Calcio e Finanza
·6 de junio de 2025
Simonelli: «Non mi auguro Serie A a 18 squadre: altri tornei prenderebbero lo spazio»

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·6 de junio de 2025
“Come si può migliorare l’aspetto economico? Il tema della sostenibilità economica è uno di quelli che ci sta più a cuore. Fortunatamente da dieci anni a questa parte non abbiamo avuto questi problemi, ma il tema è pesante per i club che retrocedono dalla Serie A. Il tema vero è come attutire questi passaggi, su questo stiamo cercando di lavorare anche con l’AIC per far capire che la sostenibilità deve essere abbracciata da tutti”. Lo ha detto il presidente della Lega Serie A Ezio Simonelli, intervenuto durante il Festival della Serie A in corso a Parma.
“Le società stanno facendo la loro parte, ma anche i calciatori devono fare la loro: bisogna prendere atto che i ricavi della Serie A non sono quelli della Serie B e un sacrificio lo devono fare tutti. Se non si passa anche per questo è difficile mantenere la sostenibilità”, ha aggiunto.
“Noi come Lega ci stiamo dando da fare sull’incremento dei ricavi, su questo speriamo che i nuovi stadi ci aiutino ad aumentare i ricavi da stadio, che oggi sono una frazione di quanto incassano le leghe rivali. Poi puntiamo sulla crescita dei ricavi da diritti tv soprattutto all’estero. Inoltre noi contiamo di avere un buon recupero anche dalla lotta alla pirateria: se si pensa di guardare le nostre partite senza pagare, questo incide sui nostri incassi. Ci deve essere la consapevolezza che chi sfrutta il segnale sta rubando qualcosa, non vedo differenza tra chi ruba un auto e chi ruba il segnale”.
“La riforma dei campionato? 100 squadre professionistiche sono tante, sono quasi 100 città italiane però, rappresenta anche la bellezza del calcio italiano. Ma il tema del numero di squadre è relativo, se guardo alla Serie A è a 20 squadre da 20 anni, non siamo noi che stiamo inflazionando il calcio ma sono altri che stanno usando questi pezzi. Se anche la Serie A si riducesse, cosa che non mi auguro, quello spazio sarebbe preso da altri. Una riduzione consentirebbe alle squadre di avere rose meno ampie e una maggiore sostenibilità, ma sarebbe un po’ una sconfitta perché significherebbe che il sistema non ha saputo evolversi e reggere in questi 20 anni”.
“Abolizione decreto dignità? Non risolverà i problemi ma sicuramente una mano lo potrebbe dare. Credo che la riapertura possa dare anche una mano allo Stato, mi sembra una operazione win-win. Le società potranno in maniera legale farsi sponsorizzare, visto che oggi in qualche caso si è usato un escamotage, quindi avere ricavi per il sistema e anche maggiori ricavi per lo Stato, perché può far passare dal gioco illegale al gioco legale”.
“Stadi? La norma viene sempre annunciata, ma ci auguriamo che arrivi presto. Negli ultimi 15 anni sono stati fatti 5 stadi, nel resto d’Europa oltre 220. Questa arretratezza strutturale è un grosso gap che speriamo di colmare con uno snellimento delle procedure burocratiche. Io capisco che la Sovrintendenza voglia tutelare le belle strutture, ma tutelare le scale del terzo anello di San Siro mi sembra esagerato. È da anni che il calcio chiede un commissario, purtroppo la lentezza della burocrazia fa sì che o si passa da un unico commissario oppure le cose non vanno avanti”.