Juventusnews24
·5 de diciembre de 2025
Napoli Juve, Gigi D’Alessio scalda l’ambiente: «Per noi napoletani è la finale dei mondiali. Spalletti? Domenica deve essere accolto così»

In partnership with
Yahoo sportsJuventusnews24
·5 de diciembre de 2025

L’attesa per il big match di domenica sera allo Stadio Diego Armando Maradona sta raggiungendo livelli febbrili. Napoli-Juventus non è mai una semplice partita di calcio, ma un evento che trascende lo sport per diventare una questione di identità e orgoglio cittadino. A spiegare meglio di chiunque altro cosa significhi questa sfida per il popolo partenopeo è intervenuto Gigi D’Alessio. Il celebre cantautore, intervistato da Radio Kiss Kiss Napoli, ha usato una metafora potentissima per definire il peso specifico dell’incontro, caricando l’ambiente in vista del fischio d’inizio.
IMPORTANZA DELLA GARA – «Napoli-Juventus è la finale dei Mondiali per noi napoletani, quella partita che non vuoi perdere»
Il tema più caldo della vigilia, però, riguarda l’accoglienza che verrà riservata al grande ex, Luciano Spalletti. Se una parte della tifoseria (come il giornalista Alvino) invoca i fischi, D’Alessio si schiera dalla parte opposta, invitando il pubblico a mostrare gratitudine e signorilità verso l’uomo che ha riportato il tricolore in città dopo 33 anni.
ACCOGLIENZA SPALLETTI – «Dico sempre che il calcio ci deve dividere solo sul campo, arriverà Spalletti e dev’essere accolto con un applauso, ci ha fatto vincere uno scudetto e merita un grande applauso. Lui fa quel lavoro, l’importante è che si è tatuato il Napoli, facciamo vedere come sono i napoletani»
Infine, il cantante ha regalato un aneddoto intimo e toccante legato proprio alla leggenda che dà il nome allo stadio dove si giocherà la sfida. Un ricordo che unisce musica, cucina e il mito del Pibe de Oro.
IL RICORDO DI DIEGO – «Sono stato a casa di Maradona a Dubai e ho cucinato per lui, spaghetti con aglio olio e peperoncino ed è diventato il suo piatto preferito. Sotto l’aspetto calcistico è stato il migliore di tutti, ma era un uomo di mondo»









































