Pagine Romaniste
·18 de noviembre de 2024
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Roberto Vichi, capo scout della Roma Femminile, ha parlato ai microfoni del club per raccontare del suo rapporto con Cluadio Ranieri e del percorso delle giallorosse. Ecco le sue dichiarazioni:
Hanno giocato insieme. Hanno vissuto nella stessa casa, “persino dormito nello stesso letto perché a Catanzaro ne avevamo solo uno in pochi metri”.
“Non ci vediamo spesso, ma quando succede è come se il tempo non fosse mai trascorso. Con Claudio è sempre stato così”.
L’ha sentito il mister? “Sì, ci siamo scambiati qualche battuta dopo che aveva firmato a Londra. Sa che cosa gli ho detto?”.
No, racconti pure. “Che io ero l’ex giocatore tesserato del Club più longevo… Ora mi ha tolto questo primato, diciamo così. Abbiamo tre anni di differenza, lui del 1951, io del ‘54…”.
Che altro vi siete detti? “Che mi fa molto piacere vederlo non solo da allenatore, ma anche in questa veste dirigenziale che andrà a ricoprire. Lo merita per tutto quello che ha dato al calcio e soprattutto alla sua Roma, nei momenti in cui c’è stato”.
Sensazioni nel rivederlo ancora a Trigoria? “Sono felicissimo perché lui è sempre l’uomo giusto, al posto giusto. È serio, onesto, trasparente. Il professionista non sta a me giudicarlo, ci sono i risultati ottenuti nel tempo con qualunque squadra. È bravo, bravissimo, a far rendere al massimo i giocatori che ha a disposizione, motivandoli e trasmettendo loro tranquillità. Ho seguito Claudio da allenatore sin dagli esordi, pensi che quando ero al Pro Cisterna lo proposi per la panchina, lui era proprio alla primissima esperienza, aveva da poco smesso di fare il calciatore, gli dissi di venire a parlare”.
E come andò? “Gli fu proposto di iniziare dalla C1 con la Campania Puteolana. E preferì partire da un livello più alto, noi eravamo in C2, scelta che ovviamente condivisi. Dopo quella parentesi andò al Cagliari e da lì abbiamo assistito alla sua ascesa brillante da allenatore, uno dei pochi italiani ad aver guidato squadre anche in Premier, in Liga e in Ligue 1”.
Fino a quando rimase alla Juventus con Ranieri? “Fino a quando mi chiamò la Roma per ricoprire la carica di capo scout del settore giovanile, circa dieci anni fa. E non c’è bisogno che dica altro, per il sottoscritto fu la chiusura di un cerchio e il coronamento di un sogno, iniziare nella Roma e finire nella Roma”.
Proprio come il suo amico. “Esatto. Io e lui ci siamo sempre continuati a sentire e il rapporto non è mai venuto meno, non solo sul lato personale, ma anche professionale. Le racconto questa: nel 2009, nemmeno circa un mesetto dopo il suo primo insediamento alla Roma da allenatore, gli proposi di venire a fare un’amichevole ad Anzio, io ero il direttore generale dell’Anziolavinio. Lo stadio – di circa 3mila persone – come dire, non era pieno… Era oltre. E per Anzio non si poteva camminare nemmeno a piedi, tanta era la gente che venne a vedere la partita”.
Accennava al ritorno nella Roma, dal 2018 è diventato capo scouting della squadra femminile. “I primi tempi non sono stati facili, dico la verità. Entravo in un contesto che non avevo mai conosciuto a fondo. Eravamo io e Gianmarco Migliorati, l’attuale DS della squadra femminile. La squadra era appena nata e c’era tantissimo lavoro da fare. Da quel momento la nostra salita ai vertici del calcio italiano è stata rapida e meravigliosa. Sono stati i cinque anni più belli della mia vita. Non dico bugie. Abbiamo vinto due scudetti consecutivi, due Coppa Italia, la Supercoppa. Ma a parte i titoli, voglio sottolineare un altro aspetto”.
Prego. “Quanto il movimento femminile abbia preso piede in questa città. Penso al Tre Fontane sempre pieno, l’ultimo esempio il derby di domenica impreziosito da una grande vittoria. Penso a quella notte da brividi all’Olimpico di Champions League contro il Barcellona con 40mila spettatori. Ancora oggi mi emoziono quando ci penso. E tutto questo è successo rapidamente”.
Quali sono stati i segreti di questa evoluzione? “La Proprietà c’è stata dietro sempre facendo investimenti importanti e nel nostro settore al Giulio Onesti lavorano tantissimi professionisti che non solo amano il loro lavoro e lo sanno fare, ma amano la Roma. Oltre a Gianmarco, a Betty Bavagnoli, a Carlo Stigliano e a mister Spugna, mi piace ricordare tutto lo staff tecnico, i dottori e i fisioterapisti, il segretario e la team manager ma anche i magazzinieri e la comunicazione. Nel frattempo, nel nostro reparto scouting sono entrati anche due collaboratori, Alex Taribello e Ilaria Cesarini. È davvero una squadra che funziona perfettamente, non solo in campo. L’obiettivo è di crescere sempre, crescere ancora, per attestarci a livelli top anche in Europa”.
Restando sull’attualità, Emilie Haavi ha da poco firmato il rinnovo per altri due anni. “Sa come l’abbiamo presa? Ero andato in Norvegia a Lillestrom per seguire una calciatrice, ma non lei. Emilie entrò nel secondo tempo e mi impressionò. A fine partita chiamai Gianmarco e gli dissi: “Abbiamo l’ala titolare per i prossimi anni, sono sicuro che ci farà crescere”. E così è andata. La nostra conoscenza del movimento mondiale è diventata capillare. Seguiamo migliaia di profili”.
Vuole dire una cosa pubblicamente a Ranieri prima di salutarci? “Forza Roma, il resto lo sa da solo”.
asroma.com
Foto: [Alessandro Sabattini] via [Getty Images]