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·13 de enero de 2025

Repubblica – Al Napoli manca l’attaccante che traduca tonnellate di gioco in gol di pari peso, qualità e numero…

Imagen del artículo:Repubblica – Al Napoli manca l’attaccante che traduca tonnellate di gioco in gol di pari peso, qualità e numero…

L’edizione odierna de “La Repubblica” ha analizzato il match vinto dal Napoli contro il Verona, soffermandosi sulla questione centravanti.

Repubblica – Al Napoli manca l’attaccante che traduca tonnellate di gioco in gol di pari peso, qualità e numero…

Alla svolta della ventesima partita il Napoli gioca la partita più strana. Più che battere una tenace ma modesta rivale indaffarata nella zona più viscida della classifica si sottopone ad una verifica. È primo, ma fino a che punto è forte? Ora che per lo scudetto sembrano lottare solo in tre, che cosa ha di più e di meno? È davvero è un vantaggio star fuori da Champions e Coppa Italia, visto che Inter e Atalanta mostrano subito la fatica per la Supercoppa? Risposte vagamente positive. Va reso più concreto il gioco offensivo. In vantaggio su autorete dopo 5 minuti si assiste infatti ad un Napoli ormai noto. Nei pregi: ha applicazione e potenza, per severa preparazione atletica e meccanismi provati e riprovati. Ma un difetto sotto traccia pure si rinnova. La mancanza di un bomber spietato. La percezione più netta si coglie già nel precoce vantaggio. Il diagonale di Di Lorenzo trova il palo e la schiena del portiere Montipò per schiodare la partita. Fortunoso si direbbe, invece no. Perché il Napoli ha già il dominio del gioco e lo manterrà. La traiettoria segnala però la partecipazione influente di Lukaku. C’è sempre lui anche stavolta a indirizzare il corso degli eventi.


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Sempre al centro della scena il discusso Lukaku, discusso da chi si aspettava un attaccante irresistibile, capace di ribaltare il gioco e imporre la superiorità della squadra. I ricordi dell’Inter e le sue galoppate con Lautaro nello scudetto nerazzurro sono letteratura. Ma non la chiave unica delle vittorie. Lukaku con attenzione e stazza si mette in gioco nella fase avanzata come centravanti tattico, gioco corto e tocco magico per il compagno accanto. Il primo tempo dà la statura di Juan Jesus ormai affidabile, di Di Lorenzo come sempre, ma soprattutto di Rrahmani difensore da descrivere sempre con i superlativi, anche ora che manca Buongiorno. Qualche mediocre analisi attribuiva il segreto alla coesistenza con il nuovo, eccellente difensore, finalmente l’erede di Kim dopo il goffo interregno affidato con autolesionistico ottimismo all’Ufficio Scouting a Natan. Come previsto già dal primo tempo, il Napoli consolida il vantaggio con il raddoppio di Anguissa. Uno dei due interni, l’altro McTominay, vaporoso nel primo tempo ma impalpabile nella fase offensiva e impreciso nelle conclusioni. Il rendimento nella ripresa continua ad essere alto, si eleva per finezza e lucidità di idee.

Lukaku è puntuale nel suo contributo, dà il tocco magico per mandare Anguissa al raddoppio. Sempre alla ricerca di elementi di verifica, Conte magari un po’ in ritardo libera Raspadori per ritirare l’ingrigito McTominay, inserisce Ngonge per Politano scolorito al rientro, può uscire anche Lukaku che dà ormai poco di eclatante ma molto in concreto. L’assenza di Kvara non si è avvertita, Neres è il bengala che si accende nelle notti di festa, più che sufficiente la sua prova, per carità. Ma passa troppo, potendo andare dritto a rete. Al Napoli manca l’attaccante perentorio che traduca tonnellate di gioco in gol di pari peso, qualità e numero. Sarà Raspadori come sembrò di capire con il Venezia o i soldi di Kvara, se e quanti ne arriveranno.

Carlo Gioia

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