Lega B
·6 de noviembre de 2025
Spezia, Donadoni si presenta

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Alla vigilia della sfida casalinga contro il Bari, il neo-tecnico aquilotto Roberto Donadoni è stato presentato alla stampa, al fianco del Presidente dello Spezia Calcio, Charlie Stillitano.
A prendere parola è proprio il Presidente Charlie Stillitano: "Siamo qui per presentare Roberto Donadoni, il nostro nuovo allenatore, ma prima di tutto voglio ringraziare Luca D'Angelo, che è un eccellente allenatore, ma anche una bravissima persona, pertanto è stata una decisione molto difficile da prendere e lui sarà sempre nella storia dello Spezia Calcio. Capisco bene la delusione e la rabbia dei nostri tifosi, questa città merita ben altre soddisfazioni e ben altre classifiche, su questo non c'è dubbio, e noi sappiamo di rappresentare una società importante e di giocare per i tifosi. Io e Tom Roberts abbiamo comprato questa società per prenderci cura dello Spezia Calcio e i tifosi meritano di più di quello che stanno vivendo. Per questo abbiamo deciso di agire e portare Roberto Donadoni all'interno del nostro progetto: non ha bisogno di presentazioni, tutti conoscono il suo percorso, ma è importante per noi far capire che la scelta è stata dettata dalla voglia che abbiamo visto in lui di risollevare lo Spezia. Nei suoi occhi abbiamo compreso la voglia di intraprendere questa nuova avventura e lo stimolo ad affrontare un momento complicato. Mi ha detto che in questi anni non aveva trovato la giusta squadra per riprendere la sua carriera di allenatore, nonostante le proposte non fossero mancate, e ha trovato nello Spezia la giusta società per rimettersi in gioco, una società seria e strutturata bene. Posso solo ringraziarlo e dargli il benvenuto nello Spezia Calcio".
La parola poi è passata al tecnico aquilotto Roberto Donadoni: "Ringrazio anche io la società per avermi scelto, chiaro che l'amicizia che mi lega a Charlie risale a quando io ero giocatore, ma è altrettanto vero che l'amicizia è una cosa, e poi c'è tutto un lavoro che va fatto, che va intrapreso; l'amicizia va rispettata soprattutto nella misura in cui la nostra responsabilità ci mette di fronte a tante altre componenti e quindi posso solo dire che ho accettato questa opportunità con entusiasmo e tanta voglia. Chiaro che essere rimasto fuori dal terreno di gioco per tanti anni, porta un po' di ruggine, ma mi sono bastati due giorni di allenamento per azzerare questa cosa. Ho percepito tanto entusiasmo e tanta voglia di risollevarsi in classifica, penso ci sia tanto spazio e tempo per risalire la china, chiaro che però non bisogna sprecare tempo e curare tutti i dettagli nella misura giusta. So che lo Spezia ha un tifo caldo, un tifo importante, molto attaccato alla squadra, pertanto quello che noi riusciremo a trasferire ai nostri tifosi sarà fondamentale per far sì che loro siano di grande aiuto e supporto al cammino che abbiamo di fronte; tutti dovremo cercare di remare nella direzione giusta, con coesione e unione, solo così si potrà uscire da una situazione complicata.
Mi interessa poco parlare di altre opportunità che avrei potuto accettare negli anni, mi interessa solo il fatto che ho accettato questa di opportunità, quella dello Spezia, che mi stimola moltissimo. La parola sfida credo non sia giusta, il mio mondo è sempre stato il calcio, prima calcando i terreni di gioco da calciatore e poi trasferendo da allenatore i valori che ho ereditato negli anni. Adesso è mio dovere cercare di rivolgere questi valori ai ragazzi che ho a disposizione. Questo connubio giocatore-allenatore mi ha stimolato molto e fatto venire il desiderio di rimettermi in gioco, quindi sono qui oggi per dare tutto ad una realtà che ha voglia di essere protagonista nel calcio che conta.
Sfida coraggiosa accettare lo Spezia? Personalmente non mi ritengo particolarmente coraggioso, quello che è il mio carattere è solo semplicemente quello che i miei genitori mi hanno insegnato e trasmesso. Cerco di portare avanti certi valori, non mi ritengo migliore o peggiore di nessuno, sono solo quel che sono. Credo di avere ereditato molto nella mia vita professionale e ora cerco di dare indietro qualcosa, sotto tutti i punti di vista. Lo Spezia è un'ottima opportunità per ripartire e cercherò di dare un serio contributo grazie anche al supporto di uno staff di valore e di una dirigenza seria che sa quel che vuole fare. È fondamentale che ci sia l’aiuto di tutti, cercherò di dare tutto il possibile per far sì che tra qualche mese magari si sia a parlare dello Spezia in termini diversi.
In merito a quello che è il passato non ho molto da dire, dico solo che non amo guardare indietro; chiaro che guardando il proprio percorso ciascuno di noi pensa a quello che avrebbe potuto fare di diverso rispetto a quanto fatto, ma dico che qualunque sia stata la tappa del mio percorso, quella è stata una parentesi importante per la mia crescita professionale e umana, aiutandomi a fare di meglio e di più. Questo deve essere lo spirito che deve accompagnare i nostri calciatori, mi rifiuto di pensare che un calciatore occupi volentieri la posizione di classifica attuale, in loro credo ci sia questo forte desiderio di rivalsa, bisogna trovare però la capacità di tirarlo fuori per risalire insieme la china. Ci aspetta una strada che ora sembra in salita, ma che può presto diventare un po più pianeggiante, ma questo spetta solo a noi.
La scelta più facile sarebbe potuta essere quella di dire "vediamo come va col Bari e poi ne riparliamo", ma non mi è mai piaciuto partire dal facile, oggi ho fatto un certo tipo di percorso, riparto da una realtà che ritengo sia adeguata alla mia persona, al mio carattere, al mio modo di fare. Sono alla ricerca di sfide, prima di tutto con me stesso. Se una persona non ha voglia di mettersi in gioco o in dubbio allora è difficile che possa ottenere risultati e questo non è il mio caso.
Obiettivo salvezza? Detto in questi termini no, in tutta sincerità. Devo approfondire il materiale umano e tecnico che ho a disposizione, però posso dire che finora che sono stati due giorni di allenamento molto seri, fatti ad alta intensità. In queste settimane ho avuto un quadro molto preciso della conoscenza dei calciatori, non solo tecnicamente, ma anche umanamente e questo penso sia fondamentale. Creare rapporti buoni può fare la differenza all’interno di uno spogliatoio e anche questo sarà uno dei miei obiettivi. Non voglio parlare oggi di salvezza, voglio parlare oggi di calcio e di riuscire a tirare fuori il massimo da questa squadra. In due giorni non puoi pensare di risolvere nulla, ma devi entrare nella parte con la giusta delicatezza, senza stravolgere. Con calma e serenità, ma grande convinzione lavoreremo per ottenere il massimo. Voglio che domani la mia squadra trasmetta tutta la determinazione che ha per risollevarsi in classifica.
Ho due conoscenze personali in squadra, Nagy e Sarr che ho avuto al Bologna. Sarr è un ragazzo che come avevo lasciato ho avuto l’impressione di avere ritrovato. Con una personalità spiccata, una sensibilità particolare, fare il ruolo del portiere è complicato, chiaro che quando si guardano gli episodi si ha la tendenza a dare giudizi legati al singolo fatto, senza considerare che col Monza dopo dieci minuti ha fatto una grande parata. Credo che non dobbiamo fare questo errore. Sarr sa benissimo cosa ha significato quell’errore, ma c’è grande responsabilità, e quindi mi riserbo di valutare questi aspetti per mettere i miei giocatori nelle migliori condizioni per poter dare il proprio contributo, ma voglio dire che non sarà un infortunio a mettere in discussione le mie idee nelle scelte quotidiane che farò. Sbagliare è lecito, se invece non provi non sbagli mai e questo è sicuramente peggio e mi preoccupa maggiormente.
Cambio modulo? Non escludo nulla, ma dico che con così pochi allenamenti non avrebbe molto senso inserire novità tattiche. Dico però che la capacità di modulare l’aspetto tattico in funzione delle caratteristiche dei calciatori è fondamentale. Penso che attualmente abbiamo ua rosa composta da giocatori molto validi e bisognerà tirare fuori il meglio da loro. Quella che è un'impostazione tattica è un conto, quello che poi è lo sviluppo durante la gara è un’altra, oggi meno riferimenti dai agli avversari e più vantaggi puoi avere, ma questo richiede lavoro e noi cercheremo di ridurre questo tempo il più possibile per farci trovare pronti già da domani.
Quando hai una squadra che l'anno scorso ha fatto quel che ha fatto e per gran parte ha gli stessi protagonisti, la prima cosa che ti viene da chiederti è come sia possibile che si ritrovi nei bassifondi di classifica. La risposta è che sei umano e tutto ciò che vivi ha un impatto importante, nel bene e nel male e questo ti dà delle sensazioni che poi ti possono portare a una direzione, negativa o positiva. Però più cose provi e più materiale hai a disposizione per fare bene, oggi la realtà è questa e quindi soprattutto l’aspetto mentale è un aspetto che va curato bene cercando di trasmettere loro quella convinzione necessaria per venire fuori da una condizione difficile.
Non ci sono state parole particolari per convincermi, quando si parla negli occhi si capisce e si intuisce con anticipo quelle che sono le intenzioni. Questo è stato il primo scoglio a essere stato superato con facilità. È vero che ho allenato qualche anno fa, ma ho sempre navigato in questo mondo cercando di essere sempre aggiornato e cercando di crescere anno dopo anno. Quello che i ragazzi mi trasmettono mi aiuta tantissimo e quindi sto provando belle sensazioni, bisogna cercare di tirare fuori dai calciatori il meglio, senza mai arrendersi.
In merito all’essere più offensivi dico che tutto parte dalla convinzione di essere positivi e propositivi, di avere non tanto la preoccupazione di quello che l’avversario può causarti, ma essere tu bravo a importi. Senza dimenticare la capacità di divertirsi, aspetto che oggi è forse sottovalutato. Fare il calciatore una grande fortuna, così come fare l’allenatore però se tu non hai questa voglia di divertirti diventa difficile essere capaci di essere propositivi in avanti. L’anno scorso ci riusciva e quindi come ho detto bisogna tirare fuori il meglio dai nostri calciatori.
Credo che abbiamo attaccanti che sono forti: Lapadula che è un giocatore esperto, ma abbiamo anche giocatori giovani, con grande prospettiva. L’anno scorso lo Spezia è stata una delle migliori difese, significa che ci sono questi valori. Ripeto, bisogna tirarli fuori, senza dare per scontato che le cose si facciano bene. Devi continuare ad allenare le cose, proponendo i concetti continuamente, non è sufficiente averle imparate una volta. Quest’anno forse si è perso qualcosa da questo punto di vista, così come nella fase offensiva. È sempre il gruppo che fa sì che tu riesca a difendere bene e attaccare altrettanto bene. Sono state perse alcune certezze forse da questi punto di vista.
Come ho trovato la squadra mentalmente? Credo che D’Angelo abbia fatto un lavoro buonissimo, quindi questo va riconosciuto. Chiaro che comunque è una squadra che è inevitabile che palesi difficoltà, però la cosa che mi è piaciuta è l’atteggiamento che abbiamo avuto in questi due primi giorni di lavoro. Ho proposto alcune situazioni, credo ci sia bisogno di lavorare sotto il punto di vista dell’intensità, sono sempre stato abituato a lavorare molto, ma pretendo molto dal sottoscritto e di conseguenza anche dagli altri. Questa predisposizione l’ho notata in questi due giorni e mi auguro che ci accompagni sempre. C’è da lavorare molto, ma la cosa non mi spaventa. Quando hai un atleta che in questo momento non sta dando il massimo non è impossibile portarlo a dare di più e questo è il nostro obiettivo".









































