Politano cuore Napoli: «È casa mia, spero di restare a lungo. Si vive come da nessun’altra parte. Su Conte…» | OneFootball

Politano, dall’emozione scudetto all’era Conte: il numero 21 ex Inter si racconta dal ritiro di Dimaro e mette da parte il passato

Nel terzo giorno di ritiro del Napoli a Dimaro-Folgarida, Matteo Politano, ex difensore dell’Inter,  ha raccontato emozioni, obiettivi e sensazioni ai microfoni di Radio Crc. L’esterno offensivo, alla sua sesta stagione in azzurro, ha parlato con entusiasmo della nuova avventura sotto la guida di Antonio Conte e del suo legame sempre più forte con la città.

Tornando sul trionfo scudetto, Politano ha ricordato con emozione la partita decisiva: «Napoli-Cagliari è stata una gioia indescrivibile. Due anni prima avevamo solo assaporato il sogno, ma l’anno scorso abbiamo vissuto una stagione lunghissima e durissima. Quel risultato resterà nella storia della città e del club. Ne siamo orgogliosi».

Poi il racconto personale: «Per me è stato un anno duro, pieno di sacrifici. Ma sono molto contento di come è andata: sono cresciuto tanto sotto diversi aspetti, anche fuori dal campo».

Politano Napoli, entusiasmo per Conte e fiducia nei nuovi acquisti

Sulla nuova gestione tecnica, Politano non ha dubbi: «“Amma faticà cchiù assaje”? Sì, come ha detto il mister. Conte è di parola e ci sta mettendo sotto (ride, ndr). Ma è giusto così, dobbiamo prepararci bene. Dopo un mese fermi era necessario ritrovare il ritmo».

Grande entusiasmo anche per l’arrivo di Kevin De Bruyne, colpo internazionale del mercato partenopeo: «È un campione assoluto, ma soprattutto un ragazzo umile e semplice. Si sta integrando bene. La sua presenza significa che siamo diventati una squadra di livello europeo. Anche gli altri nuovi sono forti e si stanno inserendo velocemente».

Infine, le parole d’amore per Napoli: «Ormai sono sei anni che sono qui, mia moglie è napoletana. Napoli è casa mia, mi trovo benissimo. Amo vivere la città e sentirmi parte di essa. Spero davvero di restare tanti altri anni, perché come si vive qui non si vive da nessun’altra parte».