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·8 de noviembre de 2025
Lazio, Pedro e l’Inter: ritorno a San Siro, sei mesi dopo la notte che cambiò la lotta scudetto

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Il fuoriclasse spagnolo ritrova lo stadio dove, il 18 maggio, gelò i nerazzurri e fece esplodere Napoli
Il tempo di un respiro calcistico: appena sei mesi. Il 18 maggio 2025, Pedro Rodríguez fece tremare San Siro con una doppietta che cambiò la storia dello scudetto. Quella notte, mentre l’Inter vedeva svanire il titolo, Napoli festeggiava. E Pedro diventava, senza volerlo, un idolo azzurro.
“Fu una partita straordinaria, la Lazio giocò con orgoglio. Non c’era vendetta, solo professionalità”, ricordano a Formello. Ma quella doppietta – due colpi di genio e freddezza – rimane una ferita aperta nella memoria nerazzurra e l’ultimo lampo del talento di Tenerife in maglia biancoceleste.
La notte che cambiò un campionato
Quel 2-1 del 18 maggio è rimasto scolpito nella cronaca del calcio italiano. Alla penultima giornata, l’Inter di Inzaghi crollò in casa e perse il tricolore virtualmente consegnandolo al Napoli di Conte. Pedro, 38 anni, diventò l’uomo simbolo di un incrocio che unì in un’unica serata tre città, tre destini e una verità: il calcio sa ancora essere imprevedibile.
Non fu solo la Lazio a trarne gloria. Napoli lo adottò come eroe inatteso – fino alle celebri statuette del presepe dedicate allo spagnolo – mentre a Milano si apriva un processo sportivo fatto di rimpianti e sguardi nel vuoto.
Il presente: un Pedro in cerca di sé stesso
Oggi, però, il tempo ha rimescolato le carte. Pedro non è più il giocatore che aveva chiuso la scorsa stagione con 10 gol in Serie A e 4 in Europa League. La condizione fisica è altalenante, l’impatto meno brillante. Nel nuovo contesto tattico di Maurizio Sarri, il suo talento fatica a esprimersi pienamente.
Nel 4-3-3, infatti, è costretto a ruoli che ne limitano l’estro: da esterno puro deve rincorrere, da falso nove resta troppo isolato. Il risultato è una presenza meno incisiva, pur mantenendo una qualità tecnica intatta. “Pedro resta un esempio – spiegano dallo staff tecnico – ma oggi va gestito, non spremuto”.
Con Marco Baroni, la scorsa stagione, aveva ritrovato libertà e creatività agendo da seconda punta alle spalle di un centravanti fisso. Oggi quella dimensione si è persa. La sua ultima apparizione, contro il Cagliari, è durata appena sei minuti: un ingresso simbolico, più che determinante.
L’uomo delle grandi notti
Pedro, però, è uno che si accende nei momenti che contano. E l’Inter è una scintilla che può riaccendere tutto. Contro i nerazzurri ha segnato 5 gol in carriera (3 con la Lazio, 2 con il Barcellona), più che contro qualsiasi altra squadra italiana. Solo Espanyol e Rayo Vallecano hanno subito di più da lui, a conferma di una tradizione che lo lega alle partite ad alta tensione.
“San Siro è un luogo speciale, lì ho vissuto emozioni forti”, ha confidato a un amico. E non è difficile credere che domani, tornando in quello stadio, Pedro cercherà non solo il riscatto ma la conferma che il talento – il suo talento – non conosce scadenze.
Ultima stagione, ultima sfida
Il 38enne spagnolo ha già annunciato che questa sarà la sua ultima stagione con la Lazio. Ma vuole chiuderla lasciando un segno, non una parentesi. Per un calciatore che ha vinto tutto – dalla Champions ai Mondiali – la motivazione oggi passa per l’orgoglio e per il gusto della sfida.
San Siro, il teatro della sua ultima grande notte, può diventare il punto di ripartenza. Quel 18 maggio, in fondo, non è un ricordo lontano: è una ferita ancora aperta per l’Inter e un sogno ancora vivo per Pedro.


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