progetti. Dopo l’addio al calcio deve fare sempre qualcosa per sentirmi vivo, anche se non c’è più l’adrenalina di quando ero un calciatore”.
Il tuo riposo è durato poco…
“E’ durato solo tre mesi. Poi sono entrati in questo nuovo ruolo. Dopo un anno ho tagliato i capelli, tra un anno sarò pelato (ride, ndr).
Come sono le tue giornate ora? Stai più in Italia che in Svezia?
“L’80% del tempo sono in Italia. Ogni giorno mi alzo, mi alleno e poi vado a Milanello o a Casa Milan. Poi viaggio tanto, voglio scoprire il mondo che mi ha aperto Cardinale. Voglio fare nuove esperienze per crescere”.
A Casa Milan non hai un ufficio. Perchè?
“Perchè voglio essere più aperto. Se ho qualche appuntamento vado dalla persona che devo vedere”.
Avevi chiesto tre cose prima di dire sì al Milan…
“Cardinale mi ha convinto dopo 5-6 appuntamenti. Ho chiesto tre cose: un progetto a lungo termine, vincere perchè io voglio vincere sempre. La terza cosa è che volevo essere sempre me stesso”.
Come sei con i tuoi figli che giocano a calcio?
“Non mi metto in mezzo con gli allenatori. Ai miei figli do consigli, non è facile per loro aver un padre come me. Sono già giudicati per colpa mia. Il primo consiglio che ho dato loro era di non giocare a calcio, ma non è andata bene. Poi gli ho detto di usare il cognome di mia moglie, ma tanto li conoscono lo stesso. Quello che arriva se lo devono meritare, tutto quello che fanno se lo devono meritare e non perchè si chiamano Ibrahimovic”.
Non sei sposato?
“No. Lo avevo chiesto alla mia compagna ma mi ha detto no. È l’unica che mi dice di no. Stiamo bene insieme, siamo insieme da tanti anni, ogni giorno che passa siamo sempre più uniti”.
A casa tua c’è un quadro con la foto dei tuoi piedi…
“L’ho messa perchè tutta la mia famiglia si deve ricordare che tutto quello che abbiamo è merito di questi piedi”.
Cosa ci dici del Milan attuale?
“Stiamo andando bene. È arrivato Allegri, è un allenatore vincente, ha portato la sua esperienza, equilibrio e stabilità. La società ha fatto una squadra competitiva. Ora facciamo un passo alla volta, tutti uniti per mettere Max nelle migliori condizioni di fare bene”.
Allegri viene spesso criticato per il gioco…
“Il Milan deve vincere, finchè vinciamo queste critiche si allontanano. Quando non vinci invece si avvicinano. Tutti ti giudicano per i risultati. Questo Milan sta giocando bene, è un bel mix, ci sono tanti talenti. Non è vero che gioca male”.
Hai litigato con Allegri?
“Tante volte. Tanti si ricordano di quello che è successo a Londra con l’Arsenal dopo aver vinto 4-0 in casa e perso 3-0 al ritorno. Quando perdo non sono felice. Non mi ricordo se mi aveva fatto una battuta, io gli ho detto che aveva portato due portieri in panchina e lui mi ha risposto che avevo giocato male. E da lì è partito tutto. Con due vincenti sono cose che succedono, sono cose normali. Certe cose non dovrebbero uscire sui giornali, per la gente magari sembrano cose non normali, ma per noi lo sono. Soprattutto per me”.
Cosa manca a Leao?
“Si parla di Leao perchè è forte, altrimenti non si parlerebbe. Quando abbiamo vinto lo scudetto per me Leao lo ha vinto da solo, faceva la differenza da fenomeno. Ci aspettiamo tanto da lui perché è uno dei più forti al mondo”.
Anche Modric è un fenomeno. A 40 anni sta stupendo tutti…
“E’ un maestro. Quando entra in campo, lui è il calcio, non gioca a calcio. Ha fatto una carriera incredibile. Alla fine dello scorso campionato abbiamo detto che serviva più esperienza. Abbiamo preso prima l’allenatore, poi Modric. Ancelotti ci ha detto che era l’unico giocatore del Real che non si era mai fatto male. Ha una mentalità incredibile. L’esultanza dopo Milan-Napoli dice tutto. E’ passione, identità, è un maestro. Se c’era lui quando giocavo avrei allungato la mia carriera di un paio di anni. Siamo molto contenti di Luka, non solo per quello che fa in campo. Avere vicino uno come Modric ti porta a fare di più. Se in campo lui corre, gli altri lo vedono e poi corrono il doppio”.
Lo scudetto con Pioli è una delle tue più grandi soddisfazioni?
“Ci sono squadre con più giovani, come il PSG, altre come la nostra che sono un mix tra gente di esperienza e giovani talenti. Prima di tornare al Milan nel 2020, era un progetto di giovani. Mi hanno preso perchè mancava gente di esperienza. Hanno pensato a me, ma in realtà sono io che ho pensato al Milan. Ho conosciuto Pioli e, come ho detto a Modric, mi ha detto che dovevo essere la guida della squadra. Io ero leader dentro e fuori dal campo, il mio modo di fare può sembrare cattivo, ma per me è normale. Quando non andavano bene le cose andavo io davanti alle telecamere. Se avessi potuto giocare con Modric sarebbe stata una bella cosa”.
Chi ti fa alzare dalla sedia ora?
“Guardare sempre il calcio ti stanca, ma se c’erano partite particolari come derby in Spagna o Inghilterra le guardavo. Nel calcio di oggi mancano dei fuoriclasse, ora il calcio è più collettivo che individuale”.
Cosa pensi di Moruinho e Guardiola?
“Hanno cambiato il calcio. Ho avuto entrambi, sono cresciuto con tutti e due. Hanno fatto la storia. Mi hanno voluto entrambi in squadra. Sono due persone diverse, Mourinho era tutto mentale, ti entrava in testa. Uno crede in un tipo di gioco e uno in un altro. Se ho perdonato Guardiola? Lui ha avuto problemi, non io. L’ho incontrato a New York ed era felice di vedermi”.
Chi è stato più importante per te come allenatore?
“Io dico sempre Capello. E’ lui che mi ha fatto fare lo step da grande giocatore a fuoriclasse. Da lì è iniziato un nuovo percorso per me. Capello era un allenatore che ti alza e poi ti rimette con i piedi per terra. Era il suo modo di lavorare con me, non con tutti. Lui entrava nella testa di tutti i giocatori e is faceva seguire. Capello mi ha trasformato da giocatore normale ad animale”.
Dopo il Pallone d’Oro a Dembelé, hai pubblicato un video con tutti i tuoi trofei. E’ stato un caso?
“Non centrava nulla con il Pallone d’Oro. E’ un video fatto quattro mesi fa. Non sono uno che vive sui social, mi sveglio e pubblico quello che voglio. Non è un rimpianto non aver vinto il Pallone d’Oro. Non sempre il più forte lo vince. Non ho vinto nemmeno la Champions, ma si ricorderanno più di me non l’ho vinta che il 90% dei giocatori che l’hanno vinta. Dembelé l’ha vinta perchè ha vinto la Champions, ma per me il Pallone d’Oro è un premio individuale e che ha fatto meglio a livello individuale è Yamal per me. Questo non vuol dire che non lo meritava, che sia chiaro”.
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