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·7 de mayo de 2025
Lazio-Juventus, Fabiani: "Il quarto posto loro devono conquistarlo, noi lo vogliamo prendere"

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·7 de mayo de 2025
Dopo la vittoria al Castellani contro l'Empoli, merito della rete di Boulaye Dia prima dello scoccare del minuto 1', la lotta della Lazio per l'accesso in Champions continua, infatti, sabato 10 maggio alle ore 18:00 le aquile affronteranno la Juventus, guidata dal loro ex mister Igor Tudor, allo stadio Olimpico. Riguardo l'importante e difficile incontro si è espresso il Direttore sportivo Angelo Fabiani a La Stampa.
Noi e loro, non vedo differenze. Noi siamo arrivati fino a qui grazie alla forza delle idee e, le idee, danno sostanza e forma a tutto.
Il quarto posto è una corsa a più facce: se loro devono conquistarlo, noi lo vogliamo prendere.
La Lazio è senso di appartenenza: lo hanno capito i nostri tifosi, lo ha percepito chi ama il calcio. I risultati contano, e non poco, ma conta anche come lavori per arrivarci: noi, in questa stagione, abbiamo creato curiosità negli occhi di chi ci guarda.
Tudor in corsa fa la differenza: il suo impatto fu più che positivo con la squadra e l'ambiente. Si è detto e scritto tanto, troppo: ho letto di screzi tra l'allenatore e la società, niente di vero. Fu Igor a decidere di andare via e, noi, di continuare sulla nostra strada che prevede un orizzonte temporale di tre anni per dare un senso al nuovo progetto.
Non mi risulta. E, comunque, prima di scegliere il dopo Sarri ci siamo confrontati, ad ogni livello.
Mi faccia fare un avviso ai naviganti. Chi vuole i nostri ragazzi sappia che non ci sono margini: non li cederemo a potenziali concorrenti in campionato, non rafforzeremo gli altri club italiani.
Al 99, 99 per cento no. E, tra l'altro, non si vogliono muovere loro. Torniamo al senso di appartenenza…
Una o due, dipende da lui. Pedro conosce bene il nostro pensiero che va oltre: quando deciderà di smettere, le porte per un ruolo in società sono aperte. Non si perde un patrimonio e un esempio come lui.
Niente contro i fondi o le altre proprietà, ma se chiediamo ai tifosi chi sono, in pochi sanno rispondere. La nostra storia è diversa, gli obiettivi ben chiari.
Le sorprese nel calcio non mancano mai: per me, ad esempio, il Milan è la squadra più forte nei singoli eppure è là dietro. Comunque non si parla mai delle sorti altrui.
Mi faccia raccontare una cosa: ad Empoli un dirigente fa un commento con un mio collaboratore seduto dietro. “Fabiani comanda il calcio da una vita…”, io non comandavo nemmeno a casa mia. Sono uno che si affida alle idee».