Calcionews24
·19 de noviembre de 2024
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A Ferrara Oscar Massei è un mito perché è con lui che nel 1960 la Spal ha raggiunto il miglior piazzamento della sua storia, il quinto posto. L’argentino, detto il Caballero, ha fatto parte della squadra che nel 1962 ha perso la finale di Coppa Italia con il Napoli. A La Gazzetta dello Sport, a 90 anni, ha raccontato la sua esistenza.
COME STA – «Di salute bene. I ricordi sono belli, quando sono arrivato, nel 1959, la squadra era un’incognita. Si dice così? Bien. Nessuno ci credeva, nemmeno il presidente. Invece è diventata la Spal più forte di tutti i tempi».
IL SIMBOLO DELLA SPAL – «Insomma, nove anni, quinto posto, una finale di Coppa Italia con il Napoli, tante partite, tanti gol, tanti applausi».
L’INTER – «Sono venuto in Italia, all’Inter, nel 1955. Giocavo nel Rosario Central in Argentina, mi ha preso Angelo Moratti. Tre anni di contratto, 6 milioni di lire per stagione. Poi altri premi: 800-900 mila mensili. Moratti mi disse subito: “Lei dimostri di saper giocare, a tutto il resto penserò io”».
A FERRARA LO HA VOLUTO PAOLO MAZZA – «Eh, non facile. Comandava lui, faceva tutto, dall’allenatore al presidente. Mi ha offerto la metà di quello che prendevo all’Inter. Per carità, sempre un buon ingaggio, ma la metà. Mi ha detto: “Qui siamo alla Spal, prendere o lasciare”. Ho preso, ho cambiato ruolo, sono diventato mezzala. Mi sono ricordato che avevo cominciato per strada, che nessuno mi aveva insegnato niente. Avevo delle qualità superiori alla media. Un dono. E allora ho pensato: l’ho dimostrato dappertutto, devo farlo anche qui».
IL RILANCIO – «Era un grande dirigente, un precursore. Io sarò stato utile alla Spal, ma la Spal è stata utilissima a me. La mia funzione era quella di farla giocare, in contropiede, con rapidità. Le mie qualità erano organizzative. La Spal per me è stata un’opportunità di rilancio, mi ha dato la possibilità di tornare un giocatore-guida. Squadra giusta, città meravigliosa. Sono stato benissimo».
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