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·13 de mayo de 2025

Sondaggio SWG: per i tifosi legami profondi tra ultras e attività criminali

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Nel pieno delle recenti inchieste giudiziarie che hanno coinvolto esponenti delle tifoserie organizzate, l’opinione pubblica si mostra divisa tra condanna e riconoscimento di un ruolo sociale degli ultras. Secondo un sondaggio di SWG, la percezione è ambivalente: se da un lato sono visti come generatori di violenza e intimidazione negli stadi, dall’altro si fa sempre più spazio l’idea che possano fungere da rappresentanti degli interessi dei tifosi.

L’inchiesta “Doppia Curva” ha riportato l’attenzione sui legami tra ultras, club e criminalità organizzata, rafforzando un sentimento diffuso di sfiducia. Tuttavia, soprattutto tra i più giovani, prevale una lettura più “clemente” del fenomeno: la presenza di dinamiche illegali viene riconosciuta, ma attribuita a una minoranza.


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Il caso Claris – tifoso atalantino che ha perso la vita recentemente a seguito di una rissa tra ultras – invece ha riaperto il dibattito sulla cultura del tifo più in generale, portando in evidenza tre derive principali:

  • un clima in cui l’odio supera la passione sportiva 
  • una mentalità ultras fondata sulla violenza  
  • il fallimento del sistema calcio nella promozione di valori sani. 

Nonostante tutto, il ruolo degli ultras continua a essere riconosciuto da una parte dei tifosi, che ritengono addirittura legittime le loro richieste in materia di “gestione” biglietteria, comunicazione e persino calciomercato.

Nel dettaglio, il 70% di chi ha risposto il sondaggio (su un totale di 800 persone maggiorenni) è d’accordo con l’affermazione secondo cui gli ultras «alimentano un clima di violenza e intolleranza negli stadi, rendendoli meno sicuri per le famiglie». Tuttavia, il 24% ritiene che gli stessi «svolgano un importante ruolo sociale e di comunità che va ben oltre il semplice tifo allo stadio». A proposito invece della recente inchiesta “Doppia Curva”, il 56% sostiene «che esistono legami profondi e strutturati tra alcune frange ultras e attività criminali». Questa percentuale è più alta nei “baby boomers” e più bassa nei tifosi.  Al contrario, per il 12% degli intervistati – con una predominanza di appartenenti alla Gen Z – «si tratta di episodi isolati, da non generalizzare all’intero movimento ultras». Infine, all’interno del sondaggio è stato chiesto se sia corretto che gli ultras possano avere voce in capitolo con i club per quanto riguarda alcuni aspetti: si va dalla difesa della storia e della tradizione del club (il sì prende il 66% degli intervistati), fino al calciomercato o alle tattiche di gioco, dove le percentuali diminuiscono.

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