Calcio e Finanza
·26 de febrero de 2025
Le indicazioni dal Senato al Governo: sponsor scommesse e sgravi fiscali, ma no al Decreto Crescita
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·26 de febrero de 2025
«L’atto di indirizzo che conclude l’affare assegnato sulle prospettive di riforma del Calcio prende atto delle criticità di un settore che, oltre a un valore sociale, ha un impatto economico rilevante, pari a 11,3 miliardi di euro sul nostro Pil. Sono diciotto i punti del dispositivo contenuti nell’atto, che accolgono le osservazioni avanzate durante le quaranta audizioni svolte in commissione con società e operatori del settore in merito all’inadeguatezza di alcune norme e alla necessità di rivederle». Lo afferma in una nota il senatore Paolo Marcheschi, capogruppo di Fratelli d’Italia in commissione Cultura e relatore dell’atto assegnato sul calcio.
In particolare, spiega, «l’atto d’indirizzo del testo, che sarà approvato la prossima settimana, non contiene indicazioni sul Decreto Crescita, appena eliminato dal governo Meloni. Si è convenuto infatti che gli eventuali benefici fiscali vadano destinati a chi investe nei vivai, in infrastrutture, nel calcio femminile, anziché in calciatori stranieri che non solo non apportano alcun valore aggiuntivo al campionato italiano ma penalizzano anche l’impiego dei nostri ragazzi in prima squadra limitando di conseguenza la rosa di scelta ai commissari tecnici per la Nazionale».
Quanto al resto del testo, «il legislatore, nel rispetto dell’autonomia, con questo atto traccia l’indirizzo al governo sugli interventi necessari per rendere più sostenibile economicamente un settore che ha accumulato gravi perdite e sta perdendo valore rispetto agli altri campionati europei. Servono più ricavi e meno costi. L’atto traccia una vera riforma che spazia dalla necessità di nuovi stadi ed infrastrutture, allo sviluppo dei vivai e del calcio femminile; dai diritti tv al contrasto della pirateria; dalla “ex quota totocalcio” alla diminuzione dei costi del lavoro e delle mediazioni; dalla riforma della giustizia sportiva e dell’autonomia degli arbitri, all’equità delle competizioni fra società con bilanci sani, fino al sostegno delle società dilettantistiche».
«In merito al “Decreto Dignita”, che ha di fatto bloccato le pubblicità provenienti dalle società di scommesse, dopo sei anni riteniamo che sia doveroso tracciare un bilancio: non solo è stato palesemente aggirato, ma ha fallito gli obiettivi prefissati di contrasto alla ludopatia, penalizzando il nostro campionato rispetto agli altri campionati europei e riducendo così le entrate stimate in quasi 100 milioni l’anno alle società di calcio. Aggiornarlo significa contribuire a innestare nuove risorse al settore da investire in progetti davvero efficaci di contrasto alla ludopatia e programmare investimenti in infrastrutture e vivai», conclude il relatore di FdI.
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