DirettaFanta
·14 de diciembre de 2025
Roma, Gasperini: “Gara non determinante ma importante. Ferguson? Deve essere utile alla Roma”

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·14 de diciembre de 2025

La Roma affronterà il Como lunedì 15 dicembre alle ore 20:45. Alla vigilia del match Gian Piero Gasperini ha presentato così la sfida.
La Roma vuole tornare alla vittoria in campionato contro il Como di Cesc Fabregas, reduce a sua volta da una sconfitta per 4-0 contro l’Inter. Gian Piero Gasperini ha presentato così la sfida in conferenza stampa. Ecco le sue parole.
Le aspettative per questa partita? Che ne pensa di Fabregas? “È sicuramente una partita attesa, perché il Como rappresenta ormai una realtà e non una sorpresa, non solo per gli investimenti fatti, ma per la qualità dei giocatori e per la qualità di gioco con cui affronta le partite e si misura anche contro le migliori squadre. Indubbiamente è una delle realtà migliori. Vedere giocare il Como è sempre molto piacevole e credo che domani si vedranno due squadre che cercheranno di ottenere il massimo, senza troppi sotterfugi e cercando ognuna di fare la propria partita.
È una gara non determinante, ma molto importante, perché incide anche sui valori della classifica, che è molto corta e racchiude diverse squadre, tra cui sicuramente il Como. È una partita di livello. Fabregas ha dato un’impronta importante al Como, non solo per la presenza di giovani talenti molto interessanti, ma anche per l’identità di gioco.
Si tratta di una squadra che ricerca il risultato attraverso lo spettacolo e la capacità di giocare con alcune varianti, in particolare con gli esterni che giocano molto dentro al campo. È una squadra con diversi giocatori offensivi schierati, che prova sempre a esprimere quella che è anche la sua scuola spagnola, puntando molto sulla tecnica e sulla capacità di palleggio”.
La situazione di Ndicka ed El Aynaoui? Possibili sostituti? “Ndicka rimane, quindi domani è presente, mentre per il resto si vedrà nelle prossime partite. Per El Aynaoui, invece, il Marocco si è appellato alla FIFA e aspettiamo la sentenza, perché questa è comunque una giornata di campionato in cui chi ha potuto giocare di sabato o di domenica ha utilizzato i giocatori impegnati nella Coppa d’Africa, mentre noi dobbiamo giocare di lunedì. C’è quindi questa richiesta di non poterli utilizzare, anche se la giornata è la stessa: su questo attendiamo la decisione della FIFA”.
Un giudizio su questi primi 5 mesi nella Capitale? Le piacerebbe chiudere la carriera qui? “Sì, ma non subito. Non lo trovo in fretta. No, no, è stato un impatto molto positivo, al di là anche delle migliori previsioni. Sono venuto con l’intenzione e con la speranza di fare un bel lavoro, con la convinzione che questo fosse un ambiente giusto, ideale per poterlo fare. Al di là di quello che si dice, che Roma è molto difficile e che il mio arrivo non era così condiviso da tutti, poi attraverso il lavoro, le prestazioni, il comportamento dei giocatori e della squadra, e l’attaccamento dei tifosi, abbiamo fatto invece dei grandi passi avanti. Noi dobbiamo essere ambiziosi, senza essere mai presuntuosi. È chiaro che dobbiamo migliorarci molto, perché tutte le squadre e tutte le società vogliono giocare per le posizioni alte della classifica, per motivi che sappiamo, principalmente di ordine economico, purtroppo, ma è così. Quegli obiettivi sono appetibili per tutti e tutti sono pronti a lottare per stare nelle prime posizioni. Non mi piace dire che dobbiamo essere avvelenati, ma dobbiamo essere molto coesi, molto compatti: tifosi, squadra, società, nel modo di lavorare. Dobbiamo essere non arroganti, ma molto ambiziosi, e per essere ambiziosi dobbiamo lavorare molto”.
Cosa manca alla Roma per stare lassù? “Allora, mettiamola così: ci sono tutti gli ingredienti e dobbiamo impastarli bene per farli venire fuori. Ci sono tutte le condizioni: c’è il pubblico, c’è una società solida, c’è la possibilità di fare uno stadio, c’è la possibilità di far crescere una squadra. Ci sono quindi tutte queste componenti. Se ultimamente ci sono stati alcuni problemi nel raggiungere certi obiettivi, probabilmente bisogna fare di più. Non è una scorciatoia: servono anche valutazioni giuste, ed è fondamentale. Bisogna valutare bene tutto, poi lavorare e migliorarsi. Ma le condizioni e gli ingredienti ci sono tutti, non manca niente”.
A che punto è il nucleo portante che desiderava nello spogliatoio? “Sono subentrati dei giocatori e ho ricevuto le risposte che mi aspettavo da parte loro. È chiaro che noi, come squadra, abbiamo bisogno di giocare ad alti livelli, per dove stiamo giocando, in Europa e in campionato. Abbiamo bisogno di prestazioni, perché fino a un certo livello va bene, poi il livello deve alzarsi man mano che incontreremo partite e squadre più competitive e più forti, per poter raggiungere traguardi sempre migliori. Ci sono anche dei giovani alle spalle che stanno crescendo. Globalmente la squadra è stata protagonista fino ad adesso, soprattutto nel gruppo principale. Tutti si sono sempre allenati molto bene e qualcuno che magari era un po’ più indietro ha comunque avuto le sue occasioni. Tutti hanno avuto e avranno la possibilità di giocare e di conquistarsi degli spazi. Poi le gerarchie ci saranno sempre”.
Dybala come sta? “Vediamo, c’è ancora l’allenamento di oggi e quindi valuteremo. Abbiamo avuto un momento molto positivo, ma come per tutti i giocatori più importanti è fondamentale stare molto bene, perché il calcio di oggi non permette una condizione precaria. Sia sotto l’aspetto fisico sia sotto quello nervoso, mentale e motivazionale: queste cose si vedono nelle prestazioni, in campo, negli allenamenti e nelle partite. Su questo non c’è alcun dubbio quando lui sta molto bene”.
Dybala può fare come Muriel? Si aspetta un ruolo da subentrato? “Per me parla sempre il campo, è l’unica cosa che conta: tutto il resto sono supposizioni. Il campo dà le risposte. Quando lui è stato bene ha sempre giocato, anche partite intere e per più gare consecutive. Il tema è sempre quello, è inutile andare a cercare altre spiegazioni”.
Ferguson è un giocatore da Gasperini? “Non deve essere un giocatore per me, ma un giocatore utile alla Roma, che è la cosa più importante, non all’allenatore. È utile alla Roma? L’altra sera indubbiamente sì, e lo stesso vale per gli altri. La domanda è: sono utili alla squadra per giocare quali competizioni, a quali livelli, per quali risultati? È sempre questo il punto. Non è una questione dell’allenatore, del suo modo di giocare o di quello che vuole l’allenatore. La Roma è sopra tutto, sopra tutti. Quando le prestazioni dei giocatori sono utili alla squadra, allora giocano”.









































