Spalletti, alla scoperta del (forse) nuovo allenatore della Juve. Retroscena e tante curiosità | OneFootball

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·28 de octubre de 2025

Spalletti, alla scoperta del (forse) nuovo allenatore della Juve. Retroscena e tante curiosità

Imagen del artículo:Spalletti, alla scoperta del (forse) nuovo allenatore della Juve. Retroscena e tante curiosità

Luciano Spalletti e le sue più grandi caratteristiche tra vicissitudini, storie e ovviamente cosa potrà portare alla Juve

Luciano Spalletti non è un allenatore come gli altri: è un “romanzo” complesso, spigoloso e brillante. Tuttosport ne svela retroscena e aneddoti, tracciando un ritratto del tecnico attraverso le sue frasi celebri e il suo modo unico di comunicare.

UOMINI FORTI, DESTINI FORTI: IL MANIFESTO DI LUCIO La frase «Uomini forti destini forti, uomini deboli destini deboli» è diventata un mantra, un tatuaggio, persino un meme. Spalletti la pronunciò l’11 settembre 2016, quando la sua Roma rimontò la Sampdoria grazie alla forza dei subentrati. È il suo manifesto: un elogio del lavoro, del collettivo e un secco rifiuto degli alibi. «Non ho tempo» è la religione degli sfigati, ama ripetere, sottolineando l’importanza di affrontare le sfide con determinazione.


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LE “GALLINE DEL CIONI” E IL RIFIUTO DEGLI ALIBI Celebri sono le «galline del Cioni», metafora usata per descrivere la critica giallorossa, bisognosa di polemiche quotidiane come le galline di granturco. Luciano non ammette scuse: «Il vero campione è colui che non critica il compagno, ma mette a posto l’errore che ha fatto». Anche quando si trattava di difendersi, come nel 2009 alla Roma, non esitava a tuonare contro i giocatori “leziosi” che non facevano i contrasti.

IRONIA E FRECCIATE: L’UOMO DEL “NO COMMENT” CHE ARGOMENTA TUTTO Spalletti non è l’uomo del “no comment”. Tutto viene argomentato, spesso con citazioni inaspettate. Durante la sua epoca all’Inter, per esempio, quando elogiava Sarri disse: «Se Sarri avesse continuato a lavorare in banca, ora sarebbe ministro dell’economia». Ma sa anche lanciare frecciate pungenti, come quella a Mirabelli prima di un derby: «Ha detto che dobbiamo temere il Milan? Sembra il prete di Frittole…».

IL “MANCA UN CENTRALE” E LA PAPERA BIANCANEVE Luciano non ha peli sulla lingua anche sul mercato. Quando allenava l’Inter e gli chiedevano del centrocampista mancante, rispose: «Siamo in difficoltà e io sento sempre che fate le stesse domande. È sotto gli occhi di tutti che ci manchi un difensore centrale. Anche mia mamma di 90 anni lo sa. Cosa volete che vi dica di altro?». Un esempio di pragmatismo e chiarezza disarmante. Alla sua “Rimessa”, un luogo bucolico dove dialoga con la sua anima, colleziona maglie e aneddoti. Persino la sua papera Biancaneve, al solo sguardo di Lucio, si sentiva al sicuro. Un allenatore unico, capace di lasciare il segno in ogni piazza che ha allenato.

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