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·6 de junio de 2025

Marani: «La Serie C si regge sugli imprenditori. Serve un bagno di realismo sugli stipendi»

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Continua il lavoro di rapporti istaurati durante la presidente di Matteo Marani da quando è diventato presidente della Lega Pro. Tutto in funzione di un cambiamento nel sistema calcio italiano che fa perseguito anche nel prossimo futuro.

«C’è una congiuntura favorevole al confronto che parte da una stima reciproca e una armonia nei rapporti che è fondamentale per lavorare insieme – ha dichiarato Marani durante il suo intervento al Festival della Serie A in corso a Parma –. Ci sono tre leghe professionistiche rappresentate da tre presidenti che hanno buoni rapporti, ma auspico un gruppo di lavoro più ampio. Anche perché arriveremo inevitabilmente nei prossimi mesi a un momento dirimente, in cui dovremo tutti insieme tirarci su le maniche e capire cosa fare. È inevitabile».


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I problemi del calcio professionistico italiano: «Spesso si sono considerati i problemi differenti tra Serie A, B e C, in realtà i problemi sono i medesimi: un tema economico-finanziario, ovviamente declinato nei vari livelli; un tema di indebitamento; un tema di impiantistica su cui soffrono tutti, anche nei dilettanti; un tema sportivo, di talenti che dobbiamo rimettere in moto. Sostenibilità? Il fatto che ci sia l’assicurazione che non accadrà mai più nulla di quello già accaduto credo che nessuno lo possa fare. C’è un tema strutturale, siamo in una situazione che non ha i principi della normale economia, in nessuna industria nella propria azienda avrebbe mai degli stipendi al 100% del proprio fatturato, non è ipotizzabile. Se qualcosa va fatto, e qualcosa va fatto, riguarderà tanti soggetti e tante responsabilità».

«Bisogna stare attenti, perché ogni volta in cui i ricavi del calcio italiano sono aumentati di un euro, i costi sono cresciuti tre volte tanto – ha continuato Marani –. I ricavi tuttavia non potranno aumentare più di tanto, considerando la contingenza economica. Dobbiamo ragionare sul costo del lavoro, non siamo più negli anni ‘80 e ‘90. Oggi serve che un bagno di realismo lo facciano tutto, è ingiusto e immorale che ci siano solo le società a fronteggiare la crisi. Quando si viene promossi ci sono subito gli aumenti, ma quando si retrocede non ci sono mai i tagli. Se non ragioniamo su un altro modello, questo è destinato ad aumentare i problemi. Il tema della riforma è annoso, spesso ci si blocca su questo. Noi abbiamo dato disponibilità a ragionare, in primis al presidente federale perché poi siamo tutti legati».

«Noi siamo aperti a ogni forma di ragionamento, poi ci sono i numeri che parlano di un tema complesso, c’è una squadra che è fallita quattro volte in 14 anni. Ragioniamo insieme sul numero, dobbiamo capire quale è il modello di sviluppo: se la C cambia il numero, il problema è risolto o dobbiamo comunque capire come si sostiene? La Serie C oggi vive sul supporto degli imprenditori. Dobbiamo prima capire come rendere tutto sostenibile: non vorrei che si riduce ogni categoria ma poi il problema resta. Se abbiamo stipendi al 90% del fatturato, anche in 10 avremmo problemi. Dobbiamo capire come ridisegnarci, come contenere i costi e capire che strada far prendere a tutto il movimento. Credo che la politica possa fare molto per il calcio. A volte c’è un po’ di peccato sul calcio, a volte si rende un po’ impresentabile e scontiamo un prezzo di come siamo», ha concluso Marani.

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