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·22 septembre 2025
đ§ Acerbi: âFinale di Champions? Eravamo cotti mentalmente. Dopo la partitaâŠâ

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Francesco Acerbi, difensore dellâInter, Ăš intervenuto a margine della presentazione del suo libro âIo Guerrieroâ. Le sue parole riportate da TMW: âChivu? Ă molto umano con noi, fa star bene ed Ăš molto bravo. Pensavo⊠no, non pensavo niente. PerĂČ ha fatto il primo anno in A a Parma, ma ci mette molta passione. Si vede che ha giocato a calcio, che conosce uno spogliatoio, che sa come deve funzionare uno spogliatoio di vincenti. E poi di calcio ne capisce, siamo molto contenti di averloâ.
âSemifinale di Champions col Milan? Pericolosissima, perĂČ quellâanno lĂŹ avevamo fatto molto bene con il Milan. Ma era bella pesante, soprattutto al ritorno: se le cose devono andare bene vanno bene. Il passaggio allâInter? Quellâanno lĂŹ era lâunica squadra in cui mi avevano detto che non câera possibilitĂ . Ero molto vicino al Napoli, avevo un poâ di squadre: ero contento di avere il Marsiglia. Ero un pochino orgoglioso, poi alla fine lâInter era in difficoltĂ , Inzaghi lo conoscevo e ha spinto: hanno deciso di prendermiâ.
âIo chiuso in albergo? No, ero a casa di mia mamma. Poi Ăš passata una settimana, si era bloccata. Alla fine, eravamo a pranzo, ho detto: fammi chiamare Sarri. Ho pensato, il posto me lo riprendo. Ma ci sta, Ăš normalissimo. Lâavrei fatto anche ioâ.
âInzaghi fondamentale per il passaggio dal Sassuolo alla Lazio? Ero a Reggio Emilia, ero in treno. Ho visto sto numero che non conoscevo, rispondo: era Simone Inzaghi. Mi ha chiesto se volessi andare alla Lazio, gli ho detto sĂŹ. Addio? Fu unâestate abbastanza lunga, non fu facile chiamare il presidente del Sassuolo, con cui ho avuto un grandissimo rapporto e che si Ăš comportato da Dio con me, come la moglie. Io gli dicevo che sono rimasto un paio di anni un piĂč, nonostante alcune richieste. Era giunto il momento di cambiare: mi disse ok a tutti tranne la Lazio. Ă stata unâestate risolta quasi a inizio ritiro, sentivo il mister tutti i giorni. Alla fine ho scoperto che eravamo vicini di stabilimento a Milano Marittima. Eravamo a tre metri e non ci siamo mai vistiâ.
âFinale di Champions? Intanto il PSG era molto forte, ma noi eravamo cotti mentalmente. Col senno del poi, avendo battuto Bayern e Barcellona, avevamo addosso lâetichetta dei favoriti, avevamo lâobbligo di vincere. Abbiamo fatto un percorso faticoso, tra infortuni e robe varie. La tensione Ăš durata fino allâultima giornata in campionato, pensando a un passo falso del Napoli. Eravamo giĂč di morale (dopo lo Scudetto perso, ndr), anche se dovevamo giocarci la finale di Champions. Dovevamo vincere per forza per non buttare via la stagione, siamo arrivati lĂ troppo scarichi. Anche dopo la partita non eravamo incazzati, nienteâ.