Pagine Romaniste
·20 de marzo de 2025
Totti: “Fortunato a coronare il mio sogno di vestire un’unica maglia. San Siro mi esaltava. Mazzone allenatore che ho amato di più”

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·20 de marzo de 2025
Francesco Totti, come ambassador della Serie A, è oggi presente ad un evento organizzato allo store Illiad di via Cola di Rienzo a Roma. Lo storico capitano giallorosso ha risposto ad alcune domande fatte dai giornalisti presenti. Di seguito le parole di Totti:
Chi vedi favorito per lo Scudetto?
“Inter o Napoli. Ne devo dire una? L’Inter, dopo quello la vittoria contro l’Atalanta mi sembrano abbastanza pronti per rivincere“.
C’è stata un’intervista o un giornalista in particolare che hai odiato e hai detto “Non ci parlo più”?
“Tutte le domeniche. Scherzi a parte, soprattutto quando perdevi alcune volte cercavi di sviare. Sono uno abbastanza compulsivo, quello che penso dico. In alcuni momenti era meglio non presentarsi”.
Si reputa una leggenda?
“Penso che se diventi ‘leggenda’ dopo che hai costruito la tua parte durante il tragitto calcistico, quando ti chiamano leggenda qualcosa di importante o almeno significativo l’hai fatto. Io mi reputo fortunato, ho voluto coronare il mio sogno di indossare un’unica maglia. Mi rivedo in quella leggenda. Poi è normale che la gente vede e dice tutto quello che succede, tutto quello che hai fatto. A fine carriera, per quello che ho fatto, sono contento che la gente mi reputi in questo modo. E’ significativo, vuol dire che c’è stato un amore reciproco. Quando ti identificano in un modo vuol dire che qualcosa d’importante hai fatto”.
Che avresti fatto nella vita se non fossi stato un calciatore?
“Se non avessi fatto il calciatore avrei fatto il benzinaio, perché mi piace l’odore della benzina (ride, ndr). Quando aprivano il portafoglio ed ero piccolo pensavo che sarei potuto diventare ricco. Scherzi a parte, avrei tentato di fare il tennista: la mia leggenda era Federer, lui è il tennis. Sono quei giocatori che non fanno parte del pianeta, così come Maradona nel calcio. Non voglio essere paragonato a queste leggende perché non mi ci avvicino nemmeno, Maradona è il calcio”.
Un momento in cui hai pensato di non farcela?
“In 25 anni ci sono state parecchie buche da evitare. L’infortunio per esempio, una delle cose più gravi. Ma mi sono rialzato“.
Stadio preferito? Tolto l’Olimpico.
“San Siro. Ultimamente sono arrivate più vittorie, prima perdevamo solamente. Alla fine siamo usciti vittoriosi parecchie volte, quello è lo stadio che mi esaltava, mi piaceva troppo giocarci. Quando andavamo a Milano mi insultavano comunque, ma era un insulto diverso, più piacevole (ride, ndr)… soprattutto in Milan-Roma. Più mi attaccavano e più mi divertivo”.
Quanto ti manca il calcio?
“Tantissimo, ogni tanto gioco a calciotto con gli amici. O quando vado all’estero per degli eventi”.
Devi scegliere: non giochi più nemmeno a calciotto con gli amici o torni a giocare ma con una squadra diversa dalla Roma?
“No, non gioco più”.
Com’è il tuo rapporto con la piazza e con i tifosi adesso. Uguale, meglio o peggio a quando eri calciatore?
“Adesso è peggio di prima. Pensavo che dopo 7/8 anni dal termine della mia carriera, diminuissero le foto e l’amore…invece è ancora più di prima. Faccio fatica ad andare in giro. Da una parte è bellissimo, è un onore che ti fa pensare a quel che hai fatto. Allo stesso tempo non hai vita privata, se volessi stare due minuti con mia figlia piccola al parco non potrei“.
Qual è la cosa più assurda che un tifoso ha fatto pe te?
“Ne sono successe tante. La cosa più strana è stata un tifoso che si è fermato per baciarmi le scarpe“.
Allenatore che hai amato di più in carriera?
“Zeman e Mazzone. Uno solo? Allora dico Mazzone“.
Mentre il compagno di squadra?
“Cassano”.
Cosa farai in futuro? Progetti?
“Ora non ce l’ho. Non ci penso. Vivo alla giornata, quello che succederà, se dovessi fare qualsiasi cosa, lo farò con la massima dedizione“.