Milannews24
·16 de diciembre de 2025
Inchiesta doppia curva, le motivazioni della sentenza svelano gli affari illeciti

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Le motivazioni della sentenza emessa dal GUP di Milano Rossana Mongiardo in merito al maxi processo abbreviato “doppia curva” offrono uno spaccato inquietante sulle attività criminali che gravitavano attorno agli stadi milanesi. La sentenza, che ha inflitto pene per quasi 90 anni di carcere a carico di 16 imputati, fa luce sui business illeciti che hanno coinvolto gli ambienti ultrà delle due principali squadre cittadine.
Il nucleo centrale dell’associazione a delinquere della Curva Sud del Milan era la “volontà di non spartire con nessunola gestione e gli introiti” di tale settore. Le azioni di intimidazione e violenza avevano come scopo assicurare guadagni illeciti, in particolare attraverso la rivendita dei biglietti. Tali affari fruttavano introiti superiori a 100mila euro all’anno.
Dall’altro lato, la Curva Nord interista fungeva da “mero contesto materiale di copertura” per attività illegali analoghe,ma con una ben più grave aggravante mafiosa, grazie a un “rapporto di protezione di matrice mafiosa” avallato dal clan della ‘ndrangheta dei Bellocco.
Le pene più severe sono state inflitte ai capi delle rispettive curve, a dimostrazione della loro centralità nel sodalizio criminale: Luca Lucci (ex leader della Curva Sud milanista) e Andrea Beretta (ex leader della Curva Nord interista) hanno ricevuto 10 anni di carcere a testa. La sentenza ha riconosciuto tutte le imputazioni, tra cui due associazioni per delinquere e un “patto” per gli affari tra le due curve, oltre a un omicidio recente – quello di Antonio Bellocco (2024) – e un tentato omicidio risalente a sei anni fa.
Beretta, divenuto collaboratore di giustizia dalla fine dello scorso anno, è stato riconosciuto colpevole dell’omicidio di Bellocco. La giudice ha concesso a Beretta l’attenuante speciale per la collaborazione e le generiche per il suo “contributo significativo” alle indagini, che ha permesso di svelare aspetti “terreno ignoto per gli inquirenti” – incluso l’auto-accusa per l’omicidio di Vittorio Boiocchi del 2022.
Per Lucci, la giudice ha riscontrato una difesa “scaltra” e “opportunistica”, definendolo dotato di una “intelligenza ‘spietata’“. Sebbene l’ex leader della Curva Sud si sia mostrato “sincero ed onesto” solo sul fronte dei traffici di drogae si sia sempre proclamato un “vero tifoso”, la sua difesa, che negava con pervicacia tutte le accuse principali, non ha portato elementi utili al procedimento. Di conseguenza, a Lucci non è stata concessa alcuna attenuante, a differenza del collaboratore interista.









































