Lazionews24
·15 de octubre de 2025
Petrucci: «Da sempre tifoso della Lazio. Vicepresidente della Roma? Fu un’idea di…”

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Una storia singolare, quasi paradossale, quella di Petrucci, figura storica dello sport italiano, che si trovò a ricoprire il ruolo di vicepresidente della Roma pur essendo notoriamente un grande tifoso della Lazio. Una decisione voluta “dall’alto”, come lui stesso ha raccontato, che lo portò a vivere mesi intensi, tra contestazioni, pressioni e un affetto mai rinnegato per i colori biancocelesti.
«Fu un’idea di Giulio Andreotti – racconta Petrucci –. Mi chiese di accettare l’incarico di vicepresidente della Roma per contribuire a ristabilire equilibrio e credibilità in un momento complesso per la società giallorossa. Non fu una scelta facile, perché tutti sapevano della mia fede laziale. Per mesi vissi sotto contestazione, con due vigilantes che mi seguivano ovunque. Era una situazione surreale».
Nonostante le difficoltà, Petrucci affrontò l’incarico con la serietà e la passione che hanno sempre contraddistinto la sua carriera nel mondo dello sport. La sua competenza e il suo equilibrio gli permisero di gestire una fase complicata, dimostrando di saper distinguere il sentimento personale dal ruolo istituzionale. Tuttavia, il suo cuore biancoceleste non ha mai smesso di battere per la Lazio.
«Sono sempre stato un laziale vero – confessa Petrucci –. Da ragazzo andavo a salutare la squadra alla Stazione Termini quando partiva per le trasferte, e seguivo gli allenamenti a Tor di Quinto. Ricordo ancora un episodio di tanti anni fa: un gol di Seghedoni in un Lazio-Napoli fu annullato perché il pallone, dopo essere entrato in porta, uscì da un buco nella rete. Io ero in curva, come sempre. Quelle emozioni non si dimenticano».
Il racconto di Petrucci mostra l’immagine di un uomo che ha saputo coniugare professionalità e passione, restando fedele ai propri valori anche nei momenti più difficili. La sua carriera, costellata di incarichi di grande responsabilità nel mondo dello sport e delle istituzioni, testimonia una dedizione rara e una profonda conoscenza del sistema sportivo italiano.
Oggi, ripensando a quei giorni da vicepresidente “anomalo”, Petrucci può sorridere: un laziale alla Roma, ma con la dignità e il rispetto di chi ha sempre servito lo sport prima dei colori.