Juventusnews24
·9 de octubre de 2025
Kovacevic sta con Tudor: «Igor leader nato, il gruppo lo segue ma ci vuole tempo, la stagione è appena cominciata. Su Yildiz e miei anni alla Juve dico…»

In partnership with
Yahoo sportsJuventusnews24
·9 de octubre de 2025
Darko Kovacevic, ex attaccante della Juventus tra il 1999 e il 2001, oggi figura chiave nell’organigramma dell’Olympiacos come uomo mercato, conserva un legame indissolubile con i colori bianconeri. Nonostante la sua attuale posizione dirigenziale, il ricordo degli anni a Torino lo emoziona ancora, rievocando un periodo in cui si è fatto valere in un reparto offensivo stellare, sgomitando con campioni del calibro di Del Piero, Inzaghi e Trezeguet. Un’esperienza che gli ha lasciato splendidi ricordi e una profonda comprensione della mentalità vincente. Ecco la sua intervista a Tuttosport.
TUDOR LEADER NATO – «Igor è una bella persona: schietta, sincera, leale. Un grandissimo uomo spogliatoio, un leader nato. Lui arrivò alla Juve in un periodo in cui, nel suo ruolo, c’erano tanti giganti. Non era facile emergere, ma lui non ha mai mollato e nel tempo si è fatto apprezzare sia da Ancelotti che da Lippi successivamente».
SORPRENDE VEDERLO ALLENATORE – «In parte sì: è sempre stato capace di unire il gruppo, aveva capacità gestionali persino da giocatore. Sapeva farsi apprezzare e rispettare da tutti, veniva ascoltato persino in un gruppo di mostri sacri. Non mi stupisco che i giocatori della Juve ne parlino bene, in tanti enfatizzano l’entusiasmo che si respira dentro l’ambiente».
COSA MANCA ALLA JUVE – «Ci vuole un po’ di tempo, la stagione è appena cominciata. Non dimentichiamoci di due cose: la Juve non ha ancora perso ed è a -3 dal primo posto. Tutti hanno perso punti».
LA FORZA DEL GRUPPO – «Il fatto che il gruppo segua Tudor, che i giocatori diano risalto anche pubblicamente a questo aspetto, è un bel segnale. Lo dico da dirigente. Quando non ci sono musi lunghi, quando la squadra reagisce sempre nel momento in cui si trova sotto di uno o più gol è importante. Non va dato per scontato. Poi il gioco arriverà, piano piano. Ripeto: diamo tempo a Igor».
L’ATTACCO IN DIFFICOLTA’ – «Non darei così tanto risalto a questo aspetto. Se David segna contro il Milan e non scivola in area, parleremmo degli stessi temi oggi? Un attacco così, con questa qualità, si riprenderà senza dubbio. La Juve ha un gioiello come Yildiz e tre attaccanti di livello mondiale come David, Vlahovic e Openda. Tudor sa come gestirli. L’anno scorso ha preso i bianconeri e li ha portati in Champions League: la stagione è iniziata da un mese e mezzo: merita fiducia».
YILDIZ E MOUZAKITIS – «Parliamo di due talenti straordinari, due giocatori di cui si parla già oggi, ma che si prenderanno la scena dei prossimi anni. L’Olympiacos ha respinto un’offerta da 40 milioni del Brighton per Mouzakitis: significa che crediamo fermamente nelle potenzialità di questo ragazzo e riteniamo che possa ancora crescere. Ha 18 anni, ma ha la maturità di un trentenne. Parliamo di un gioiello, con una capacità di gestione del pallone straordinaria. Rarissima in Europa nei giocatori della sua età».
LA SUA JUVE – «Del Piero e Inzaghi: da loro ho imparato tantissimo. Mi hanno lasciato un bagaglio pazzesco, ho cercato di rubare il mestiere da entrambi. Il mio periodo alla Juve è stato bellissimo: ho capito che cosa significa avere una mentalità vincente. E il segreto è racchiuso nella forza del gruppo, ma anche nella capacità del club di saper sempre fare scudo su tutto. Ma c’è un idolo che per me resta intoccabile degli anni passati a Torino: Zinedine Zidane. Non ho mai più visto nessuno con la sua classe, con la sua straordinaria abilità nel rendere facili le cose impossibili. Era di un livello inarrivabile, sono stato fortunato ad aver giocato con lui».
LA SODDISFAZIONE PIU’ GRANDE – «Vincere la Conference League da direttore sportivo dell’Olympiacos. Una gioia immensa, un premio di valore internazionale a tanti anni di lavoro dietro la scrivania. Una soddisfazione che condivido col presidente Marinakis, l’uomo su cui poggia l’intero progetto».
UN FUTURO IN ITALIA – «La vita è sempre piena di sorprese, ma in Grecia sto benissimo. Oggi per me l’Olympiacos è casa: lavorare con Marinakis mi ha arricchito tanto, non immagino una carriera lontano da qui. Non oggi. Anche se custodisco con cura i ricordi alla Juve».