Torino, Zapata alza la voce: «Sono carico. Tifosi, credete in noi!». Poi il messaggio a Schuurs | OneFootball

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·19 de julio de 2025

Torino, Zapata alza la voce: «Sono carico. Tifosi, credete in noi!». Poi il messaggio a Schuurs

Imagen del artículo:Torino, Zapata alza la voce: «Sono carico. Tifosi, credete in noi!». Poi il messaggio a Schuurs

Torino, Duvan Zapata suona la carica e motiva i compagni dal ritiro di Prato allo Stelvio, ecco le dichiarazioni del capitano dei granata

(Lorenzo Bosca – Inviato a Prato Allo Stelvio). 287 e 37: sono questi i numeri di Duvan Zapata. Il primo fa riferimento ai giorni trascorsi dall’infortunio dell’attaccante del Torino (era il 5 ottobre del 2024 e si giocava contro l’Inter a San Siro). Il secondo, a quelli che mancano alla primissima partita ufficiale dei granata in Serie A (ironia del destino, sempre e proprio contro i meneghini il prossimo 25 di agosto).

Certo, sembrerebbe alquanto proibitivo avventarsi in azzardate previsioni, per affermare se l’attaccante colombiano sarà presente o meno all’appuntamento. Quel che è certo, è che l’ex Atalanta sta impegnando ogni singola risorsa a propria disposizione per tornare a calcare i manti erbosi del nostro campionato (e riempire le rispettive reti di gol) il prima possibile.


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«Sono molto emozionato e non vedo l’ora di tornare perché piano piano sto tornando a sentirmi me stesso», afferma sicuro il numero 91 dal ritiro di Prato allo Stelvio. Nell’alta Val Venosta – dove il Torino sta macinando chilometri sulle gambe proprio per non farsi trovare impreparato alla stagione che verrà – le parole di Zapata risuonano come una melodia di fiducia per tifosi (e compagni) . Vediamo le dichiarazioni rilasciate dall’attaccante raccolte da CalcioNews24 presente all’evento.

Le parole dell’attaccante del Torino Duvan Zapata:

Buongiorno Duvan Zapata, è un piacere vederti qui. Hai già notato delle differenze tra quello che ti chiedeva Vanoli e quello che ti chiede Baroni?

«Sì, penso che il mister abbia le idee chiare e anche una sua filosofia. Eh…ci sono differenze, i due allenatori per me sono diversi anche se è vero che stiamo lavorando con il modulo con il quale i ragazzi hanno finito la stagione scorsa. Ci sono concetti diversi, c’è anche un modo di lavorale diverso. Per rispondere alla tua domanda: sì, ci saranno modifiche sul modo di giocare che faremo».

Puoi essere più specifico su queste differenze?

«No no…a me in particolare non ha chiesto ancora niente da fare sul campo. E poi andare nello specifico riguarda l’allenatore. Però noi sicuramente ci abitueremo bene alle sue idee e ai suoi concetti. Si vede già fin da questo inizio di preparazione che i ragazzi si stanno abituando. Alla fine penso che sia una questione d’abitudine. Questo periodo ci serve anche per prepararci bene. Domani (oggi, ndr) faremo la prima amichevole, quindi sicuramente già lì saranno messe in pratica le cose sulle quali ci stiamo allenando».

Finalmente è tornato a giocare con la palla, com’è stata questa attesa?

«Sì sì…io comunque già stavo lavorando con palla anche nel periodo in cui i ragazzi erano in vacanza. Però ora che, diciamo, piano piano mi sto inserendo nel gruppo è un’emozione. E’ bello ritornare a competere e allenarmi con loro. La cosa importante, che mi rende contento, è che sono in crescita. Come hai detto sono i primi allenamenti con loro quindi mi sono sentito bene quindi andrò in crescita. E spero di continuare così!».

Ci racconta l’orgoglio di indossare la fascia da Capitano? Come interpreta questo ruolo?

«Sì, dalla stagione scorsa sono il capitano e come ho detto anche prima per me è un orgoglio. Mi hanno scelto come capitano, non me l’aspettavo ed è stato per me un po’ una sorpresa, però ho preso la fascia con molta responsabilità, una responsabilità che ci vuole quando si è il capitano di un club storico e importante com’è il Torino. E per me più che capitano mi considero un leader nel trascinare i ragazzi, dando l’esempio, anche perché sono quasi il più vecchio. Solo Antonio Donnarumma ha un anno più di me poi sono io il più vecchio per cui sento di avere anche questa responsabilità.

Ce l’avevo già alla mia prima stagione quando ero appena arrivato al Torino, allora ero io il più vecchio, c’era ancora mister Juric. E già lì sentivo di avere la responsabilità di trascinare i ragazzi dando l’esempio ogni giorno sia durante gli allenamenti sia fuori dal campo, che è forse anche più importante. E niente…spero di continuare a trascinare i ragazzi e di svolgere bene questo ruolo».

Come ha passato questi mesi lontano dal campo?

«Sono stati mesi duri, soprattutto all’inizio, l’inizio è duro. Ma a questo punto dico che il tempo è passato veloce. È vero che in quei momenti soffri…la riabilitazione, anche perché dopo l’intervento devi imparare di nuovo a camminare. Quel momento è duro e pensi che si è appena all’inizio, ma poi man mano passa il tempo cominci a sentirti meglio. Ringrazio la mia famiglia che mi è stata vicina e anche tutto il mondo Torino mi è stato vicino. Mano a mano ad arrivare a questo momento. Sono molto emozionato e non vedo l’ora di tornare perché piano piano sto tornando a sentirmi me stesso. Però la sto prendendo anche con calma e rispetto ogni step, però sì: non vedo l’ora di tornare in campo e fare la prima partita, soprattutto segnare il primo gol».

Nel frattempo la società le ha rinnovato il contratto, ci parli di questo gesto? E quanto l’ha aiutata leggere i nomi dei caduti del Grande Torino a Superga

«Sì: la società ha fatto un bellissimo gesto nel rinnovarmi il contratto in un momento in cui ero infortunato quindi li ringrazio adesso e li avevo già ringraziati prima per questo bel gesto. Adesso dipende solo da me ripagare sul campo tutto questo affetto, come facevo già prima. Poi a Superga è stato un momento speciale soprattutto viverlo da capitano. Lo avevo già vissuto non da capitano, nella mia prima stagione quando c’era Buongiorno e vedere Alessandro a Superga mi ha aiutato ad essere un po’ più preparato quando è toccato a me. Proprio perchè avevo già vissuto l’ambiente e com’era la cerimonia. Comunque affrontarla da capitano è stata una bella emozione, è stato uno dei momenti più belli che ho avuto nella mia carriera. E niente, spero di poter ripetere anche in questa stagione l’anno prossimo!».

A Zapata piace definirsi un leader, ci racconta l’ambiente che ha percepito in questi giorni di ritiro col Torino?

«Sì, l’ambiente è molto positivo e i ragazzi sono motivati a fare una buona preparazione e lo si vede già in questi primi allenamenti che stanno già spingendo forte. Siamo consapevoli che questa è una parte importante della stagione per poi avere continuità durante tutta la stagione. Diciamo che adesso è il momento di mettere benzina e quindi lo stiamo facendo. I ragazzi sono molto motivati e positivi, quindi bisogna avere questa continuità».

L’inizio del campionato d’altronde sarà duro, il Torino incontrerà subito squadre forti…

«Sì, lo sappiamo. Siamo già consapevoli di questo. Ci stiamo appunto preparando per essere all’altezza di questo campionato e di questa stagione che sarà comunque un’altra stagione importante e sarà un altro campionato duro perché tutte le squadre si stanno rinforzando molto bene. Oramai non è un segreto, tu prendi il cellulare e vedi come si muovono e cosa succede nel calciomercato. Quindi siamo consapevoli di questo e ci stiamo preparando per essere pronti per la prima partita».

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Cm Torino 03/09/2023 – campionato di calcio serie A / Torino-Genoa / foto Cristiano Mazzi/Image Sport nella foto: Duvan Zapata

Un dato: Luca Toni a 38 anni giocando nel Verona diventò capocannoniere in Serie A, Fabio Quagliarella a 36. Tu pensi ogni tanto a questo traguardo? E, ti senti tra gli attaccanti più forti del nostro campionato?

«Sì, lo sento sempre ogni giorno! Poi però la realtà dice un’altra cosa: che sono infortunato, che non gioco da tanti mesi. Però le motivazioni io ce le ho dentro e mi danno la forza per migliorare ogni giorno e per dimostrare tutte le mie capacità che magari ho dimostrato fino adesso. Perché no? Un attaccante sogna sempre, almeno personalmente il mio obiettivo è sempre stato di fare doppia cifra. Da quando sono arrivato in Italia ho visto che questo è molto importante qui. Magari in altri campionati è meno fondamentale, ma dopo tanti anni qui in Italia ho capito che un attaccante forte va almeno in doppia cifra ogni anno. Quindi sì, uno dei miei obiettivi personali è questo. Come attaccante lavoro per riuscirci».

Che idea ha sulla passata stagione del Torino? Dopo il suo infortunio la squadra ha patito tanto…

«Sì, io penso che nel gruppo la stagione scorsa ha lasciato qualche cosa. Tutti i momenti di difficoltà che abbiamo avuto, questa stagione devono servirci a cercare di migliorare. Soprattutto dobbiamo essere più continui perché nella stagione scorsa avevamo iniziato bene e poi dopo abbiamo avuto un periodo con difficoltà e abbiamo fatto fatica a ripartire. A gennaio l’arrivo dei ragazzi nuovi ci ha dato una spinta e sembrava che partissimo ancora, però poi abbiamo perso la continuità. In questa stagione sarà fondamentale avere continuità, anche nei momenti di difficoltà. Ci stiamo quindi allenando, anche mentalmente. La stagione scorsa ci ha lasciato un insegnamento, una lezione, che deve servirci da lezione per cercare di non ripetere quest’anno».

Questo periodo difficile è figlio di un ‘infortunio, in squadra c’è un altro compagno – Perr Schuurs – che è fuori da molto più tempo di lei. C’è un messaggio che vorrebbe mandargli?

«Sì, resilienza! So che prima o poi lui tornerà e ci darà una mano in campo. Il messaggio non è solo per lui ma anche per tutti gli infortunati che non si sono ancora lasciati dietro i loro infortuni. E questo vale anche per me visto che ancora non sono tornato a giocare con i compagni una partita ufficiale o un’amichevole. Penso che la testa faccia tutto e lui ci ha fatto capire in tutto questo periodo che mentalmente è forte. Quindi abbiamo la speranza che torni in campo con noi».

Quanto è stata importante la famiglia Zapata in questo periodo buio?

«Sì, sì, è fondamentale. Avere un sostegno in casa è stato importante. I miei bambini sono già grandi e quindi capiscono molto di più, tutto l’ambiente. Loro insieme a mia moglie mi sono sempre stati vicini. Anche, come ho detto, tutto il mondo Torino e gli amici. Tutto questo ti dà ancora più forza perché ti fa capire che tutto l’ambiente ancora crede in te. Ti fa capire che l’infortunio è qualcosa di momentaneo. Personalmente ho affrontato questo periodo sapendo che è momentaneo. Io ho fede che tornerò a far vedere tutta la mia forza in campo e le mie capacità».

I tifosi qua la amano tantissimo, si sente di mandargli un messaggio?

«I tifosi voglio ringraziarli perché anche nel brutto periodo dell’infortunio mi sono stati vicini. Anche quando li incontro al bar o al ristorante o per strada mi fanno capire il loro amore e il loro affetto. Come capitano voglio dire ai tifosi di non smettere di credere in questa squadra. Anche se ci sono momenti di difficoltà come li abbiamo avuti. Questi ragazzi sentono i momenti e i tifosi sono le persone che sempre ti danno la speranza e la spinta. Ai tifosi dico: non lasciateci mai, non smettete di credere in noi, in questa squadra e nei compagni».

Questo è un momento magico, non solo per il rientro in campo ma anche perchè diventerà presto papa…

«Sì, mia moglie è incinta di sei mesi (sorride, ndr). All’inizio pensavamo fosse un maschio, ora invece è una femmina…diciamo che il ginecologo ci aveva un po’ confusi. E’ una principessa. La cosa importante è che sia sana, la stiamo aspettando con grande amore».

Termina la conferenza stampa dell’attaccante del Torino Duvan Zapata

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