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·24 septembre 2025

Agnelli contro la giustizia sportiva, entro fine 2025 le conclusioni dell’avvocato generale UE

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Il caso plusvalenze e quello relativo alle manovre stipendi della Juventus, che ha visto ieri l’accoglimento dei patteggiamenti avanzati dalla difesa da parte del Gup di Roma, rimane aperto solamente per quanto riguarda la squalifica, comminata dalla giustizia sportiva, di Andrea Agnelli.

Come riporta l’edizione odierna del La Gazzetta dello Sport, di fronte alla giustizia sportiva l’ex presidente bianconero non ha mai voluto percorrere la strada del patteggiamento ed è andato avanti, ricorso dopo ricorso, fino alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea. Una decisione che lo ha portato ad affrontare da solo questo percorso, visto che gli altri ex dirigenti della Juve aveva scelto anche lì di patteggiare le proprie squalifiche, già tutte scontate.


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Agnelli è stato condannato a due anni di inibizione, come deciso dal terzo e ultimo grado della giustizia sportiva (il Collegio di Garanzia presso il CONI) decidendo di fare appello, dopo quello fatto al TAR del Lazio, alla Corte di Giustizia UE, che il 17 settembre ha visto, nella sede in Lussemburgo, la prima udienza con il coinvolgimento di tutte le parti, compresa la FIGC.

In sostanza Agnelli chiede di valutare la compatibilità della normativa sportiva italiana con quella comunitaria. Proprio su questo aspetto, si attende la valutazione dell’avvocato generale, che ha comunicato in udienza che depositerà le sue conclusioni il 18 dicembre, da lì bisognerà attendere 3-6 mesi . È chiaro che se venisse accolta la tesi dell’ex presidente juventino, l’ordinamento sportivo italiano subirebbe un colpo non indifferente e andrebbe di conseguenza riformato.

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