Calcionews24
·13 de noviembre de 2025
Moldova Italia, le tre cose che non hai notato del match delle Qualificazioni ai Mondiali 2026

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·13 de noviembre de 2025

La vittoria dell’Italia contro la Moldova, seppur con un risultato finale di 2-0, ha evidenziato una partita ricca di spunti, non solo legati ai gol nel finale. Analizziamo tre temi minori che hanno caratterizzato la prestazione degli Azzurri, tra automatismi da perfezionare, una difesa attenta e la crescita di un giovane leader in campo.
1. L’eccesso di automatismo e la mancanza di “sorpresa” nell’attacco azzurro
Nel primo tempo, l’Italia ha mostrato un gioco basato su scambi di prima e “dai e vai”, ma questa fluidità si è rivelata a tratti un limite. La manovra, sebbene corretta e con linee disegnate, è apparsa in punta di piedi e troppo prevedibile, non riuscendo a sorprendere la difesa moldava. Un eccesso di automatismo ha privato l’attacco azzurro di quella scintilla di imprevedibilità necessaria per scardinare difese chiuse. Nonostante le numerose occasioni create, come i tiri di Raspadori o il colpo di testa di Zaccagni, spesso si è arrivati alla conclusione con soluzioni scontate. La Moldova, pur non rinunciando a ripartire in contropiede cercando l’uno contro uno, ha trovato vita facile nel leggere le intenzioni italiane.
2. La difesa attenta e reattiva: un punto fermo nonostante le pressioni
Nonostante la difficoltà nel segnare, la difesa italiana ha mostrato grande solidità e attenzione per tutta la partita. Già al 6′, la Moldova ha provato a ripartire in contropiede con azioni in 1 vs 1, ma l’Italia ha dimostrato di essere attenta, ripiegando con più uomini e non avendo problemi a bloccare le iniziative avversarie. Anche quando la Moldova è riuscita a rendersi pericolosa, come con il tiro al volo di Postolachi al 32′, l’azione è nata da un prolungato duello vinto sulla bandierina, non da un errore di posizionamento difensivo.
3. Tonali in cattedra e la ricerca della verticalità: un segnale di cambio di passo
Nel secondo tempo, con l’ingresso di nuovi uomini e l’aumento dell’intensità, si è assistito a un cambio di passo nella manovra offensiva italiana, in particolare grazie all’ascesa di Sandro Tonali. Il centrocampista del Newcastle ha iniziato a salire in cattedra, dettando i tempi di gioco e servendo con maggiore velocità gli esterni. Le sue conclusioni potenti, seppur a volte centrali, e la sua capacità di velocizzare l’azione hanno dato nuova linfa all’attacco azzurro. Questo si è tradotto in un momento di massimo assedio al 70′, con l’Italia che ha iniziato a stringere i tempi e a cercare la porta con maggiore convinzione. I frutti si sono avuti solo all’88’, con la rete di Mancini e poi quella di Esposito nel recupero. Nelle due precedenti sfide giocate in Moldova per le qualificazioni Mondiali lo scarto non era stato maggiore (1-3 nel 1996 e 0-1 nel 2004), si era però sbloccato il risultato già nel primo tempo (Ravanelli e Del Piero gli autori delle reti).









































