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·4 de diciembre de 2024
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La Gazzetta dello Sport (A. Pugliese) – Quattordici gol, appena uno di media a partita, con il quindicesimo attacco della Serie A (esattamente come il posto in classifica). Basterebbero questi numeri (impietosi) per certificare tutti i problemi della Roma di oggi, che dopo aver incamerato la quarta sconfitta consecutiva (lunedì all’Olimpico, 0-2 contro l’Atalanta) deve assolutamente cambiare marcia se non vuole essere risucchiata (ammesso che non lo sia già)nella lotta salvezza. Del resto, delle tre avversarie che si troverà ad affrontare ora solo il Lecce ha segnato meno della squadra di Ranieri, 7 reti, mentre Como (14) e Parma (20) sono sullo stesso livello della Roma o anche più su.
Insomma, che la produzione offensiva sia uno dei problemi più grandi della Roma lo certificano anche le cifre. Nelle ultime dieci stagioni, infatti, la squadra giallorossa non aveva mai segnato così poco. Dovbyk ha da tempo un ginocchio che lo fa tribolare, che gli dà fastidio, tanto che anche in nazionale non si è allenato e ha rischiato di non giocare.
Esattamente come aveva chiesto di non farlo lunedì contro l’Atalanta, quando è sceso in campo solo su richiesta esplicita di Claudio Ranieri: “Gli ho chiesto di stringere i denti, lui per noi è troppo importante“, ha detto l’allenatore giallorosso subito dopo la fine della partita persa contro i bergamaschi. Dovbyk non segna in Serie A dalla sfida di Monza, giocata lo scorso 6 ottobre. Di fatto due mesi, in cui il centravanti ucraino è rimasto a bocca asciutta contro Inter, Fiorentina, Verona, Bologna, Napoli e Atalanta (saltando per virus intestinale la sfida contro il Torino).
Ma poi sono anche gli altri che devono fare di più, perché tra i giocatori offensivi la Roma ha avuto due soli gol da Dybala e El Shaarawy e uno da Shomurodov, Soulé e Baldanzi (addirittura zero da capitan Pellegrini). Insomma, il problema finora è stato nel gioco, ma anche nella predisposizione dei singoli. Ranieri ora va a caccia di gol contro il Lecce.