Vanoli: “Ranieri è il nostro capitano e lo difenderò fino alla morte, lo volevo al Venezia. Gosens salta la Juventus” | OneFootball

Vanoli: “Ranieri è il nostro capitano e lo difenderò fino alla morte, lo volevo al Venezia. Gosens salta la Juventus” | OneFootball

In partnership with

Yahoo sports
Icon: FiorentinaUno

FiorentinaUno

·20 de noviembre de 2025

Vanoli: “Ranieri è il nostro capitano e lo difenderò fino alla morte, lo volevo al Venezia. Gosens salta la Juventus”

Imagen del artículo:Vanoli: “Ranieri è il nostro capitano e lo difenderò fino alla morte, lo volevo al Venezia. Gosens salta la Juventus”

Il tecnico della Fiorentina Paolo Vanoli è intervenuto in conferenza stampa quest’oggi alle ore 12.00 presso il Wind3 Media Center del Viola Park per presentare la gara di questo sabato. I viola ospiteranno la Juventus al Franchi per la dodicesima giornata di Serie A alla ricerca di una vittoria che in campionato ormai manca dal 2-3 in casa dell’Udinese nell’ultimo turno della passata stagione.

Sarà Vanoli contro Spalletti, un incrocio inedito tra i due dato che quando Vanoli allenava il Torino al suo primo anno in Serie A, Spalletti sedeva sulla panchina della Nazionale Italiana. Una partita quella tra Fiorentina e Juventus che non è mai banale e che riserva sempre delle sorprese. La scorsa stagione i gigliati sono usciti imbattuti dal doppio confronto: 2-2 a Torino e 3-0 a Firenze. Ecco di seguito le dichiarazioni dell’allenatore viola.


OneFootball Videos


Imagen del artículo:Vanoli: “Ranieri è il nostro capitano e lo difenderò fino alla morte, lo volevo al Venezia. Gosens salta la Juventus”

Vanoli presenta Fiorentina-Juventus in sala stampa (Photo by Valerio Pennicino/Getty Images) via OneFootball

La conferenza stampa di Vanoli

E’ d’accordo con chi dice che questa sarà la partita della svolta?

Io non parlerei di prestazione della svolta. E’ la partita. Sappiamo quanto vale per i nostri tifosi. Ho detto che sarà una strada lunga. Quello che vorrei vedere dai miei giocatori domani è un grosso impegno, una ferocia nella partita. Incontriamo una squadra forte che ci metterà in difficoltà . Reagire nei momenti negativi, riuscire a cambiare questo trend. La strada è molto lunga e vorrei che i miei giocatori si concentrassero sul presente. Questo per me è un altro piccolo step. L’umiltà dei vincenti è sapere oggi dove sei e dove possono portarti i piccoli passi.

Da oggi ha il gruppo al completo, c’è qualcosa che la preoccupa in particolare?

L’ho detto quando ho messo piede qua dentro. La mia preoccupazione è capire oggi dove siamo. A Genova sotto questo aspetto c’è stato un piccolo passo. Ottenere grandi successi è come essere sulle montagne russe. Oggi non posso parlare e non dobbiamo pensare più in là di quello che è giorno dopo giorno. Bisogna essere uniti. Siamo una famiglia, staff medico, collaboratori, magazzinieri… E in questo momento chiedo al popolo viola di esserci vicini per uscire da questo momento. Non si cambia mentalità in due-tre giorni.

Come stanno infortunati e nazionali?

Gosens ha lavorato a parte, non ci sarà per questa partita. Ho parlato col dottore e lo vedo sul campo, sta facendo un buon lavoro. Per il resto sono contento che Comuzzo e Fortini abbiano fatto 90 minuti in U21. Poi c’è l’aspetto psicologico. Albert è uscito dai Mondiali, Edin farà i playoff e Pongracic è andato diretto. Serve capire l’aspetto morale perché è importante.

Sulla fascia da capitano a Ranieri

Capitano Ranieri? Per me, lo dico, ed è giusto. Ci sono state critiche eccessive e ho parlato col ragazzo. Quello che dico qua lo dico ai giocatori. Ho parlato con Luca e gli ho detto che se io fossi stato l’allenatore della Fiorentina gli avrei dato la fascia. Vi spiego. La fascia da capitano si guadagna in tante maniere. A volte un leader, a volte per le presenze, ce ne sono mille modi per cui un tecnico possa scegliere un capitano. Lui è diventato capitano perché è un esempio del lavoro. Ha lottato dal settore giovanile, è arrivato li e si è conquistato un posto. Lo chiesi a Pradè quando ero a Venezia e lui mi disse che lo voleva vedere in ritiro per valutarlo. Si è conquistato la Fiorentina. Poi è giusto che oggi ti prendi le critiche perché oggi la gente non ti riconosce valori in quello che fai in campo. Questo è quello che sta sbagliando. Per me merita di essere capitano e lo difenderò fino alla morte. Vice? C’è Mandragora…

Qual è il modo migliore di utilizzare Kean?

E’ recuperato. Ha avuto questo problema alla tibia ma questa settimana è stato in gruppo. Sono andato a rivedere partite in nazionale col 3-5-2 di Spalletti. Per me è un giocatore di grande valore che può fare reparto da solo e anche giocare con una punta a fianco. Devo capire le loro caratteristiche per metterli nelle migliori condizioni. Non sono legato ad un sistema di gioco. Sono importanti i giocatori e come si interpreta un sistema di gioco. Secondo me i quattro attaccanti sono complementari. Kean e Piccoli sono simili ma le loro caratteristiche si possono abbinare. Dipende dalla loro voglia di mettersi a disposizione dei compagni.

Sullo staff

Stiamo costruendo piano piano dei reparti. Quando fai tre competizioni in una settimana due analisti sono pochi per come vanno le cose oggi. Cavalletto lo conoscevo da tempo. Ha fatto grande esperienza con Farioli a Padova ed era da tanto che ci conoscevamo. Oggi abbiamo la fortuna di collaborare insieme. Il mio staff lo completo con esperienze diverse perché voglio essere sul pezzo e avere opinioni diverse. Ecco perché ho portato Cristian che ha giocato nel Barcellona… Uno per le lingue. Questo staff sa minimo due lingue e questo è un vantaggio per il dialogo con i giocatori. Cerco uno staff internazionale.

Cosa ha visto di diverso nella Juventus di Spalletti rispetto a quella di Tudor?

Incontriamo un allenatore che stimo e col quale mi sono confrontato parecchie volte, soprattutto l’anno scorso quando presi Elmas al Torino. In quella telefonata mi ha dato grandi spunti e grandi idee. E’ un grande allenatore. Penso che il suo focus sia cambiare sistema di gioco perché ha giocatori adatti ad altri sistemi come il 4-3-3 che è il suo dogma, col quale ha vinto lo scudetto al Napoli. Quando cambi allenatore è molto pericoloso perché hai poche partite da analizzare. Dobbiamo essere bravi perché quando fai tre competizioni non hai tempo di lavorare. La capacità interpretativa del giocatore dev’essere importante all’interno della partita. Abbiamo bisogno di tutti.

Termina qui la conferenza stampa.

Ver detalles de la publicación