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·14 de mayo de 2025
Mariani: «Tornare a Torino emozione incredibile. Ho parlato con Vanoli, è autentico, ma dal club serve un nuovo step» – VIDEO

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·14 de mayo de 2025
(Lorenzo Bosca – Inviato allo Stadio Olimpico Grande Torino). Pedro Mariani, al secolo Pietro, è tornato a Torino. L’ha fatto in occasione dell’ultima partita giocata dalla sua ex squadra in campionato: domenica 11 maggio contro l’Inter. Ma è proprio qui che arriva il bello. Allo Stadio Olimpico Grande Torino il classe ‘62 non sedeva in tribuna o nel classico Skybox accompagnato da un tagliando omaggio e foto di rito come spesso accade per una ‘vecchia gloria’ del passato che ha scritto pagine importanti della storia di un club.
Nulla affatto, in maniera del tutto autonoma e senza grandi proclami Mariani ha indossato la maglia granata, convocato a rapporto la sua famiglia (anch’essa tifosa del Torino) e acquistato per tutti un tagliando in Curva Maratona (culla del tifo organizzato piemontese). E’ qui che le telecamere di CalcioNews24 lo incontrano, proprio a due passi dalle gradinate dell’impianto sportivo e ad una manciata di minuti dal fischio d’inizio della partita. La nostra intervista esclusiva all’ex giocatore:
Pietro ‘Pedro’ Mariani a CalcioNews24:
Buongiorno Pedro, che emozione è tornare qui a Torino in quella che è stata la tua piazza, tra quella che è stata la tua gente?
«Un’emozione incredibile: torno da ex, ma anche da tifoso, quindi mi sono messo la mia maglia. Sono venuto con mio figlio – che anche lui ha iniziato del Toro – e i miei nipoti che sono del Toro, senza che nessuno di noi abbia infierito in maniera accanita per far si diventassero del Toro. Ed è la più bella emozione della mia vita, perché sono con la mia famiglia ed altri amici granata. Ed è una delle giornate più belle della mia vita, in assoluto».
Perché in Curva Maratona e non in Tribuna?
«Perché è stata la mia curva, perchè nei momenti difficili mi hanno sempre sostenuto. Ho a casa una foto dove c’è scritto ‘Pedro la Curva Maratona è con te’ dopo tantissimi infortuni. E poi è il cuore che pulsa…non potevo andare in tribuna, non è da me. Sono un cuore granata, legatissimo a questa gente. Non potevo vederla da nessuna altra parte, per cui è bellissimo».
Tu conosci bene Paolo Vanoli, ci sai dire che uomo – prima ancora che allenatore – è?
«Siamo amici, abbiamo giocato insieme: ieri sono andato a trovarlo e sono stato due ore con lui. Brevemente ti dico che può essere l’allenatore del futuro ed è quello – e non lo dico perchè sono amico – che insieme a Sinisa (Mihajlovic, ndr) che incarna più di tutti il cuore Toro. Lui ci tiene tanto, è felice e orgoglioso di essere qui. E quando leggete quelle dichiarazioni sul senso di appartenenza sugli invincibili e tutto il resto sono vere! Paolo è un uomo integro, quello che dice…le parole che leggete sono vere. Paolo è e può essere un allenatore che può lasciare un segno. Ha bisogno di sostegno da parte della società, di una progettazione, di uno step superiore. Però è l’allenatore perfetto per il Toro, un grande cuore Toro».
Cosa intendi per step superiore? Cosa dovrebbe fare il Torino per assecondare mister Vanoli?
«Per step superiore si intende un livello tecnico maggiore. Il Toro ha una storia incredibile, noi non possiamo arrivare decimi, undicesimi, dodicesimi…con tutto il rispetto. Vanno bene i conti che quadrino, perché è giusto così. Però il Toro deve stare più in alto, magari poi non ci arriva in Europa, ma deve provarci ogni anno. Se lo merita! Per la sua storia, per la fede, per tutto un insieme di cose. E deve iniziare a progettare, anno per anno, fino a che ti assesti…come sta facendo il Bologna. Fino ad un livello dove piano piano rimani lì. Un anno ci vai in Europa, altri due no, poi si. Ma il Toro non può arrivare undicesimo, per la sua storia, per questa gente».
Si ringrazia Pedro ‘Pietro’ Mariani (e la sua famiglia) per la disponibilità e la gentilezza mostrate in questa intervista.