Calcionews24
·21 novembre 2025
Abate si racconta: «Responsabilità per chi mi ha dato questa opportunità. Obiettivo? La salvezza. I giovani si esprimono se… Io allenatore? Inizialmente volevo fare questo!»

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·21 novembre 2025

La Juve Stabia sta facendo bene nel campionato di Serie B pur vivendo una situazione difficile. A guidarla è Ignazio Abate, allenatore emergente, storico giocatore del Milan. Il Corriere dello Sport lo ha intervistato.
COME VIVE UN CLUB COMMISSARIATO – «Con grande responsabilità nei confronti di chi mi ha dato questa opportunità. E con sentimento, perché ci metto il cuore da sempre in ogni cosa che faccio. Con equilibrio in un campionato difficile che non può essere affrontato diversamente».
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HA BATTUTO INZAGHI – «Per carattere non riesco a godermi a fondo le cose. Sapevamo che sarebbe stata dura contro una squadra fortissima che alla fine concorrerà per la A. Ma noi dobbiamo vivere tutto come una grande occasione da cogliere e per step di crescita».
PROSSIMA AVVERSARIA: LA SAMP – «In casa siamo fastidiosi perché riusciamo a esprimerci con personalità. Dobbiamo migliorare in trasferta. Ma i ragazzi sanno che c’è un percorso da fare».
PERCHÉ HA SCELTO DI ALLENARE – «Ero proiettato verso una funzione dirigenziale. Feci il corso per diventare allenatore e capii che era quella la mia strada. Sono felice perché sono partito dal settore giovanile del Milan. Ho voglia di imparare. Spero di migliorare con questo gruppo».
I SUOI MAESTRI – «Reja è stato un papà a Napoli, avevo solo 17 anni ed era la mia prima esperienza fuori casa. Ognuno mi ha lasciato qualcosa, ma serve poi metterci del tuo. Ricordo con grande affetto Malesani a Empoli… Allegri è stato un maestro nella gestione… Ricordo anche Francesco Bertuzzo e Marino Frigerio nel settore giovanile».
MILAN NEL CUORE – «Sono diventato uomo in quella società straordinaria… mentalità, professionalità, dovere… ma sono cresciuto anche grazie ai valori della mia famiglia… una fortuna averli avuti».
LA TERNANA – «È stata la mia prima esperienza tra i professionisti… siamo ripartiti da una retrocessione… il gruppo si è formato e abbiamo fatto un torneo di valori morali alti… questo resta».
IL SUO CALCIO – «Credo che esprimersi bene ti dia più possibilità di vincere… occorre sacrificio nei duelli che dipendono dall’impegno di ogni calciatore».
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LE IDEE – «Non sono un integralista… oggi bisogna saper giocare in modo relazionale, non solo posizionale. E senza mai rinunciare al coraggio».
LE DIFFICOLTÀ DEL CLUB – «Nelle difficoltà è necessario isolarsi e reagire… ciò che non puoi controllare porta via energie… il direttore Lovisa è stato fondamentale per evitare alibi».
I GIOVANI – «I giovani si esprimono in un contesto sano… lo zoccolo duro della scorsa stagione ha dato una grande mano… serve infondere fiducia».
I TALENTI DELLA B – «Stabile e Reale, De Pieri e Mannini hanno potenzialità. Cissé è un talento, Berti era già forte».
PERCHÉ NON SI DANNO OPPORTUNITÀ AI TALENTI – «Il discorso è complesso… tutti dovremmo chiederci se facciamo il massimo… la C è formativa… seconde squadre? Sì, se funzionali alla crescita… l’ossessione dei risultati non funziona coi baby… Esposito e Camarda sono esplosi giocando sotto età».
LA NAZIONALE – «Servono regole diverse e spazi più ampi. Se non siamo andati ai Mondiali il problema non è solo generazionale».
CHI GIOCA MEGLIO IN B – «Il Frosinone e il Venezia sono propositivi… Stroppa cerca sempre un gioco dominante… Alvini ribalta bene l’azione… noi ci proviamo».
L’OBIETTIVO STAGIONALE – «La salvezza. Bisogna arrivare velocemente ai 46 punti. Questo torneo è pieno di difficoltà. Meglio non farsi illusioni».
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