Calcio e Finanza
·15 de noviembre de 2025
Real Madrid, il piano di Perez per aprire il capitale: niente soci forti ma c’è un nodo fiscale

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·15 de noviembre de 2025

Il presidente del Real Madrid Florentino Pérez è atteso il 23 novembre all’assemblea annuale dei soci per fornire un aggiornamento sul suo ambizioso progetto: aprire per la prima volta il capitale del club a un investitore esterno.
Da oltre un anno Pérez coltiva l’idea di trasformare la struttura giuridica del Real – oggi un’associazione senza scopo di lucro controllata da circa 100 mila soci paganti – in una società con veri e propri azionisti finanziari. I dettagli operativi del piano, tuttavia, restano ancora scarsi, e non mancano gli ostacoli.
Come riportato da Bloomberg, il principale freno alla transizione riguarda il potenziale impatto fiscale. In quanto “ente senza fini di lucro”, il Real – così come Barcellona e Athletic Club – non può distribuire dividendi, né ricevere aumenti di capitale: deve finanziare le proprie attività unicamente tramite la gestione. La trasformazione in società, invece, potrebbe generare per ogni socio rilevanti plusvalenze tassabili nel momento in cui riceverebbe la propria quota.
Pérez ha ipotizzato nel 2024 una valutazione del club intorno ai 10 miliardi di euro, che equivarrebbe a circa 100 mila euro per ogni socio-azionista. Una cifra che, secondo Bloomberg, spingerebbe molti di loro a vendere immediatamente le azioni ricevute per monetizzare.
L’obiettivo del presidente blanco sarebbe comunque quello di preservare la maggioranza nelle mani della base sociale attuale, trasformata in decine di migliaia di piccoli azionisti, mentre una quota minoritaria verrebbe aperta a investitori istituzionali. Un modello che richiamerebbe quello di alcune grandi società tedesche e che, nelle intenzioni di Pérez, eviterebbe la presenza di un singolo socio forte.
Proprio per questo – riporta Bloomberg – Pérez non sarebbe disposto a concedere a un unico fondo o investitore il livello di influenza che deriva da una partecipazione dominante, preferendo l’ingresso di più soggetti con quote ridotte.
La posizione del presidente sulle grandi potenze finanziarie – in particolare fondi sovrani e Stati – resta critica, pur non rifiutando partnership strategiche per lo sviluppo del club. È la stessa filosofia che ha sostenuto la spinta verso la Superlega e che ha portato alla joint venture con il fondo statunitense Sixth Street per la valorizzazione del nuovo Bernabéu.
Per Pérez, conclude Bloomberg, la partita non si esaurisce nell’apertura del capitale: si tratta di una ridefinizione complessiva del Real Madrid come potenza economica globale, una delle poche al di fuori della Premier League in grado di sostenere un modello di crescita finanziaria di lungo periodo. Ma il progetto comporta anche il rischio di incrinare l’equilibrio – delicato e centenario – tra la proprietà collettiva dei soci e l’ambizione individuale del suo presidente.









































