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Milannews24

·31 de julio de 2025

Nuovo San Siro Milan, Sala tuona! Settembre mese limite, i piani del sindaco non cambiano. La situazione

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Nuovo San Siro Milan, il sindaco di Milano Sala torna a tuonare sul progetto dell’impianto: settembre mese limite

Milano si trova in un momento di grande incertezza politica, con le indagini della Procura sull’urbanistica che continuano ad allargarsi, generando una crescente tensione all’interno del Consiglio Comunale. Questa situazione, riportata dall’edizione milanese de La Repubblica, non riguarda solo lo scontro tradizionale tra maggioranza e opposizione, ma si estende profondamente anche all’interno della coalizione che sostiene il sindaco Giuseppe Sala.

Il clima è teso, e il sindaco Sala ha espresso una chiara impazienza riguardo al proseguimento dell’iter consiliare per quelle che considera le opere più importanti per il futuro di Milano. Tra queste spiccano il nuovo stadio di San Siro, per il quale la vendita a Inter e Milan deve essere finalizzata prima del 10 novembre, data in cui scatterà il vincolo sul secondo anello, la revisione del Piano di Governo del Territorio (PGT) e il piano per l’edilizia residenziale.


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Il messaggio di Sala ai suoi collaboratori è stato inequivocabile e perentorio: “Non sono qui per occupare una poltrona. A settembre bisognerà stabilire delle scadenze: o portiamo avanti i progetti che dobbiamo realizzare, oppure ce ne andiamo tutti a casa”. Un ultimatum chiaro, volto a smuovere l’impasse generata dall’inchiesta urbanistica che ha travolto il capoluogo lombardo. I destinatari di questo messaggio indiretto sono principalmente gli alleati della stessa maggioranza comunale che sostiene Sala a Palazzo Marino. A complicare ulteriormente la situazione, a ridosso della pausa estiva, sono le imminenti decisioni attese dal Palazzo di Giustizia, che potrebbero scardinare definitivamente gli equilibri politici milanesi.

La pressione che il sindaco esercita sulla sua maggioranza riflette un deterioramento dei rapporti interni, esacerbato dal clima di sfiducia seguito al suo coinvolgimento nell’indagine e al successivo discorso in cui ha ribadito in Consiglio comunale la volontà di proseguire il suo mandato.

Dalla sua iscrizione nel registro degli indagati, insieme a oltre 70 persone, Sala si aspettava una presa di posizione chiara dalla leadership del Partito Democratico, in particolare dalla leader Elly Schlein, con una conferma della fiducia nei suoi confronti. Il sindaco aveva un asso nella manica: sapeva bene che nessuna forza politica, tanto meno il PD, avrebbe gradito un ritorno immediato alle urne, specialmente con un’inchiesta in corso che colpisce una delle amministrazioni di punta del centrosinistra e con l’urgenza di individuare un nuovo candidato. Alla fine, la segretaria del PD ha effettivamente preso posizione in pubblico, rinnovandogli il sostegno, ma accompagnando il messaggio con una richiesta chiara da parte dei dirigenti locali: serve un cambiamento concreto, soprattutto sul fronte urbanistico.

Proprio per questo, tutti i partiti di maggioranza del capoluogo lombardo, con il PD in testa, hanno chiesto la nomina immediata di Federico D’Andrea, ex ufficiale della Guardia di Finanza con un passato al fianco del pool Mani Pulite, come figura di garanzia e consulente per l’urbanistica. Un modo per segnalare chiaramente all’esterno l’intenzione di voltare pagina.

Sala, pur condividendo la scelta del nome di D’Andrea, ha ritenuto più opportuno nominarlo contemporaneamente al nuovo assessore all’Urbanistica, chiedendo ai partiti di maggioranza di mettersi d’accordo: “Indicatemi un nome che vada bene a tutti per il ruolo di assessore all’Urbanistica”. Nel frattempo, la carica lasciata dall’ex assessore Giancarlo Tancredi è stata temporaneamente affidata alla vicesindaca Anna Scavuzzo. Alla fine ha prevalso la linea del sindaco: le nomine saranno contestuali, da effettuare a settembre.

In sintesi, al momento, a Milano si osserva un gioco di equilibri precari e instabili, mantenuti in un clima di reciproca diffidenza. Soprattutto considerando che Sala non è disposto a cedere su ciò che considera irrinunciabile: la realizzazione del nuovo stadio (un tema che interessa da vicino anche il Milan, con Tare come nuovo DS e Allegri come nuovo allenatore), il piano casa e la riforma del PGT. Obiettivi che il sindaco vuole formalizzare prima di andare alle urne nel 2027, o anche prima, a costo di fare un passo indietro e mandare i cittadini milanesi al voto nel bel mezzo di un’inchiesta giudiziaria sulla città.

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