Moratti dopo la truffa subita: «Sarebbe bastato chiamare il ministro ma non volevo disturbarlo. Brave le forze dell’ordine, mi sono tolto un peso!» | OneFootball

Moratti dopo la truffa subita: «Sarebbe bastato chiamare il ministro ma non volevo disturbarlo. Brave le forze dell’ordine, mi sono tolto un peso!» | OneFootball

In partnership with

Yahoo sports
Icon: Inter News 24

Inter News 24

·13 de febrero de 2025

Moratti dopo la truffa subita: «Sarebbe bastato chiamare il ministro ma non volevo disturbarlo. Brave le forze dell’ordine, mi sono tolto un peso!»

Imagen del artículo:Moratti dopo la truffa subita: «Sarebbe bastato chiamare il ministro ma non volevo disturbarlo. Brave le forze dell’ordine, mi sono tolto un peso!»

Moratti dopo la truffa subita: «Sarebbe bastato chiamare il ministro ma non volevo disturbarlo». La spiegazione dell’ex presidente dell’Inter

Tutto bene quel che finisce bene, è quello che avrà pensato Massimo Moratti. L’ex presidente dell’Inter fa parte della cerchia degli imprenditori italiani truffati dal “finto Crosetto”. I truffatori si erano finti essere il Ministro della Difesa italiano, e avevano chiamato al telefono ricchi imprenditori chiedendo loro delle cifre per liberare cronisti imprigionati in Iran e Siria. Il milione di euro che aveva sborsato l’ex presidente nerazzurro, abboccando nel tranello, è stato recuperato dalle forze dell’ordine: «Era in un conto in Olanda, ora congelato. Una tappa fondamentale per trovare i pirati che avevano preso di mira gli imprenditori vip». Così la Repubblica che raccoglie anche le dichiarazioni dello stesso Massimo Moratti dopo l’accaduto.

IL MILIONE RECUPERATO – «Era facile uscirne. Sarebbe bastato chiamare subito il ministro ma non volevo disturbarlo… Che bravo il procuratore Viola, il pm, i carabinieri, il ministro Crosetto che ci ha messo la faccia… Mi ha chiamato appena dopo il ritrovamento. Tutti hanno lavorato bene. Mi sono tolto un peso».


OneFootball Videos


LA TRUFFA – «Organizzati bene! Il finto ministro era un attore relativo, ma il generale della Nato in Belgio era in gamba. Tante telefonate: una decina lunedì, 5-6 martedì. “Giornalisti rapiti, famiglie disperate…”. Che dire, ho voluto crederci. Certo, era facile uscirne, bastava chiamare il vero ministro. Ma non volevo disturbarlo. Mi hanno chiamato pure mentre ero davanti ai carabinieri. E io sono stato al gioco. Denunciare è importante, non potevo star zitto. La povera gente viene chiamata ogni giorno con mille scuse, come quella del nipote finito nei guai. Spero per i giornalisti rapiti? A buon rendere…».

Ver detalles de la publicación