Calcio e Finanza
·14 de junio de 2025
Sampdoria, l’esperto: «Il piano sui debiti si può modificare: non sarebbe in pericolo con la C»

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·14 de junio de 2025
«Ritengo che il fatto che tale piano non abbia previsto uno scenario di retrocessione in Serie C non debba essere considerata una criticità». Lo dice l’avvocato Eugenio Bissocoli, l’esperto indipendente nominato dal Tribunale di Genova nell’ambito della composizione negoziata della crisi, in una intervista al Secolo XIX.
«Un piano di ristrutturazione si deve basare su scenari verosimili, i cosiddetti scenari di media probabilità. Ipotizzare la retrocessione in C della Samp dopo due stagioni al momento della redazione del piano non sarebbe stato ragionevole né prevedibile. Tema diverso è se la Samp ha allo stato i soldi per fare fronte alle scadenze dei prossimi pagamenti. Questo non lo posso sapere ma le recenti dichiarazioni del presidente Manfredi paiono confermare il sostegno degli attuali azionisti», prosegue. «Durante i primi mesi della composizione la normativa federale di settore (Noif) non era aggiornata rispetto al codice della crisi (in vigore da luglio 2022). Pertanto, sarebbe stato in linea di principio possibile interpretare le Noif in modo più favorevole rispetto al passato ovvero aggiornarle in coerenza con le disposizioni del Codice della Crisi, che favoriscono, laddove possibile, la salvaguardia della continuità aziendale».
«Tutto questo non è avvenuto. Anzi, durante le trattative, con una modifica espressa delle Noif intervenuta a fine aprile 2023, la Federazione ha ribadito che tutte le ristrutturazioni del debito di società di calcio professionistiche sono sottoposte a restrizioni e regole severe finalizzate a preservare la correttezza del campionato e a evitare distorsioni tra le squadre partecipanti».
«Mi riferisco in particolare alle limitazioni alla partecipazione al calciomercato cui incorre la squadra che beneficia di un provvedimento di omologa con stralcio dei debiti (cui la Samp ha dovuto sottostare) e l’impossibilità di vendere l’azienda calcistica con un accollo parziale dei debiti se non nell’ambito di una liquidazione giudiziale (l’ex fallimento) e nel rispetto di condizioni stringenti. Personalmente ritengo che da un punto di vista strettamente tecnico tali regole siano fin troppo rigide, anche se hanno il merito di essere chiare e di semplice applicazione, evidentemente proprio per evitare accuse di favoritismo per l’una o l’altra squadra (com’è avvenuto in passato, ad esempio, in occasione delle vicende legate alle retrocessioni in B di Napoli nel 2004 e Fiorentina nel 2002)». «A prescindere da B o C le previsioni contenute nel piano di risanamento ragionevolmente non saranno più attuali: basti pensare che i ricavi per diritti televisivi (in B o C) saranno minori rispetto a quelli previsti in caso di promozione in A. In ogni caso, il codice della crisi consente, anche dopo l’intervenuta omologa del Tribunale, di apportare modifiche sostanziali al piano per assicurare l’esecuzione degli accordi di ristrutturazione del debito, previo rinnovo dell’attestazione del professionista indipendente. La modifica presuppone che la società debitrice sia comunque in grado di generare le risorse finanziarie per fare fronte alle scadenze dei pagamenti previste dagli accordi omologati dal Tribunale».