Zerocinquantuno
·30 de diciembre de 2025
Tra fatiche, infortuni e pressioni, il Bologna è in corsa su tutti i fronti. E ha le carte in regola per restarci

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·30 de diciembre de 2025

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Cosa significa giocare su più tavoli cercando di restare competitivi? Proviamo a dare un primo sguardo ad alcuni numeri e statistiche di un Bologna che, a fine dicembre, si ritrova fra le prime 7 della Serie A (con una gara ancora da recuperare, a Verona il 15 gennaio), in piena corsa per un piazzamento nelle prime 8 della fase campionato di Europa League e qualificato ai quarti di Coppa Italia, oltre ad aver conquistato e disputato la finale di Supercoppa Italiana.
Competitività e continuità – Sono 19 i risultati utili nelle 25 sfide sinora affrontate tra Serie A, Europa League, Coppa Italia e Supercoppa Italiana: 12 vittorie, 7 pareggi e 6 sconfitte si traducono in continuità e competitività su tutti i fronti. E, considerando lo scenario descritto nei prossimi paragrafi, tale 76% di risultati positivi rappresenta un dato quasi clamoroso.
Stacanovismo – Ben 22 partite disputate negli ultimi 100 giorni, 25 in totale dal 23 agosto: da quando sono cominciati gli impegni extra campionato il Bologna è sceso in campo ogni 87,5 ore di media tra il fischio d’inizio di una sfida e l’altra, e in appena 3 circostanze ha potuto contare su 120 o più ore per pensare alla gara successiva. Traduzione? L’impossibilità di avere a disposizione la settimana standard per preparare l’impegno seguente, con un continuo su e giù da treni e e aerei, ritrovandosi in allenamento per la sola rifinitura e con scelte di formazione inevitabilmente dettate da precedenti scorie, condizioni psicofisiche e infortuni. Senza dimenticare che a differenza della passata Champions, affrontata sì con serietà e impegno ma anche senza pressioni e optando spesso per un ampio turnover, nell’attuale Europa League il BFC viene considerato tra le papabili per la vittoria finale, ed è consapevole di dover recitare un ruolo importante.
Rotazioni e infortuni – Il solito fondamentale lavoro di Vincenzo Italiano e del suo staff in termini di distribuzione del minutaggio, con 18 elementi della rosa impegnati per almeno 1/3 dei minuti totali disponibili, avrebbe potuto assumere connotati ancor più rilevanti se non fosse stato per gli infortuni che hanno colpito simultaneamente prima il centrocampo e poi la difesa, senza dimenticare la corsia di sinistra in attacco. Sono infatti 7 i giocatori del Bologna che hanno dovuto alzare bandiera bianca per almeno 5 o più match, costringendone altri a tirare oltremodo la carretta (Heggem è forse l’esempio più lampante). Nessuno nell’ambiente rossoblù ha mai cercato alibi, cosa che fa onore a mister e società, ma di sicuro non si è trattato di uno scenario idilliaco nel quale lavorare.
L’aver inanellato 12 risultati utili consecutivi da fine settembre a fine novembre aveva un po’ confuso qualcuno circa gli obiettivi realmente perseguibili dal Bologna (c’era chi parlava addirittura di scudetto), così come la recente frenata in campionato ha fatto storcere oltremodo il naso ad una parte della tifoseria. Come spesso accade, la verità sta nel mezzo, in una squadra che recuperando tutti gli infortunati (a cominciare dai perni Freuler e Skorupski, sperando inoltre che gli imprescindibili Ferguson e Lucumí smaltiscano al 100% i loro fastidi) e ricevendo un contributo maggiore dagli acquisti estivi (sin qui solo il già citato Heggem e in parte Zortea hanno realmente convinto, tenendo ovviamente sospeso il giudizio su Immobile) potrà continuare al meglio il proprio percorso anche nel 2026, puntando ad un piazzamento europeo in campionato e nel contempo facendo strada sia in Europa League che in Coppa Italia. Se poi il mercato invernale dovesse portare a Casteldebole qualche rinforzo, tanto meglio, ma già allo stato attuale l’organico rossoblù possiede i numeri e le qualità sufficienti per vivere una seconda parte di stagione da protagonisti.









































