Calcio e Finanza
·23 de diciembre de 2024
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Nei giorni scorsi il Milan ha comunicato importanti novità sul fronte societario. Con una nota ufficiale pubblicata il 20 dicembre scorso, il club rossonero ha fatto sapere che RedBird Capital – il fondo guidato da Gerry Cardinale, alla guida del Milan dal 2022 – ha portato a termine un’operazione di rifinanziamento del cosiddetto Vendor Loan.
Si tratta dell’accordo portato a termine con il fondo Elliott, precedente proprietario del Milan, nell’ambito dell’operazione che portò il club rossonero nelle mani di RedBird per una valutazione di 1,16 miliardi di euro. Cardinale versò a Elliott 600 milioni di euro e finanziò la restante quota – 560 milioni di euro – proprio con risorse messe a disposizione dal venditore (Elliott appunto) con un tasso di interesse nell’ordine del 7%.
Ora, grazie a questo rifinanziamento portato a termine con 8 mesi di anticipo rispetto alla scadenza di agosto 2025, RedBird ha versato ulteriori 170 milioni, facendo così lievitare l’investimento nel Milan a 770 milioni di euro. A questa cifra vanno aggiunti i 55 milioni di euro (40 più 15) versati dall’azionista a sostegno del progetto stadio a San Donato Milanese, per un totale che supera gli 800 milioni di euro. Contestualmente, la quota capitale del prestito è stata ridotta a 489 milioni, con la nuova scadenza fissata a luglio 2028.
Ma cosa significa per il Milan e per la proprietà questa operazione? Partendo dai dati di fatto, RedBird si è mossa con anticipo rispetto alla scadenza del Vendor Loan, prolungando il prestito di ulteriori tre anni, segno della volontà di un impegno a lungo termine nel club rossonero. Le tempistiche con le quali si è chiusa l’operazione – per fare un esempio – evidenziano le differenze rispetto a quanto accaduto con il prestito da 275 milioni di Oaktree a Steven Zhang per la gestione dell’Inter o con lo stesso Milan dell’era Yonghong Li, uomo d’affari cinese che fu costretto ad abdicare per non essere stato in grado di ripagare il prestito fornito dal fondo Elliott.
Un tema sul quale è tornato recentemente l’AD del Milan Giorgio Furlani, che – parlando durante una masterclass alla Harvard Business School – ha ricordato a proposito di quegli anni: «A luglio 2018 Li aveva smesso del tutto di mettere soldi nel club. Poiché era inadempiente sul prestito, Elliott ha rilevato il club rossonero. Dire che quel Milan è stato mal gestito è offensivo per le aziende mal gestite: non è stato gestito affatto».
Cardinale ha dunque “comprato” tempo e avere superato la scadenza di agosto 2025, allungandola fino a luglio 2028, consente a RedBird di concentrarsi con forza sul progetto per un nuovo stadio. Il 2025 sarà l’anno chiave da questo punto di vista, in cui si capirà se l’opzione di un nuovo San Siro con l’Inter sarà effettivamente percorribile o se tutti gli sforzi andranno concentrati su San Donato, dove la proprietà ha già investito 55 milioni di euro, comprando i terreni su cui edificare eventualmente la struttura e rafforzando il patrimonio della società.
Il contestuale passaggio di proprietà dell’Inter da Steven Zhang a Oaktree consente inoltre al businessman americano di poter contare su un partner più solido economicamente qualora il piano di un nuovo San Siro dovesse essere quello prescelto per il futuro. Seguendo questa via, i costi dell’investimento sarebbero di fatto dimezzati, i ricavi rimarrebbero inalterati rispetto a un investimento su due stadi separati e le due squadre potrebbero restare nell’iconico quartiere, evitando di trasferirsi fuori Milano.
Oltre al progetto stadio, che qualora fosse approvato darebbe un boost importante al valore del Milan consentendo eventualmente a RedBird di poter valutare una futura cessione del club a cifre decisamente superiori rispetto a quelle dell’acquisto, il rifinanziamento del Vendor Loan apre le porte – almeno sulla carta – anche al possibile ingresso di soci di minoranza. Se Cardinale decidesse di cedere il capitale per un importo pari al debito residuo, i 489 milioni menzionati nel comunicato ufficiale, manterrebbe comunque il controllo del Milan, potendo contare su un partner attivamente più coinvolto rispetto a un semplice finanziatore, ruolo ricoperto attualmente da Elliott.
Un’opzione che lo stesso Cardinale aveva ventilato in un’intervista rilasciata a febbraio a Calcio e Finanza: «In questo momento ci sono molti capitali in Medio Oriente interessati a investire nello sport e siamo aperti a collaborare con potenziali partner che potrebbero unirsi a noi sia come sponsor che come partner nella costruzione del nuovo stadio, oppure come azionisti minoritari in qualità di partner a vero valore aggiunto, ma come ho detto non rinuncerò al controllo».
Infine, non va sottovalutata l’importanza dell’operazione di rifinanziamento guardandola anche dall’altro lato della barricata: quella di Elliott. Il fondo guidato da Paul Singer – che nel periodo di gestione del Milan ha risanato un colossale passivo e riportato in rossonero uno Scudetto che mancava da dieci anni – ha evidentemente fiducia nel piano di Cardinale.
Prima ha finanziato una parte dell’acquisizione, e ora ha deciso di allungare al 2028 la scadenza per la restituzione del prestito. Non solo. E’ presumibile che per il fondo attivista si possa trattare di un’operazione conveniente sul fronte finanziario, considerando che molto probabilmente il tasso di rendimento interno (IRR) – un dato che consente di valutare la redditività di un investimento – è considerato più interessante rispetto a quello di altri tipi deal. Elliott, inoltre, non si metterebbe in condizioni che possano nuovamente portarlo a dovere gestire il Milan (messo a garanzia del prestito) e incassando i 170 milioni di euro versati da RedBird riduce ulteriormente la rischiosità dell’esposizione.
A due anni dal suo ingresso nel Milan, Cardinale ha confermato dunque il suo impegno nel club rossonero e la centralità del nuovo stadio nel suo piano di lungo periodo. La speranza del proprietario è che le cose inizino a funzionare anche sul terreno di gioco, considerando che la qualificazione alla UEFA Champions League rimane comunque un obiettivo primario per consolidare il livello raggiunto dal Milan negli ultimi anni a livello sportivo e di posizionamento del brand.