Manchester City, Guardiola: “Farò una pausa dopo la scadenza del contratto. Quando morirò sarò dimenticato” | OneFootball

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·2 de mayo de 2025

Manchester City, Guardiola: “Farò una pausa dopo la scadenza del contratto. Quando morirò sarò dimenticato”

Imagen del artículo:Manchester City, Guardiola: “Farò una pausa dopo la scadenza del contratto. Quando morirò sarò dimenticato”

Pep Guardiola e il Manchester City: una storia travolgente ma destinata a terminare. Come annunciato proprio dal tecnico spagnolo nell’ultima conferenza stampa.

9 anni di vittorie, un ciclo travolgente e un gioco che ha ancora una volta incantato il mondo. Pep Guardiola, sulla panchina del Manchester City, ha nuovamente scritto la storia. Ma anche le più belle favole sono destinate a terminare. E il campo, quest’anno, non ha fatto altro che accelerare un processo inevitabile. Perché i Citizens hanno mancato tutti gli obiettivi, andando incontro ad un calo netto, a tratti sorprendente: non abbiamo più visto quella squadra bella e dominante capace di monopolizzare la Premier League. Lecito, dunque, aspettarsi un cambiamento. Temporaneamente allontanato dal recente rinnovo di contratto siglato in autunno da Guardiola, nuovamente riavvicinato dalle recenti dichiarazioni dello stesso tecnico spagnolo. Come? Con le seguenti parole.


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Manchester City, le parole di Guardiola sul futuro

Pizzicato da ESPN, l’ex allenatore del Barcellona ha parlato del suo futuro, dichiarando di aver già deciso cosa fare alla scadenza del suo contratto con i Citizens datata 2027:

Dopo la scadenza del contratto con il City, mi fermerò. Ne sono sicuro. Non so se mi ritirerò, ma mi prenderò una pausa“.

Aggiungendo un pensiero su quello che rimarrà di lui ”alla fine di tutto”:

“Come voglio essere ricordato? Non lo so. Tutti gli allenatori vogliono vincere per poter svolgere un lavoro memorabile, ma credo che i tifosi del Barcellona, ​​del Bayern Monaco e del City si siano divertiti a guardare le mie squadre giocare. Non credo che dovremmo mai vivere pensando se saremo ricordati o meno. Quando moriamo, le nostre famiglie piangono per due o tre giorni e poi basta: vieni dimenticato. Nella carriera degli allenatori ci sono allenatori bravi e allenatori cattivi, l’importante è che quelli bravi vengano ricordati più a lungo. La cosa più importante non è quello che la gente pensa di te, dopotutto, la nostra vita da calciatori è stata molto bella. Ci sono nuove sfide da allenatore, non so cosa succederà in futuro e alla fine questo non importa“.

Sui risultati scarni di questa stagione, ha invece concluso così:

“È stato un anno di grande apprendimento. Non c’è un solo motivo per cui quest’anno è stato difficile, ci sono molti dettagli, come le decisioni sbagliate prese nei miei confronti. Quindi, è stato un anno di grande apprendimento per me. La gente pensa che impariamo di più dalle sconfitte che dalle vittorie. Ma credo anche di imparare dalle vittorie. Sapevo che ci sarebbe stato un momento in cui saremmo caduti, ma siamo caduti tanto. Non ci aspettavamo di arrivare così lontano, ma non possiamo vincerle tutte. Quello che abbiamo fatto in 10, 9 anni è stato eccezionale, ma ora dobbiamo sederci e imparare a capire cosa dobbiamo produrre in futuro“.

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