PianetaSerieB
·16 de noviembre de 2024
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Francesco Pio Esposito ha iniziato col botto la sua seconda stagione allo Spezia: da inizio stagione sono già 6 i centri in Serie B, che hanno contribuito ad issare gli Aquilotti sino al terzo posto in classifica, a strettissimo contatto con Pisa e Sassuolo.
Direttamente dal ritiro dell’Under 21, il classe 2005 in prestito dall’Inter si è raccontato ai microfoni di FIGC.it, descrivendo la sua esperienza allo Spezia e raccontando le emozioni contrastanti provate al ritorno a Castellammare di Stabia, sua città natale. Di seguito le dichiarazioni più rilevanti.
INIZIO – “Meglio di così sarebbe stato difficile iniziare: è un momento bellissimo, ma non smetto di lavorare ogni giorno”.
CASTELLAMMARE DI STABIA – “Ero in videochiamata con mia cugina, quindi non mi sono perso un momento di quella giornata. Per poco non mi scappava la lacrima: è stato molto emozionante anche a distanza. Vedere tutta la gente del rione, i miei familiari, tutti uniti sul nostro campetto, quello che ci ha visti crescere. Abbiamo voluto lanciare il messaggio che non bisogna mai dimenticarsi delle proprie origini, se queste ti hanno dato tutto. Crescendo in quel campetto abbiamo imparato tanto: i valori dello sport e della vita, gli ideali, lo spirito di aggregazione, l’amicizia, lo stare insieme, il rispetto dei più grandi. Era un campetto in cui non c’erano regole: chi arrivava, giocava. E chi non giocava, aspettava il proprio turno”.
MOTIVAZIONI – “Giocare con i più grandi già al campetto mi ha insegnato tanto, mi portava a dover andare al doppio degli altri, e la cosa si è ripetuta negli anni. Dalla Primavera dell’Inter, al Mondiale Under 20, all’Europeo Under 19, e ora con l’Under 21 e in Serie B. Ma ho sempre avuto un grande rispetto di chi è più grande di me”.
FRATELLI – “Passavo i weekend a vedere le loro partite e mi sono ispirato a loro. Avere due calciatori professionisti così vicini a me mi permette di poter avere consigli, soprattutto quando le cose non vanno. Perché quando le cose vanno bene c’è poco da dire e poco da aggiustare”.
RETE AL MENTI – “Segnare lì è stata un’emozione stranissima – ammette -. Per un attimo, quando la palla è entrata, ho fatto fatica a capire cosa stesse succedendo. Dentro di me ero contento, ma il gelo dello stadio l’ho sentito. E’ stato quasi un farsi male da soli, per uno come me che anche da lontano ha fatto l’abbonamento per vedere le partite della Juve Stabia in ogni categoria e che piangeva quando perdeva. Per me era la prima volta al ‘Menti’: Salvatore ci aveva giocato, ma a porte chiuse. Siamo stati felicissimi che il pubblico di Castellammare ci abbia accolti così: hanno capito tutti che in campo siamo dei professionisti e diamo il massimo per la maglia che si indossa, quella dello Spezia”.
BERTOLA E CANDELARI – “Sono molto contento per Nicolò che mi ha raggiunto in Under 21 e per Pietro che è riuscito a trovare spazio in Under 20. Ha delle grandi potenzialità. Le cose a La Spezia stanno andando bene, quindi è più facile esprimersi sia per i singoli che per la squadra. Lo scorso anno si faceva fatica, quest’anno abbiamo iniziato meglio”.
AL PICCO CON L’U21 – “Sarà un’altra emozione particolare, strana ma bellissima, anche perché La Spezia è la città di tante mie prime volte e a cui mi sono affezionato tantissimo. La prima squadra tra i professionisti, le prime partite da professionista, i primi gol da professionista, la città dove ho preso la patente e anche quella in cui sono andato a vivere per la prima volta da solo”.
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