Pillon: «Ibrahimovic? Sono curioso di vederlo in campo e capire che idea avrà per lui Baroni. Verona Lazio, ecco cosa mi aspetto da questa gara» – ESCLUSIVA | OneFootball

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·18 de enero de 2025

Pillon: «Ibrahimovic? Sono curioso di vederlo in campo e capire che idea avrà per lui Baroni. Verona Lazio, ecco cosa mi aspetto da questa gara» – ESCLUSIVA

Imagen del artículo:Pillon: «Ibrahimovic? Sono curioso di vederlo in campo e capire che idea avrà per lui Baroni. Verona Lazio, ecco cosa mi aspetto da questa gara» – ESCLUSIVA

Giuseppe Pillon ha analizzato e commentato in esclusiva per Lazionews24 la situazione dei biancocelesti dopo il pari di venerdì e non solo

Il pari di venerdì sconrso contro il Como rallenta la corsa al vertice della Lazio, alla luce anche della sconfitta del derby contro la Roma. E ora con il Verona i biancocelesti non possono permettersi di sbagliare. Ma che partita sarà domenica sera per la squadra di Baroni che tornerà al Bentegodi da ex? Il pari con il Como è stato causato da scorie provenienti dal derby? A rispondere a questi quesiti, e non solo, è intervenuto a Lazionews24 mister Giuseppe Pillon.

Venerdì sera la Lazio non è andata oltre il pari in casa contro il Como. Le chiedo, secondo lei il pareggio con i lombardi è la conseguenza delle scorie lasciate dal derby o che chiave di lettura si sente di dare alla sfida con la squadra di Fabregas?


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«Contro il Como la Lazio ha sofferto inizialmente, per poi prendere successivamente le misure, ed è riuscita a conquistare un punto che per come è andata poi la partita è un ottimo risultato. Il pareggio con il Como causato da scorie da derby? Può darsi, ma è vero anche che una volta che si entra in campo il calciatore dimentica il passato e si concentra su quanto deve fare in quel momento. La Lazio è una squadra che ha espresso fin da inizio stagione un ottimo calcio che ha stupito tutti, poi è chiaro che durante l’annata, con gli infortuni di mezzo, le energie calano e quindi la situazione cambia in una squadra. Ma il tempo è dalla parte dei biancocelesti che hanno ampia possibilità per poter recuperare».

Da allenatore le chiedo, quale è stato secondo lei il primo pensiero di Baroni al termine della sfida con i lombardi considerando l’importanza della medesima alla luce della sconfitta nel derby? Il punto in due partite è la causa di un calo che capita nelle squadre o l’inizio di un campanello d’allarme?

«Beh, il primo pensiero è sicuramente stato il fatto che il punto conquistato va bene e che visto come è andata la partita non serve fare assolutamente drammi. Il calo fisiologico nelle squadre che giocano una competizione europea accade molto facilmente, ed è chiaro che quando capita i club lasciano dei punti preziosi per strada. Quindi la Lazio sicuramente avrà bisogno di rincalzi in più per poter fare in modo di arrivare a fine stagione al meglio, specialmente quando arriverà aprile che sarà cruciale».

Che partita si aspetta di vedere domenica con il Verona, sia tatticamente che a livello di approccio da parte della Lazio? Il fatto di conoscere già l’avversario e l’ambiente del Bentegodi può essere un vantaggio per Baroni o è un fattore che non incide?

«Il fatto di conoscere già l’avversario e l’ambiente di dove gioca può aiutare senz’altro Baroni, ma è anche vero che questo fattore può essere utile per un allenatore fino ad un certo punto, perchè ogni partita ha una storia e un epilogo finale sempre diverso. Che partita mi aspetto? Mi aspetto sicuramente un bel match tra due squadre che sanno che è fondamentale per i due rispettivi obiettivi. La Lazio vorrà fare senz’altro il gol il prima possibile e lo deve fare per non dare modo al Verona di poterci credere, visto che poi avrebbe come aiuto anche il calore del Bentegodi che ha un tifo importante. Zanetti e Baroni poi sono due tecnici che mi piacciono molto, perchè entrambi hanno fatto molta gavetta, con il toscano che ha meritato ampiamente l’occasione di allenare una big visto il bel percorso che ha fatto fino ad oggi anche a livello di risultati».

Il girone di andata si è appena concluso e, alla luce di quanto visto dalla Lazio, qual è il giocatore che l’ha impressionata di più rispetto alle considerazioni della vigilia e quale invece ha confermato la sua tesi iniziale? Quale calciatore le sarebbe piaciuto allenare della rosa di Baroni?

«Rovella non lo conoscevo bene come calciatore e quindi mi ha stupito tantissimo, tant’è che anche Spalletti se n’è accorto convocandolo in Nazionale. Il calciatore che mi ha confermato ciò che pensavo inizialmente era Pedro, il quale nonostante l’età sta facendo un’altra stagione importante e i numeri e i risultati lo dimostrano alla grande. Il giocatore che avrei avuto piacere di allenare di questa Lazio è senza dubbio Rovella, che rispecchia a pieno anche le mie idee tattiche di gioco».

L’obiettivo di questa stagione della Lazio si può definire realisticamente nel ritorno in Champions o può sperare anche di salire?

«Bisogna vedere tra un mese e mezzo la squadra che situazione avrà, solo così si potrà capire chiaramente a che obiettivo potrà ambire per il finale di stagione. Davanti comunque la Lazio ha delle avversarie che hanno un organico importante, basti pensare all’Inter o alla stessa Juventus, ma secondo me, se dovessi esprimermi adesso, i biancocelesti per un posto in Europa ci possono lottare senza alcun problema».

Dopo il pari di Como, ma anche la sconfitta nel derby, sono riaffiorate delle critiche verso Baroni come ad inizio stagione da parte dei tifosi. Le chiedo come è possibile ancora oggi, in un calcio moderno, non avere ancora da parte dei tifosi la pazienza, specialmente con un allenatore nuovo che numeri alla mano sta anche facendo bene?

«Quando le cose vanno male è facile che un tifoso si scagli contro un allenatore, al quale attribuisce le maggiori colpe qualunque esse siano. La cosa che c’è da sottolineare di Baroni, però, è che non si deve assolutamente dimenticare il grandissimo lavoro che ha svolto fino ad oggi, a cui ha aggiunto risultati importanti che hanno permesso fino ad ora alla Lazio di essere nelle zone alte di classifica».

Per quanto riguarda il mercato, la Lazio si sta muovendo e ha preso Arijon Ibrahimovic dal Bayern. Le chiedo un parere sul calciatore e se le piace e quale altro nome, secondo lei, sarebbe perfetto per lo scacchiere di Baroni che consiglierebbe al ds Fabiani, specialmente a centrocampo visto che il club lavora su quella zona di campo?

«Ibrahimovic come calciatore non lo conosco e sono molto curioso di vederlo in campo e capire che idea tattica avrà Baroni per poterlo schierare al meglio nel suo scacchiere. Ma sono comunque fiducioso che farà bene, perchè di lui si parla benissimo, ma voglio vederlo nella realtà Lazio. Un giocatore che consiglierei? Nicolussi Caviglia del Venezia mi piace molto perchè è un giovane molto interessante, che sta facendo la differenza nel centrocampo di Di Francesco. E visto che la Lazio cerca un giocatore in quel ruolo è perfetto».

Manca un anno esatto al Mondiale del 2026, le chiedo, secondo lei, se vede attualmente un’Italia pronta per la competizione qualora dovessimo qualificarci, e quale calciatore riuscirà ad emergere in questo anno che manca?

«Assolutamente si, Spalletti ha ottime capacità per poter condurre l’Italia al Mondiale del 2026. Ma la cosa che deve capire definitivamente è che in Nazionale il ruolo è diverso, ossia sei un selezionatore e non un allenatore. Ecco, una volta capito al meglio questo, svolgerà il suo lavoro nel migliore dei modi, anche se già ora lo sta facendo benissimo e i risultati dopo l’Europeo si sono visti. Il giocatore che secondo me può esplodere può essere proprio della Lazio, perchè faccio il nome di Rovella che già è entrato nel giro azzurro, visto che Spalletti lo ha convocato una volta. Quest’anno per l’ex Monza può essere fondamentale».

Lei da allenatore ha affrontato molte volte la Lazio. Che ricordi ha delle sfide con i biancocelesti e dell’atmosfera dello stadio Olimpico? Qual è la partita più iconica che porta nel cuore tra gli incroci con le aquile?

«Le partite contro la Lazio sono sempre state toste e difficili e ricordo con grande piacere gli incroci che avvenivano tra il mio Chievo e la Lazio di Delio Rossi. Venivano fuori delle bellissime partite, ricche di emozioni. Ricordo che mi venne proposta anche la possibilità di allenare la Lazio dal ds Osti, con il quale avevo già lavorato, perchè Delio Rossi non si sapeva se fosse rimasto o meno. Poi però non se ne fece più nulla, ma mi sarebbe piaciuto poter avere quella occasione. Ma ormai è andata cosi. La partita più iconica? Senza dubbio un Lazio-Chievo che finì con un incredibile 2-2» .

Si ringrazia mister Pillon per la cortesia e la disponibilità dimostrate nel corso di questa intervista.

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