San Siro, la protesta degli ambulanti: «Inter e Milan non vogliono più farci vendere le magliette» | OneFootball

San Siro, la protesta degli ambulanti: «Inter e Milan non vogliono più farci vendere le magliette» | OneFootball

In partnership with

Yahoo sports
Icon: Calcio e Finanza

Calcio e Finanza

·3 de agosto de 2025

San Siro, la protesta degli ambulanti: «Inter e Milan non vogliono più farci vendere le magliette»

Imagen del artículo:San Siro, la protesta degli ambulanti: «Inter e Milan non vogliono più farci vendere le magliette»

In attesa di novità sull’iter sulla vendita di San Siro, con annesse aree limitrofe, a Inter e Milan, intorno allo stadio Meazza inizia a montare la protesta dei venditori ambulanti che circondano l’impianto ormai da anni.

Un protesta, come riporta l’edizione odierna de Il Giorno-Milano, che deriva dalla crescente tensione fra l’associazione che riunisce paninari e venditori di merchandising con la M-I Stadio, la società controllata da Milan e Inter che gestisce il Meazza e l’area limitrofa durante le partite di calcio e i concerti.


OneFootball Videos


Venerdì, con il contratto fra le parti già scaduto da diverse settimane, la società M-I Stadio ha inviato una bozza di nuovo accordo a Luigi Leanza, presidente del Consorzio operatori Stadio Milano, che raggruppa 64 aziende (42 di somministrazione di cibo e bevande, 22 di vendita di merchandising come magliette e sciarpe di Milan e Inter) e dà lavoro a circa mille persone. La bozza del contratto, diversa da quella inviata al Consorzio lo scorso 11 luglio, propone agli ambulanti di restare nell’area fino al 30 giugno 2030, ma a condizioni diverse da quelle stipulate nel contratto scaduto il 31 luglio. Inoltre, nella bozza M-I Stadio sottolinea che «il contenuto sostanziale è immodificabile». Quindi un vero e proprio prendere o lasciare.

«È un pugno in faccia gratuito da parte di M-I Stadio – commenta Leanza –. La società ci propone di essere presenti nell’area solo con banchi per alimenti, non più anche con banchi con il merchandising autorizzato di Inter e Milan». Una decisione che mette a rischio centinai di posto di lavoro legati alle 22 aziende di merchandising del Consorzio.

Una mossa, quella di M-I Stadio, che cela quasi sicuramente la volontà dei due club milanesi di pensare autonomamente alla vendita di maglie e vari gadget fuori dallo stadio. Un’attività remunerativa, che già in passato i due club hanno provato a mettere in piedi, proponendo al Comune di installare nella piazza antistante lo stadio strutture fisse. Proposta che è stata bloccata da Palazzo Marino.

Inoltre, questa decisione sembra guardare con decisione proprio alla costruzione di uno stadio nell’area di San Siro, in attesa come detto che l’iter riprende in Consiglio comunale dove si gioca una vera e propria battaglia politica, soprattutto dopo lo scoppio dell’inchiesta sull’urbanistica cittadina che ha visto sei arresti, fra cui quello ai domiciliari dell’ex assessore alla Rigenerazione urbana, Giancarlo Tancredi.

«Ancora non c’è nessun atto che attesti la cessione dell’area alle due società – osserva Leanza –. Dunque non è cambiato nulla rispetto al precedente contratto contratto scaduto il 31 luglio. Perché allora M-I Stadio pretende di escludere le aziende di merchandising?». Ovviamente, in caso di cessione, la situazione cambierebbe, e i primi a saperlo sono proprio gli ambulanti: «Se Milan e Inter vorranno delle attività di vendita vicino al nuovo impianto immagino che istituiranno dei bandi per individuarle».

Ma la questione adesso è un’altra: il contratto da rinnovare tra M-I Stadio e Consorzio degli ambulanti. Il consigliere comunale di Forza Italia, Alessandro De Chirico, si schiera con i commercianti: «Sette bancarelle di merchandising sono escluse a priori. Posso capire che si vogliano vendere i prodotti ufficiali, ma non tutti i tifosi possono permettersi di comprare una maglia da 100 euro. Il Comune si attivi per una mediazione urgente». E proprio per questa ragione, gli ambulanti chiedono l’intervento del sindaco Giuseppe Sala.

Ver detalles de la publicación