Calcionews24
·28 de octubre de 2025
Juventus, tante spese e pochi risultati. Investimenti da quasi un miliardo di euro dall’ultimo Scudetto!

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La Juventus ha speso oltre 750 milioni di euro sul mercato dall’ultimo scudetto, senza contare bonus e commissioni. Una cifra enorme, ma che non ha portato né a imporsi in Italia né tantomeno in Europa.
L’obiettivo, all’alba del Covid, era passare dai nove campionati vinti consecutivamente al trionfo in Champions League, ma quel sogno è rimasto tale. Nonostante quasi 600 milioni di euro incassati dalle cessioni nello stesso periodo, i numeri restano crudeli: un’ambizione costosissima che non ha raggiunto i traguardi e una “rivoluzione” di cui, a questo punto, si fatica a capire la direzione.
Ecco l’analisi proposta da La Gazzetta dello Sport. Investimenti ingenti e difficoltà a vendere. Gli ultimi anni sono stati complessi per la Juventus, tra sforzi economici post-Covid, cambi al comando per le inchieste sulle plusvalenze e tentativi di rilanciarsi con rose più giovani e meno costose. La fotografia dei conti rivela spese importanti: 72 milioni per Arthur Melo, 50 per Federico Chiesa, 70 per Dusan Vlahovic, oltre 40 per Gleison Bremer, fino ai recenti 51,3 per Teun Koopmeiners, 50 per Douglas Luiz e 43,9 per Lois Openda. La Juventus ha speso molto, ma ha sempre faticato a vendere, intrappolata in investimenti passati troppo convinti e in stipendi ormai fuori mercato.L’unica eccezione in termini di cessioni di valore, a parte la “Next Gen” che ha fornito gioielli venduti qua e là, è stata Matthijs De Ligt al Manchester United per 67 milioni di euro nel 2022. Le altre operazioni significative riguardano immediati disinvestimenti come Nico Gonzalez e Douglas Luiz, ereditati da precedenti gestioni.
La stella polare smarrita
È vero, John Elkann ha già confermato la disponibilità a un nuovo aumento di capitale. Ma dopo otto partite senza vittorie e un ottavo posto in classifica, questi oltre 750 milioni di euro pesano come macigni. La proprietà e la dirigenza bianconera hanno un estremo bisogno di trovare una via chiara, una stella polare da seguire per ritrovare un futuro vincente. Il punto non è spendere meno, ma “diversamente”, evitando di ritrovarsi ogni sei mesi a dover rivalutare tutte le scelte fatte, dal mercato alle decisioni tecniche.
La pressione sugli investimenti come Koopmeiners o Openda non riguarda solo il costo del cartellino, ma anche le fatiche societarie e le speranze dei tifosi. A Torino c’è un estremo bisogno di ritrovare il sorriso, come accaduto per Kenan Yildiz, che ora si cerca in tutti i modi di non “sacrificare”, o per Khephren Thuram, pagato 20 milioni un anno fa e oggi dal valore raddoppiato. Non è solo questione di soldi, ma di speranze dei tifosi e progetti della società: ogni volta che il club investe, si mette in gioco, e il popolo juventino consuma fiducia. Ma dopo 750 milioni di euro, sia sugli spalti che ai piani alti della società si sente la fatica del passato. Da Comolli, dal prossimo allenatore e dai calciatori di oggi (e di domani) passa il riscatto della “Signora”.









































