Juventusnews24
·5 de noviembre de 2025
McKennie Juventus: il cuore non basta, in Champions League passo indietro del texano anche se… La pagella del centrocampista

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Una conferma inaspettata in un ruolo fondamentale, ma una prestazione che non ha convinto pienamente. Weston McKennie, schierato titolare nella delicatissima sfida di Champions League pareggiata 1-1 contro lo Sporting Lisbona, ha lottato per tutti i 90 minuti, ma non è riuscito a replicare la brillante prova offerta a Cremona. La Gazzetta dello Sport gli assegna la sufficienza più risicata.
Per il centrocampista americano, il voto finale è un 6, una sufficienza che lo salva da una bocciatura, ma che ne sottolinea le difficoltà di interpretazione tattica. Paradossalmente, il suo è il voto più basso tra tutti i giocatori promossi dalla Gazzetta in campo.
MCKENNIE 6 – «Il voto più basso. Nessuna bocciatura, ma 90 minuti vissuti senza trovare mai la giusta posizione da dov trasformarsi in ciò che si era trasformato a Cremona: nel vero grimaldello tattico di Spalletti. Il cuore non manca».
L’analisi della rosea è chiara: nessuna bocciatura, perché l’impegno e il «cuore non mancano» mai al texano, ma la sua è stata una prestazione in chiaroscuro. Il problema principale è stato tattico: McKennie non è riuscito a trovare la «giusta posizione» in campo per trasformarsi in quel «vero grimaldello tattico di Spalletti» ammirato a Cremona, dove, agendo da mezzala ibrida, era stato il migliore in campo.
Nel 3-5-2 di stasera, l’americano ha faticato a dare superiorità numerica in mediana e non ha trovato gli spazi per le sue incursioni offensive. Un segnale che, quando il livello si alza (come in Champions League) e la partita diventa più fisica e veloce, McKennie rischia di perdersi, non riuscendo a incidere.
Spalletti lo ha voluto titolare anche in Champions, segno di una grande fiducia. McKennie ha lottato per 90 minuti, ma il risultato in campo è stato inferiore alle aspettative. La sua duttilità è una risorsa, ma il tecnico dovrà lavorare per stabilizzarlo e trovargli un ruolo che lo renda costantemente decisivo, anche contro avversari di prima fascia. La sufficienza è salvata dall’impegno, ma la vera sfida per McKennie è appena iniziata.









































