Inter News 24
·20 de septiembre de 2025
Luis Alberto al miele con Inzaghi: «Per me è come un padre, nel 2017 volevo andare via ma lui mi convinse a restare alla Lazio in questo modo»

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·20 de septiembre de 2025
In vista del derby della Capitale, Luis Alberto, centrocampista spagnolo attualmente in forza all’Al-Duhail, ha rilasciato un’intervista a Il Messaggero, soffermandosi sul rapporto speciale con Simone Inzaghi, suo allenatore ai tempi della Lazio. Lo spagnolo ha ricordato come l’ex tecnico dei biancocelesti e dell’Inter sia stato una figura determinante nella sua carriera, paragonandolo a una figura paterna per il supporto e la fiducia mostrati.
Luis Alberto ha evidenziato anche l’importanza dello staff della Lazio, citando figure come Ripert e Cecchi, che hanno contribuito a creare un ambiente positivo e costruttivo. Il centrocampista ha spiegato come, al termine della stagione 2016-2017, fosse alla ricerca di nuove opportunità a causa del poco spazio in campo. Tuttavia, sia il direttore sportivo Igli Tare sia Inzaghi gli avevano consigliato di restare, assicurandogli un ruolo centrale nella squadra. La fiducia riposta in lui si è rivelata decisiva e ha permesso a Luis Alberto di affermarsi come uno dei protagonisti della Lazio in quegli anni.
Il ricordo di quel periodo resta vivido nella mente del centrocampista, che lo definisce un’esperienza fondamentale per la sua crescita professionale. L’Al-Duhail, suo club attuale, beneficia oggi di un giocatore che ha maturato esperienza e carattere grazie al percorso compiuto con i biancocelesti e alla fiducia di Inzaghi. La testimonianza di Luis Alberto conferma l’importanza del legame tra giocatore e allenatore e il ruolo che la fiducia e il supporto possono avere nello sviluppo di un talento nel calcio professionistico.
SU INZAGHI – «Per me lui è come un padre, una persona fantastica. Così come Ripert, Cecchi e gli altri dello staff. Abbiamo vissuto un periodo bellissimo alla Lazio. Alla fine del 2016-17 volevo trovare un’altra possibilità visto che giocavo poco, ma sia Igli che Inzaghi mi dissero che dovevo rimanere perché sarei stato importante. Alla fine è andato tutto secondo i piani».
SULLA LAZIO DI QUEST’ANNO – «Il mercato? Sarei arrabbiato, ma tanto, sia per il tecnico che per i tifosi sarebbe una guerra persa. Si può solo attendere gennaio. La dirigenza ha sbagliato tante cose. Secondo me i tre momenti cruciali sono stati l’addio di Inzaghi, quello di Tare e infine quello di Sarri. Lì si era capito che non si sarebbe andati da nessuna parte. In più quando subentra gente che non ci capisce tanto di calcio diventa difficile e ora lo sarà ancora di più».